2. Vecchie Conoscenze

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"Ma si guardata allo specchio? È gigantesca! Non pensavo che gli elefanti potessero frequentare la scuola."
Quelle parole velenose provenirono da una voce femminile molto familiare da dietro le mie spalle.

"Quella durante il pranzo si divora l'intera mensa, ve lo dico io." Aggiunse un'altra voce, ma questa volta maschile.

A furia di sentire quelle orribili parole e risate uscire dalle loro bocche, scoppiai in lacrime davanti ai loro sguardi viziati proiettati su di me.

"Andiamo ragazze, prima che chiami la mammina...vieni anche tu, piccolo mio."

Il ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verde smeraldo, era lo stesso che aveva fatto quella battuta orribile su di me, e non era altro che il tirapiedi della perfida bionda. Alzai di poco la testa e da quel poco che vidi, potei notare lo sguardo del ragazzo puntato su di me, così la riabbassai subito.

Quando passarono davanti a me, mi sentii piccola quanto una formica in confronto a loro, che erano perfetti e ammirati da tutti.
Ma la cosa che li accumonava di più, era la cattiveria.

L'ultima a passare fu la bionda, a braccetto con il ragazzo dai riccioli perfetti. Qualcosa mi portò ad alzare di nuovo lo sguardo al suo passaggio, ma mi pentii subito dopo di averlo fatto, siccome la sua ragazza mi lanciò addosso un pezzo di brioche alla crema, come se fossi stata un bidone della spazzatura.

Mi odiavo a morte, perché il mio cuore batteva per lui, e lui non fece altro che calpestarlo e romperlo in mille pezzettini.

Non ebbi la forza di reagire a quel gesto crudele, così mi lasciai cadere a terra in lacrime, invisibile come un fantasma agli occhi degli altri studenti.
Avrei tanto voluto chiamare mia mamma, come aveva detto la bionda ridendo, per potermi sfogare con lei di tutto il dolore che covavo dentro, ma lei se n'era già andata da un anno assieme a papà.

Mi alzai di colpo dal letto grondante di sudore, e mi accorsi di avere persino le lacrime agli occhi.
Era da così tanto tempo che non facevo incubi sul mio passato al liceo, e ogni volta che ritornavano, erano sempre più pesanti e dolorosi da sopportare.

Con il passare degli anni capii che quelle persone si prendevano gioco solo dei più vulnerabili, e purtroppo, io facevo parte di quelli. Ma da una parte, se non avessi vissuto certe situazioni in passato, non sarei diventata la persona forte che sono adesso.

Mi asciugai le tracce di lacrime e guardai l'ora sul cellulare, subito dopo scattai in piedi. Mi ricordai solo in quell'istante che dovevo presentarmi in negozio prima del solito, evidentemente ero così presa da quell'incubo, che non sentii la sveglia suonare.

Mi piazzai davanti all'armadio e afferrai la solita gonna e camicetta elegante che indossavo soltanto per andare al lavoro; ormai la utilizzavo come divisa ufficiale.
Mi truccai leggermente e uscii velocemente dalla mia camera, con i tacchi stretti tra le mani, per evitare di disturbare Niall nella camera difronte, la cui porta, era stranamente del tutto spalancata.

Decisi di entrare per curiosare, e rimasi sorpresa nel trovare il suo letto fatto e senza alcuna piega.
Istintivamente pensai subito al peggio, ma qualche secondo dopo ricordai che la sera precedente uscì con Liam, così mi tranquillizzai, siccome non era la prima volta che passava la notte da lui.

My New Personal Trainer [h.s] (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora