16. Mamma....

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I due ragazzi chiacchierarono ancora un po' e poi andarono a dormire.

Louis si addormentò subito, non tanto per la stanchezza o per la morbidezza del letto, ma per la felicità che sentiva dentro di sè.

Stare vicino a Harry, fin da quando erano ragazzini, l'aveva sempre fatto stare bene e anche la serata appena trascorsa gli aveva donato una tranquillità che non provava da tempo.

In piena notte, però, si svegliò di soprassalto perché sentì tirare il lenzuolo.

Accese la luce del comodino e si trovò di fronte Luke, con gli occhioni scuri spalancati e un enorme pupazzo di Spiderman in braccio.

" Credo che sotto il mio letto ci sia un mostro con tre teste....posso dormire con te?"

Louis sorrise e gli fece cenno di salire sul letto.

Il bimbo sorrise, si infilò sotto le coperte e, non appena Louis ebbe spento la luce, si accoccolò accanto a lui e si addormentò come un sasso.

" Perché l'hai fatto dormire con te?"

Louis si svegliò di colpo e, dopo aver sbattuto ripetutamente gli occhi, vide, davanti a sè la figura di Harry, già vestito di tutto punto.

" Aveva paura dei mostri, io...." si difese Louis.

" Ha sei anni, cazzo!" urlò quasi Harry " Sai che fatica ho fatto per far dormire entrambi nei loro letti? Li ho allevati da solo, da solo, non so se capisci.
Arrivi tu e butti al vento tutti i miei sforzi. Perché l'hai fatto dormire con te? Dovevi riportarlo nella sua stanza e spiegargli che non c'era alcun mostro!"

Louis, emotivamente provato da anni di difficoltà, cominciò a piangere e a chiedere scusa.

Harry, per niente commosso dalla scena, prese in braccio Luke, che non si era svegliato nonostante il baccano e lo riportò nella sua stanza.

Prima di uscire, sibilò volutamente con cattiveria:

" Piangi, piangi....del resto è l'unica cosa che sei capace di fare di fronte ai problemi "

Quando fu solo, Louis si alzò in fretta dal letto, prese il suo borsone dall'armadio e cominciò a ficcarci dentro alla rinfusa tutti i suoi vestiti.

Non riusciva a smettere di piangere e a singhiozzare e, alla fine, si lasciò cadere sul pavimento, rannicchiandosi su se stesso in posizione fetale.

" Mamma, vieni a prendermi, vieni a prendermi per favore...." sussurrò disperato, fissando la foto di Jay che gli sorrideva dal tavolino.

Dieci anni dopo....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora