Tu a Gotham non ci vai!

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Come al solito un altro anno è già passato, di solito tendo a dire così quando arriva lo spettacolo di fine anno. Tutto finisce sempre con una strana sensazione allo stomaco, voci rotte dal pianto, come se non ci saremmo più rivisti e un intenso profumo di rose.

- Donna dai mille volti – l'insegnante di teatro mi riscosse dai miei pensieri – queste sono per te – e mi porse un mazzo di rose rosse – sai mi sa che dagli anni prossimi sarai sempre la gangster -

- Grazie Mister – ridacchiai annusando le rose. Poi con fare melodrammatico ci guardò tutti, uno per uno e a gran voce annunciò

- Ragazzi, silenzio per un attimo, ora devo confessarvi una cosa... un mio caro amico, nonché direttore del teatro Cristal, è rimasto così stupito da voi che ha deciso di portare "Bonnie & Clyde" a Gotham! -.

Per un attimo ci fu un silenzio tombale, poi esplodemmo in un enorme boato. Questa era la notizia più bella che avessimo mai ricevuto, ora l'unico problema era convincere mia zia a lasciarmi andare; però dalla mia parte c'era il fatto che interpretavo la parte di Bonnie, perciò era praticamente impossibile che non mi lasciasse andare... almeno credo.

- Per l'ennesima volta NO, tu a Gotham non ci vai – sentenziò lei

- Ma perché?! – piagnucolai

- Mad, per l'ennesima volta, è pe-ri-co-lo-so, te lo vuoi mettere in testa! –

- Ma ti prometto che starò attenta e poi il 90% del mio tempo lo trascorrerò in teatro – la supplicai

- E il restante 10%? – domandò sistemando i piatti appena lavati

- Lo trascorrerò in hotel, al sicuro... ti prego lasciami andare, non posso mollare i ragazzi in un momento come questo e poi Batman sorveglia la città, non hai niente da temere... – insistetti

- Madison –

- Ti prego zia – la implorai

- Adesso smettila – ribatté irritata

- Ti preeego – dissi unendo le mani come se stessi pregando

- MADISON LUCY QUINZEL ADESSO BASTA! – gridò.

E fu così che per i tre giorni successivi non mi parlò. Cercai di trovare un modo di convincerla, ma a quanto pare era tutto inutile, alla fine mi ero arresa e a mal in cuore avevo deciso di parlarne con l'insegnante di teatro. Già da quando gli telefonai, dire che si agitò era poco, secondo me quell'uomo convive perennemente con l'ansia; di fatto evitai di parlare dell'argomento al telefono e lo invitai a fare colazione la mattina successiva. L'indomani quando arrivai alla Starbucks vicino al teatro, trovai un tavolino pieno zeppo di dolci invitanti e un formato large della mia adorata cioccolata calda.

- Guarda che devi convincere mia zia e non la sottoscritta – dissi amareggiata, quella frase fu fatale, perché per poco non scoppiò a piangere

- Mad non puoi abbandonarci anche tu- piagnucolò

- Come? Chi è che non viene? – domandai allarmata

- Luck, ha deciso di abbandonarci definitivamente, che ingrato, dopo tutti questi anni avrebbe potuto fare anche un ultimo spettacolo- spiegò lui con tono di disapprovazione, rimasi basita, se non ci sarebbero stati né Bonnie né Clyde, lo spettacolo sarebbe stato cancellato.

- Mister dobbiamo trovare un modo per convincere mia zia a lasciarmi venire.... E poi Luck, ah proprio non lo capisco, Nick però potrebbe prendere il suo posto, tanto le battute le aveva già imparate...- da quanto ero agitata, stavo per andare in iperventilazione

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