HARRY
Faccio l'ultimo tiro della sigaretta che ho tra le dita per poi lanciarla ai miei piedi e calpestarla, quasi la paragonassi al coglione che mi ha portato via i miei genitori. Sono appena tornato dal cimitero, ed ogni volta che mi ritrovo ai piedi della loro lapide, con le loro immagini a colori scattate al loro venticinquesimo anniversario di matrimonio, non posso far altro che lasciare che la rabbia si impossessi di ogni mia fibra, di ogni mia cellula.
I loro occhi, che prima trasmettevano vitalità ed amore, ora non fanno altro che ricordarmi della loro assenza, della loro mancanza. Ed è vero che le sensazioni di perdita e di dolore con il tempo si attenuano, perché ad un certo punto ti ci abitui, ti rimbocchi le maniche e ti costringi ad essere forte e a continuare la tua vita anche se, nel mio caso, non procede come loro avrebbero desiderato per me, ma ci sono attimi, lunghi ed intensi, in cui non fai altro che sperare di riaverli accanto, di rivederli in giro per casa. Poi la consapevolezza ti investe e ti ricorda di essere da solo e di non aver nessuno su cui contare, nessuno che ti valorizzi per la persona che sei e non per quella che fingi di essere.
La sigaretta è solo l'ultimo step dopo le bottiglie di sambuca che ho inghiottito. Il sapore forte di liquirizia e menta brucia ancora, ma sento la testa leggera e sono sicuro di non essere completamente partito: riesco ancora a connettere.
Apro il portabagagli della mia macchina per controllare la quantità delle bottiglie d'alcol che Zayn mi ha chiesto di procurargli. Per chi, come noi, sa come fare, non è difficile riuscire a recuperare una quantità tale da bastare ad un intero regime. Salgo in macchina e guido fino all'appartamento della sua fidanzata e della scorbutica coinquilina. Inizio a chiedermi se le piace bere, ad immaginare cosa avrà indossato stasera, ma quando mi rendo conto delle numerose domande che mi sto ponendo sul suo conto, dico tra me e me di smetterla e do la colpa all'alcol che ho assunto prima di venire qui.
Eppure, sebbene cerchi di smetterla, non riesco a fare a meno di pensarla, quasi come fossi attratto da lei. Il modo in cui mi ha tenuto testa l'altro giorno è un controsenso rispetto a quella volta in cui la beccai a fissarmi dall'altro lato della strada, e questo suo lato mi attira, e non poco. Sono sempre stato abituato a numerosi sì, quelli delle ragazze che non vedevano l'ora di stare con me. Adesso che c'è qualcuno di diverso, qualcuno che è pronto a sbattermi in faccia anche un 'no' categorico per dieci volte consecutive, non ho intenzione di lasciarmelo scappare.
Ricordo sempre le parole di mia madre. Fantasticava sul mio futuro, sulla donna che avrei scelto per starmi accanto e sono sicuro, ovunque lei adesso si trovi, che non è contenta delle ragazze che frequento. Le sarebbe piaciuta una ragazza a posto, con la testa sulle spalle ed io, fino ad ora, ho sempre ricercato solo ed esclusivamente l'opposto. Ogni giorno non posso far altro che sentirmi come se li stessi tradendo. Erano così buoni con tutti, persino con chi non meritava la loro bontà. Io ero così fino a poco tempo fa, quando c'erano loro ad inculcarmi determinati valori. Ora non posso dire di essere l'Harry di una volta.
Harry Edward Styles di una volta è sepolto accanto a loro, e non so se mai qualcuno riuscirà a portarlo in vita.
Quando entro nello spazio del loro edificio, parcheggio la macchina il più vicino possibile all'entrata. Non ho intenzione di portare da solo le bottiglie, anche perché non riuscirei comunque in una volta e dovrei fare più viaggi, così chiudo la portiera, l'auto e mi avvio di sopra, con l'intenzione di chiedere a qualcuno di aiutarmi a portarle su. Se non sbaglio, dalle informazioni di Zayn, l'appartamento dovrebbe essere al secondo piano, ma quando mi ritrovo due porte rispettivamente sulla destra e sulla sinistra, inizio ad avere qualche dubbio. Ad un tratto sento un boato e subito dopo la musica, il che mi porta a capire in quale appartamento si stia svolgendo la festa.
STAI LEGGENDO
DIVERTISSEMENT
FanfictionHarry Styles, ventitré anni, è uno dei ragazzi inglesi più belli ed incasinati di Washington. Persi i genitori, Harry non sa più cosa farsene della sua vita. Il suo rifugio? Il divertimento. Quello stesso divertimento definito da Blaise Pascal, filo...