7. Passato e presente.

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Ricordare. Bel casino. È l'azione che ci viene più spontanea. L'azione che ci provoca più male. Crogiolarsi nei ricordi distoglie lo sguardo dalla realtà. I ricordi stessi, le persone, i luoghi, i fatti che si insediano in essi ci portano a preferire un passato ormai concluso ad un futuro tutto da scrivere. Ci risulta naturale preferire le azioni compiute, quelle di cui conosciamo le conseguenze ad un domani incerto. Rimpiangere o avere paura? Forse entrambe. Forse sono la stessa azione mascherata in un unico termine. Ricordare. Guardare il passato con gli occhi di chi vorrebbe riviverlo ancora e ancora. Noi umani siamo fatti così. Abbiamo paura di buttarci nell'ignoto. Di conoscerlo. Di amarlo. Temiamo per il nostro futuro e ci rifugiamo nel passato. Quante volte vi capita di svegliarvi nel cuore della notte in preda al panico perché vi sentite schiacciati da tutte le faccende che avete da svolgere l'indomani? Quante volte vi chiedete "Chissà come sarebbe potuta andare" o "Chissà se funzionerà" perché, da bravi codardi, non avete avuto il coraggio di prendere la situazione in pugno. A me capita spesso. Alle volte svanisco nei miei pensieri, nei miei ricordi, e le azioni che ho compiuto anni fa  si mostrano davanti ai miei occhi quasi fossero i titoli di coda di un film. Tante volte mi sono chiesta cosa sarebbe successo se avessi agito diversamente. Ma altrettante, mi chiedo cosa ne sarà di me, della mia vita. Siamo fatti così. Ci piace fantasticare e molto meno agire. Preferiamo restare a letto piuttosto che alzarci e prendere il mondo in mano. La nostra è una vera e propria paura. Temiamo di poter sbagliare in qualsiasi momento. Ci freniamo. Ci mettiamo "i bastoni tra le ruote" da soli. Istintivamente, confrontiamo il nostro presente con il nostro passato, senza pensare che esitare possa compromettere il nostro stesso futuro. Non possiamo farci niente. Non possiamo evitarlo. Succede e basta. O forse lo facciamo succedere. In ogni caso ci va bene così. O comunque, ce lo facciamo andare bene. E se io non volessi? Se a me desse fastidio? Dovrei lottare contro me stessa? Contro la mia stessa natura? Beh, non lo so. So solo che è inevitabile. Alla fine, non è il peggiore dei mali. Ci distoglie dalla realtà. Questo è vero. Ma ci porta gioia. Ci rallegra la giornata. Ricordare, alla fine dei conti, fa anche bene. Ci fa tornare alla mente da dove siamo partiti e ci mostra dove siamo riusciti ad arrivare. Ci fa tenere a mente chi siamo davvero. Ricordare o vivere? Entrambe. Perché, alla fin fine, ogni giorno è un nuovo ricordo che si aggiunge alla nostra collezione. Ricordare è vivere.

Adesso tocca a me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora