1. chi sono realmente

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Beh, che dire... Sono sempre stata la "ragazza strana ma simpatica", quella con cui ti diverti in qualsiasi contesto, quella a cui non importa il pensiero altrui. La gente ha sempre avuto un'opinione diversa dalla mia riguardante la mia vita. Pirandello aveva davvero ragione: viviamo tutti nelle nostre realtà, diverse da quella di chi ci sta accanto. A me l'opinione altrui è sempre interessata; per me ha sempre avuto un peso enorme e molte volte quel peso  sembrava opprimermi fino a farmi assaporare la morte. Sono una ragazza solare, lo ammetto. Per me fare amicizia è naturale, un'azione istintiva che non posso frenare. Mi piace far sentire a proprio agio le persone; ci sono stati tanti momenti in cui non ero a mio agio, mi sentivo sconosciuta agli occhi di chi mi stava intorno, estranea alla realtà che mi circondava ed in quei momenti nasceva spontaneo il bisogno di un qualcuno che mi salvasse da quella situazione imbarazzante. Nessuno mi ha mai salvata. È proprio per questo che provo ad integrare tutti nelle conversazioni o nelle azioni a cui prendo parte: non voglio che nessuno si senta escluso. Devo ammettere che non sempre quest'azione da "buona samaritana" si sia rivelata a me favorevole; alle volte le persone che aiutavo, il giorno seguente, non accennavano neppure ad un gesto con la mano. Sono sempre stata la persona con la quale sfogarsi, alla quale aggrapparsi quando non ci si riusciva a muovere da soli, colei che ascolta tutti ed aiuta i medesimi. Tanti dei miei amici (se tali posso definirli) si ricordano di me solo nel momento del bisogno. Sentono la necessità di parlare? Contattano me. Alle volte mi sento una psicologa. Non che a me dia fastidio aiutare il prossimo, anzi, lo reputo gratificante, ma non mi va giù che non ci sia mai il momento in cui  gli altri mi chiedano " E a te? Come va?". Anche se la mia risposta non sarà mai sincera,  la sola dimostrazione di interesse nei miei confronti può cambiare la mia giornata. Di veri amici ne ho, però posso contarli sulle dita delle mani. Con i miei genitori il rapporto è ottimo; si fidano di me e, fortunatamente, non sono troppo permissivi. Fortunatamente, sì. Sono genitori vecchio stampo e la cosa mi piace. Non mi fanno fare tutto ciò che voglio, se non lo reputano adatto alla mia età. A me va bene così. Non mi intriga per niente la vita di molte delle mie coetanee che sono libere di uscire e di rientrare a notte fonda. Lo reputo alquanto deludente. Pensare al fatto che il futuro sia destinato a persone così prive di responsabilità e limiti, mi mostra un mondo sempre più allo sbaraglio. So cosa state pensando adesso. "Questa è proprio una sfigata". Ognuno è libero di guardarmi con i propri occhi e farsi di me un'immagine diversa da quella che guardo io tutte le mattine quando di sfuggita mi osservo allo specchio. Ma questo non è "essere una sfigata". Questo è temere costantemente per il proprio futuro.

Adesso tocca a me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora