Capitolo 11

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Brad non se lo aspettava. Aveva avuto un assaggio, qualche tempo prima, della sua audacia. Ma che lo desiderasse tanto, che non volesse attendere oltre per portare il loro rapporto ad un livello successivo, pur se in terra ancora dubbiosa e sconosciuta, insediandosi dinanzi a lui in maniera così valorosa per elargire una richiesta, riconoscere e senza alcuna vergogna il suo bisogno, intorno a una molto spinta appetenza sessuale e, circa la sua attrazione primitiva nei suoi confronti, lo aveva eccitato in un attimo.

La donna, a un tratto, rallentando quando giunsero nell'arcata aperta a tutto sesto della camera, si volse per guardarlo, abbandonando la mano di Brad e iniziando a camminare all'indietro, con il labbro stretto tra i denti e sotto le lunghe ciglia scure, gli occhi inguantati da una bruma che le aveva ottenebrato la mente, oramai. E se nello sguardo di Avery il riflesso era quello, era logico ipotizzare come Brad versasse nella medesima condizione. Dunque non resistendo oltre, coprì la distanza con un solo passo e le prese i fianchi, morbidi e curvilinei, provocandole un risolino sensuale quanto deliziato, di contentezza, e guardandola dall'alto per merito dei centimetri in più di cui disponeva, calando la bocca nella sua quando lei innalzò la propria.

Baciandola con un impeto senza precedenti, con la forza del suo corpo la fece indietreggiare e, nel positivo responso di quando mossero parallelamente le gambe per introdursi maggiormente nella stanza dalle vetrate circondariali fino al soffitto, rimossero le scarpe; le cacciarono da un lato e Brad avvertì le sue mani sollevargli la maglietta e, con un ruggito di piacere, lungi dal rifiutare il calore dei suoi palmi femminili e vellutati contro la pelle gelida dei suoi fianchi e il solleticamento causato dalle unghie acuminate, le ricambiò la benevole, ma avida e impaziente cortesia, di assistere quanto mai al piacere massimo della sua nudità e, sfilati approssimativamente che furono i primi due indumenti d'intralcio, tra l'avvicendarsi degli schiocchi veementi dei baci e l'accostamento al bordo del letto, ubicato sulla parete orizzontale e dirimpetto alla trifora, posero le mani nel rispettivo bottone e cerniera della stoffa dei jeans, aprendo, slacciando la cintura e rimuovendoli dalle gambe, prima di mettere una consistente ma irritante distanza per studiarsi a vicenda.

Avery fu più svelta, benché l'uomo avrebbe potuto sottolineare quanto la ritenesse minuta rispetto a lui, in un nano secondo da quando Brad, nudo, inspirando brutalmente una esigua quantità d'aria poté analizzarla da cima a fondo, venne spinto sul letto nel quale ricadde seduto, con un gemito di sorpresa. Le ciglia lunghe batterono contro le palpebre e sugli occhi, annebbiati di eccitazione, mentre l'uomo, affamato, osservando la donna in piedi innanzi a sé, rimase a corto di fiato.

Le vesti intime coordinate, nere e di un tessuto di raso dalla semplicità unica, erano seducenti e naturali addosso alle sue forme copiose; la sottile striscia a lato, a reggere l'indumento, era morbidamente adagiata sui fianchi aggraziati; ciononostante, a mozzare il respiro di Brad, non fu il reggiseno realizzato con un elegante raso elasticizzato, impreziosito da una balza ricamata con motivo floreale e che incorniciava il decolletè e il sottoseno, dando un apparente ottimo sostegno, quanto più alla sovrabbondanza dei suoi globuli tondi all'interno.

Bellissima.

Restò incantato dalle sue curve soffici, i capelli scuri a onde e indomiti dietro le spalle, il viso orbicolare dalle gote rosse come la passione più cocente, gli occhi azzurro nocciola velati da un luccichio, le labbra rosee, gonfie, lucide del loro sapore e il seno, prospero, abbondante, rigoroso. Quasi non ci rimase secco alla vista e quando l'uomo, incapace di tollerare ulteriore indugio, con un brontolio sommesso, virile e inarticolabile, la liberò dal penultimo brandello di pelle nascosta, il fiato ancora una volta tornò a mozzarsi nella sua gola.

Aveva un tatuaggio, sull'inguine, tra il bacino e l'attaccamento della coscia sinistra. Una piccola illustrazione di labbra nere, femminili; quello inferiore per grandezza superiore a quello sopra, con la lingua nell'atto di blandire seducemente il margine destro della bocca, ma Avery, che di smania in corpo ne aveva troppa per credere di essere in grado di sopportare altro, come un intermezzo di occhiate languide, gli salì a cavalcioni e riattaccò le labbra di Brad alle sue, con tempra, afferrando con presa decisa il retro della sua testa e mugolando deliziosamente alla frizione scaturita dal contatto delle loro nude intimità.

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