Beh, è anche grazie ai miei amici se ho saputo sempre affrontare la realtà. Loro trovano una soluzione ad ogni mio problema. So di potermi fidare, di poter chiedere aiuto quando ne sento il bisogno. Eppure quest'ultima parte mi viene male. Aiutare e chiedere aiuto. Aiutare è la mia "specialità", quasi una priorità. Sono stata male tante volte e non voglio che le persone provino tutto il dolore che ha scombussolato ogni parte di me. Chiedere aiuto. Non fa per me. Non ci riesco. Mi è davvero difficile. Preferisco morire dentro pur di risplendere fuori. Una mia amica, una volta, mi ha detto qualcosa che non dimenticherò mai: "Tu sei un diamante. Risplendi agli occhi di chi ti guarda, sei preziosa e sembri così dura, resistente ma, non appena qualcuno ti fa cadere, ti rompi in mille pezzi." Forse questo paragone non lo dimenticherò mai. Non per presunzione, questo no. Se devo dirla tutta, mi infastidiscono i complimenti. Resterà impressa nella mia mente per la sensazione che essa ha insinuato in me. Per la prima volta, qualcuno aveva capito in pieno la mia persona. Forse è vero. Forse sono un diamante. Ma io non mi sento tale. Mi sento una persona come le altre. Mi sento un comune pezzo di vetro. Aiutare ed essere aiutata. La seconda parte non mi è mai riuscita. Non posso di certo prendermela con gli altri. È colpa mia se non ho mai voluto chiedere una mano. O forse è colpa loro che non hanno mai voluto guardare oltre la superficie. Forse, più che un diamante, sono un abisso, un mare, un uragano. Dentro di me c'è molto più di ciò che dimostro. I miei amici lo sanno, se ne sono resi conto. Ma tutto il resto? Tutti coloro che si credono miei amici? Tutti coloro che mi chiamano quando gli fa comodo? Loro non se ne sono mai accorti perché non gli interessa. Io so di essere davvero strana, contorta, fredda. So di essere troppo orgogliosa e di potermi aprire di più con le persone. Ma sono le persone stesse a non facilitare le cose. Non vedo nessun motivo per il quale io dovrei essere me stessa con tutti se quei "tutti" non hanno alcun interesse nei miei confronti. Diventerei solo più vulnerabile così e non mi va. Non mi va perché già so cosa si prova ad essere vulnerabili. Non è piacevole. È brutto quando sei te stessa con qualcuno a tal punto che egli conosca i tuoi punti deboli e ne approfitti. Fa male. Fa male il comportamento degli altri. Fa male dover soffrire per una persona che non ci meritava. Ci sono stata male tante di quelle volte, mi sono posta tante di quelle domande da essere arrivata alla conclusione che, se qualcuno se ne va, non ci perdo niente. Tante di quelle volte mi sono chiesta se il problema fossi io ma ci sono stata così male da arrivare al punto di non ritorno: se ne va qualcuno? Peggio per lui. Ormai non mi interessa. Non mi interessa delle persone frivole. Io non costringo nessuno a starmi vicino e preferisco che qualcuno se ne vada invece che starmi accanto per solitudine. Negli ultimi anni, ho perso tante di quelle persone. Tante hanno smesso di far parte del mio cammino. Meglio così. Solo ora so di chi potermi fidare sul serio.

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Adesso tocca a me.
General FictionSe siete venuti qui con l'aspettativa "della grande storia d'amore" o "della storia ricca di colpi di scena", avete sbagliato persona. Solitamente non scrivo per gli altri ma oggi ho deciso di aprire al pubblico tutto il profondo abisso che si nasc...