Capitolo 1

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Due cose avrebbe voluto fare Avery Miller. La prima: realizzare uno sfizioso dolce composto da cioccolato a forma di prisma a base rettangolare, con mousse al cioccolato e topping crunchy bianco e decorato con eccellenti biscotti alla vaniglia frantumati intorno. La seconda: sprofondarci con una forchetta e indirizzarlo nella sua bocca.

Non scappare, nel cuore della notte e in una calda notte d'estate in luglio per abbandonare a tempo indeterminato la sua casa della quale conservava le reminiscenze più importanti del periodo in cui la madre Emily era ancora in vita.

Burford era un piccolo paesino nella contea dell'Oxfordshire, situato tra le colline verdi e gialle dei Cotswolds. Una zona pittoresca di campagna, zona d'interesse naturalistico accertata. A destra, a sinistra, avanti e dietro, est e ovest, gli occhi di Avery erano nati e cresciuti inondati dal verde incredibile di questi luoghi. Solo erba, cavalli e pecore, anche se all'improvviso la strada veniva attraversata da un animaletto con il passo veloce e lo sguardo furtivo. Appena si voltava, col musino piccolo e carino, dal pelo lucido, rossiccio, con una folta coda, una volpe aveva rischiato di causare un incidente e di procurarsi una brutta ferita. Lesta a scomparire tra l'erbaggio che bordava il ciglio della strada, i bambini con gli occhi luccicanti avrebbero voluto osservarla, magari rincorrerla per accarezzarla, ma lei era più veloce e in un istante, era diventata esclusivamente un ricordo.

Fossero state unicamente natura, le Cotswolds parevano essere state create apposta per i racconti fiabeschi. Distese di alberi imponenti che trasformavano le strade in lunghe gallerie verdi, ponticelli che attraversavano fiumi minuscoli, sconosciuti, che sembravano usciti da un quadro di Claude Monet. Leprotti che discendevano leggeri pendii, villaggi che parevano addormentati e con le antiche casette dai tetti a punta o di paglia, con mini aiuole colorate e fiumiciattoli che accarezzavano i portoncini dove nuotavano cigni e anatroccoli. Aveva meno di 1500 abitanti, era microscopico, celato, quasi dimenticato, tuttavia la giovane Avery Miller lo reputava casa per questo motivo.

L'abitazione, sotto contratto del suo unico genitore, non era affatto una delle migliori ben conservata nel tempo lungo la strada provinciale Tanners all'indirizzo 17 che man a mano si faceva più stretta e costeggiata dai fitti alberi dalle foglie verdi che costituivano il bosco. Era collegata anche all'autostrada, in fondo a destra e dritto sino alla fine del circolo degli Scout. Priva di un'accurata manutenzione, finestre rotte, soffitti ammuffiti per quei periodi di pioggia dell'anno freddi e umidi, porte quasi scardinate e di un padre occupato a intascare soldi in un contesto economico di per sé precario e a eclissarsi per mesi, era pur sempre l'unica quotidianità rimanente ad Avery oltre al lavoro da cameriera e alla passione per la cucina.

La consapevolezza le suscitò un magone alla gola. Un masso ingombrante e a tratti anomalo, sconosciuto, fastidioso, collocato tra il collo e il petto e del quale non poteva occuparsi, perché doveva affrettarsi, precipitarsi, volare, fiondarsi. Avrebbe preferito tutto, farsi assumere come badante agli anziani, da bambinaia o perfino detergere i fetidi bagni del Biliardo o del solo Bowling presente nel raggio di chilometri, ma non correre. Lo odiava, al pari di quanto odiava essere circondata da troppi esseri umani.

Avery Miller aveva una pazienza più simile all'intolleranza.

Il suo stato d'animo era tale quella domenica del 10 luglio. La partenza, in leggerissimo anticipo rispetto a quanto aveva programmato nel suo futuro lontano e incerto, le aveva scombussolato i piani. I guai, aveva presto imparato Avery, non potevi prevenirli. Suo padre, Henry Miller, non godeva di una buona reputazione e da buon egoista qual era sempre stato, aveva nuovamente lasciato il paese fuggendo e rendendosi irrintracciabile, ma perlomeno, contro ogni aspettativa, aveva avuto la decenza nei confronti della figlia di confessare come qualcuno sarebbe potuto venire a cercarlo.

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