La Festa

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Ormai l'ansia incominciava a salirmi, la festa sarebbe iniziata tra un'ora ed io stavo già andando nel pallone. Lisciai per l'ennesima volta la gonna in organza color cremisi e mi feci aiutare da Ben a stringere i nastri nel corpetto nero.

- Non essere così agitata! È solo una festa – cercò di tranquillizzarmi lui

- Per te è facile... l'unica festa figa a cui sono stata è stato il pigiama party per i 17 della mia migliore amica – ridacchiai

- Ah Mad! Dai stai tranquilla, se vuoi adesso riposati, io vado a sistemare le ultime cose giù in salone – disse baciandomi la guancia

- Okay – sorrisi, ormai era tutto il pomeriggio che ero a casa di Ben, sua mamma aveva insistito tanto, aveva detto che era meglio evitare imprevisti.

Mi lasciai cadere sul letto di Ben e cercai in tutti i modi di dormire un po', ma dopo neanche dieci minuti mi squillò il telefono, guardai chi era e con sorpresa notai che era Ley.

- Ciao Ley! –

- Lucy, dove sei?... – chiese preoccupata

- Ley, sono a Boston dai nonni di Zoe – dissi sicura di me, dovevo risultare il più convincente possibile

- Non è vero! – gridò lei arrabbiata, non l'avevo mai sentita così – lo so che sei a Gotham, l'altro giorno ho incontrato Zoe, ed era da sola, tu non c'eri! –

- Ma Ley che dici... non è vero, sono a Boston con lei, solo che quel giorno lì ero rimasta a casa perché non ero molto in forma – cazzo, cazzo, cazzo mi ha scoperto

- MADISON LUCY QUINZEL! Non mi raccontare delle balle... appena riesco parto, ti vengo a prendere e ti riporto dritta a New York – sentenziò lei

- Ley – mi stava venendo da piangere – ti prego lasciami qua per ancora qualche giorno, tra poco c'è lo spettacolo, non mi puoi portare via così – dissi con la voce rotta

- Non se ne parla neanche – rispose secca, in quel momento non ci vidi più, riagganciai la chiamata e spensi il telefono. Non ci penso neanche di tornare a New York e men che meno voglio lasciare che questa telefonata mi rovini la serata.

Spesi letteralmente il cervello e finii di prepararmi; raccolsi i capelli in uno chignon, mi truccai leggermente ed in fine indossai la collana che mi aveva regalato J. Dopo poco arrivò Ben dicendomi che era il momento di scendere, mi vide un po' strana e mi chiese cosa fosse successo, ma feci finta di niente e gli dissi che era la tensione.

Scendendo le scale che portavano al salone principale, notai che l'intera stanza era già gremita di gente, tutti erano super eleganti, anche i miei compagni di teatro si erano tirati a lucido. Scendendo sentii il dj annunciare: "Ecco la principessa della serata! Facciamo un bel applauso a Mad e auguriamole buon diciottesimo compleanno!". Tutti iniziarono ad applaudire e a fischiare, non feci a meno di arrossire e abbassare lo sguardo, era peggio che essere su un palcoscenico.

Una volta arrivati in fondo feci un sospiro di sollievo, ma non feci in tempo a dire una parola a Ben che iniziarono ad arrivare migliaia di persone a farmi gli auguri di buon compleanno: Bruce, Kate, il Mister e tutti i miei compagni. Dopo poco si avvicinò a noi una ragazza dall'aspetto esotico, era così bella che sembrava una dea.

- Diana ! – la salutò Ben abbracciandola – come stai? Tutto bene a Parigi? –

- Ben, piccolo, sì tutto a posto come sempre d'altro canto, ti trovo bene... immagino che lei sia la tua ragazza – arrossimmo entrambi

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