Capitolo 18

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Suona la sveglia.

Impreco nella mia mente e maledico quella serie che ieri sera mi ha portata ad andare a letto tardissimo.

Mi alzo a malavoglia e mi infilo direttamente ella doccia freddissima.

Fa un caldo assurdo, credo di non riuscire a sopravvivere ancora per molto, voglio andare in Italia al mare ma purtroppo le mie ferie sono finite.

Oggi è il 5 agosto e voi vi chiederete, Paolo?

Paolo è ancora nella pancia, ormai grande come una macchina, della mia povera madre che non ne può più.

Qua a Londra ci sono una cosa come 35 gradi e siamo a Londra.

Non oso immaginare in Italia che caldo faccia.

Oggi è un po' un'eccezione, qua capita raramente che ci sia questo caldo.

Quando sono uscita dalla doccia mi lavo i denti e vado in camera a vestirmi.

Mi metto un semplicissimo jeans lungo perché al bar non possiamo usare i pantaloncini ma tanto e fresco perché abbiamo l'aria condizionata.

Sopra una maglia nera Adidas e le mie adorate converse.

Decido di lasciare i capelli umidi e di non asciugarli fino a che non dovrò uscire di casa.

Sono le 7.30 e prenderò il bus delle 8.50 per essere al bar alle 9.15.

Ho gli orari tutti incastrati, basta fare ritardo di un minuto che mi si sballa tutta la giornata.

Dato che la piccola belva non si è ancora svegliata mi faccio una colazione come non faccio da parecchio tempo.

Mi preparo una tazza di caffè e latte e prendo una brioche confezionata.

Non mi sembra quasi vero che riesco a fare colazione senza grida e televisione in sottofondo.

Finita la colazione lavo la tazza e decido di mettere un po' apposto il caos che la bestiolina ha creato ieri sera.

Raccolgo i giochi e risistemo il suo angoletto con il tappetino di gomma.

Rimetto per bene i cuscini del divano.

Forse dovrei spostare i giochi in camera sua.... il salotto è sempre un disastro...

Mentre spazzi in terra mi suona il telefono.

Papà.

E: Pronto papà.

P: Emily! Acque... bambino... ospedale!

E: Papà ma che cazzo dici!

P: Tua madre! Sta per partorire!

Merda!

E: Che cazzo! Ma proprio oggi che è il giorno più caldo dell'anno doveva partorire? È dilatata?

P: Dilatata? In che senso?

E: Papà, lascia perdere. Dove la stai portando?

P: All'ospedale di periferia. Ti prego raggiungibile che io di parti non ci capisco niente!

E: Lo vedo... guardo se ti posso raggiungere. Ciao.

Dopo un breve saluto da lui riattacco e chiamo Luca.

L: Pronto Emy, dimmi.

Il più bell'errore della mia vita #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora