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"Non posso permettertelo, Jimin! Non erano questi i patti!"

"Non è una tua scelta, Min Yoongi!"

Jimin sbattè la porta della sua camera, la rabbia ribolliva in lui, facendogli tirare un pugno al muro e poi imprecare.

Avevano confermato l'intervento da due giorni, il dottor Kim stava cercando il donatore e il medico, ma senza risultato. Jimin si era proposto come donatore, doveva fare il test, ma quando era andato da Yoongi, felice nel riferirgli la notizia, si era opposto.

"Stupido Min Yoongi, stupido me per averglielo detto."

"Jimin?"

"Vattene."

Jimin era seduto dietro la porta, ormai stava piangendo. Voleva aiutare il ragazzo che amava, voleva migliorare la sua vita.
Si può aiutare qualcuno che lotta per non essere aiutato? Jimin se lo chiese più volte. Era come remare, lui cercava di remare in una direzione per salvare Yoongi, ma lui remava nella direzione opposta, facendo vacillare la barca.

"Jimin, per favore."

"Sparisci, Yoongi, non voglio vederti."

"ChimChim, ti prego. Voglio solo parlare con te."

"Non ti aprirò, Yoongi, vai a letto, è tardi."

Yoongi sorrise. Seppur arrabbiato, Jimin si preoccupava sempre per lui, cercava sempre di tenerlo al sicuro.

"Allora aspetterò qui, prima o poi dovrai uscire da quella porta."

Yoongi si sedette dietro la porta, proprio come aveva detto, proprio nella stessa posizione di Jimin. Non aveva mai fatto tutto ciò per qualcuno. Era un disastro nelle relazioni, sempre se la loro poteva essere definita tale.

"ChimChim?"

Nessuno rispose, ma Yoongi sapeva che Jimin stava ascoltando, ne era consapevole.

"ChimChim, anche se sei arrabbiato con me, resterai ancora la mia casa?"

"Vai a letto, Yoongi."

Yoongi, che fino a quel momento aveva trattenuto le lacrime, scoppiò in un pianto liberatorio, carico di singhiozzi e lamenti.

Jimin, nascosto dalla porta, ascoltava Yoongi piangere, piangendo a sua volta.

"Jimin, mi stai abbandonando, vero? Lo so, so che lo stai facendo! Ecco perché non sentivo il tuo profumo!"

Yoongi ormai urlava, sbatteva pugni contro la porta, imprecava. Si sentiva preso in giro, Jimin, l'unico che meritava la sua fiducia, lo stava tradendo, proprio come tutti gli altri.

"Ya! Park Jimin! Sei proprio come loro, ti credevo diverso, ma sei falso, proprio come tutti gli altri.
Mi avevi fatto promesse, mi hai illuso. Hai costruito un castello che tu stesso hai calpestato. Ti avevo affidato il mio cuore, Jimin, e tu l'hai ferito. Ti avevo aperto il mio mondo, ma come tutti gli altri, non hai saputo apprezzarlo."

Jimin, stufo di quelle parole false, spalancò la porta, trovando Yoongi in piedi, tra le lacrime.

Jimin afferrò un suo braccio e lo strinse al suo petto. Lo strinse più che poté, voleva fargli sentire il suo amore, i suoi sentimenti, le sue paure, la sua rabbia, la sua preoccupazione. I loro cuori martellavano all'unisono, le loro lacrime scorrevano indisturbate.

"Hyung, lo sentì adesso?"

"C-cosa, ChimChim?"

"Il profumo di menta, il profumo di casa."-sorrise Jimin.

"Sì, Min, adesso lo sento."

Yoongi si strinse ancora tra quelle braccia che ormai avevano una certa familiarità. Si sentiva protetto, amato, apprezzato.

"Sarò sempre la tua casa, Yoongi. Sarò il tuo posto sicuro nel mondo. Il tuo cuore è al sicuro con me, non permetterò che gli accada nulla."

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Ehi ragazze, 
Questo è definitivamente il mio capitolo preferito. Vi piace? Che ve ne pare della storia? Fatemi sapere.
-Martina💕

Blind//YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora