26. Il passato di Harry

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Non credevo che Harry avesse una sorella e un padre finito in carcere per aver commesso gravi crimini. Evidentemente non conoscevo ancora il suo passato come pensavo fino a qualche tempo fa.

Incrociai i suoi occhi colmi di rabbia nei miei confronti, e subito il mio battito cardiaco aumentò quasi sul punto di scoppiare dalla paura.
Anne era nella mia stessa situazione, quando Harry si arrabbiava faceva davvero accapponare la pelle.

"Che cosa ci fai lei qui? Kate tu ne sai qualcosa? L'hai fatta entrare tu?" Le sue domande a raffica mi mandarono il cervello in tilt.
"Ti posso-" Anne mi interruppe improvvisamente, per poi scusarsi con lo sguardo.
"Harry avevo bisogno di vederti, tu te ne sei andato per una cosa da nulla, te ne rendi conto? Non so nemmeno dove stai passando le notti e le tue giornate. Non so più nulla di te." Aveva lo sguardo affranto di una madre che aveva un disperato bisogno del proprio figlio.

Dopo quelle parole, Harry divenne più nervoso di quanto lo era già.

"Per una cosa da nulla?! Sono stanco di vedere tutti quegli uomini che fai entrare in casa, una volta ne ho persino trovato uno nella mia camera che rovistava nel mio armadio! Nella mia camera!" Urlò così forte che si cominciò a notare la vena al lato della tempia.
Anne era imbarazzata e allo stesso tempo delusa, fu ciò che mi fece intervenire in sua difesa. 

"Harry cerca di darti una calmata, non dovresti trattare così tua madre." Per un istante credetti di aver frenato la sua rabbia, ma peggiorai solo la situazione.
"Non intrometterti Kate! Soprattutto non dirmi quello che devo fare!" Mi  urlò contro, uscendo poi dalla porta,  sbattendola con tutta la sua forza.

Ci rimasi molto male per la sua reazione, ma principalmente per ciò che disse.
In quel momento Anne appoggiò la sua mano sulle mie spalle per rassicurarmi.

"Non prenderla sul personale, non si rende conto di quello che fa quando è arrabbiato." Sospirò profondamente.
"Non è stato molto piacevole." Aggiunsi amareggiata.
"Almeno ci ho provato..." Realizzai ciò che disse soltanto quando la vidi afferrare la sua borsa.
"Anne, aspetta." La fermai per un braccio.
"Dimmi, Kate." Cercò di farmi un sorriso per nascondere il dispiacere, ma non si vedeva altro che sofferenza nei suoi occhi.

"Aspettami qui, lo convincerò." Tentai di convincerla a rimanere.
Non l'avrei fatta uscire da quella casa senza prima aver ottenuto il perdono di suo figlio.
"Kate tu hai il cuore d'oro, ma non riuscirai a convincere Harry. Lui non ha ascolta mai nessuno."
Da un lato aveva ragione, ma io ero riuscita a conquistare il suo cuore. Ne sarei uscita vincitrice anche quella volta.
"Non mi arrenderò, meriti di avere il perdono di tuo figlio e lui merita di avere una madre che lo ama."

Dopo le mie parole, poggiò la borsa sul divano e prese il mio viso fra le mani.

"Spero tanto che mio figlio si renda conto che sei un tesoro che non può perdere per nessuna ragione al mondo." Mi comparve un sorriso sulle labbra dopo quelle sue bellissime parole.
"Vado, prima che se scappi via." Indossai alla velocità della luce la giacca e uscii di casa, sperando di trovarlo ancora lì.

Per mia fortuna lo trovai appoggiato alla sua auto, mentre contemplava un punto fisso. Ma non appena si accorse del mio arrivo, fece uno scatto felino e salì in macchina, con l'intento di andarsene.

Corsi più che potevo e afferrai per prima cosa la maniglia della portiera che non si apriva.
Dato che non si degnava di aprire la portiera in alcun modo, cominciai a picchiare con la mano al finestrino.

"Harry! Apri questa porta!" Urlai, continuando a picchiare sul vetro, ottenendo la sua attenzione.
Ma proprio quando credetti che mi stesse aprendo la portiera, realizzai che aveva di nuovo distolto lo sguardo da me.
Il suo disinteressamento mi fece smettere di picchiare contro il finestrino, perché sapevo che sarebbe stato tutto inutile. Perciò rimasi un secondo in totale silenzio a riflettere, poi iniziai a parlare.

My New Personal Trainer [h.s] (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora