Katie permase in quello stato d'immobilità corporea, i muscoli frenati dall'incapacità atrofizzante di muoversi, col sordo rumore della porta del suo appartamento chiusa e il tonfo rimbombante unito all'eco della voce di Avery, ora un lontano ricordo, nelle orecchie. Si sentì assalire dal senso di colpa. Batté le palpebre come per riscuotersi da quello che aveva tutta l'aria di essere un incubo, e la realtà le piombò addosso. Le sue parole avevano messo in mostra tutto ciò che le si era accumulato dentro, come nell'armadio dei giochi di quando era piccola a casa dei suoi genitori, che si chiudeva faticosamente ma non importava perché loro continuavano a spingerci all'interno qualsiasi diporto acquistato.
Fino ad allora era sempre riuscita a trattenersi, ma la collega aveva spalancato una porta che Katie aveva accuratamente voluto tenere chiusa. E ora aveva le mani che tremavano e si sentiva ricoperta da uno strato d'infelicità così simile al sudore. Aveva avvertito una sensazione strana in tutto il corpo, come se fosse finita nella pelle di qualcun altro, causa di Avery che l'aveva messa dinanzi a una verità che Katie, si domandava come potesse essere che nessuno dei suoi amici prima, glielo avesse mai chiesto, glielo avesse mai fatto presente.
Come era possibile, dunque, che una ragazza dal caratteraccio di Avery, che proclamava insistentemente di non essere brava a stringere legami, ripudiava le amicizie e che la conosceva da un mese e sei giorni, l'avesse capita tanto bene, l'avesse vista per davvero? Il nocciolo della questione si rivelò a Katie e, mentre altre goccioline di sudore le percorrevano la fronte nel corso dell'amara realizzazione e il suo corpo sembrava attraversato da fiammate di calore, anche le lacrime cominciarono a farsi spazio nei suoi occhi.
Lei l'aveva vista, e per davvero. Non le era passata di fianco senza accorgersene; non aveva lasciato correre la metà delle cose dette da Katie come se non avessero rilevanza, ma le aveva approfondite; non aveva ignorato i suoi dettagli caratteristici e proseguito a fingere di non sapere come era fatta per assimilarla a suo piacimento, per manipolarla; non aveva mai preteso niente da Katie, ma le aveva dato la sicurezza di poter essere sé stessa assieme a lei, esortandola a non avere bisogno di compiacerla per essere accettata.
La prova che uno spirito libero come Avery Miller, sfacciato, oltraggioso, ribelle, coraggioso e incredibilmente leale, non avrebbe mai potuto rinchiudere in gabbia un altro spirito, benché con pochissime similitudini a confronto.
Katie capì di essersi sbagliata, ma pure che le persone erano più concentrate sulla propria vita che su quella degli altri e, se anche capitava che pensassero agli altri, lo facevano soprattutto in relazione a loro stesse. Ai suoi amici non importava cosa le accadeva, a meno che non fosse costretta a rifiutare un invito in un ristorante mega lussuoso da parte di Rebecca, Valerie e la loro comitiva, perché, segretamente, preferiva trascorrere il tempo in modi alquanto meno sfarzosi, con nonna Beth, la nipotina Daisy, la sorella Angela, i genitori; facendo un giro al museo o nelle gallerie d'arte, girovagare per i mercatini di Londra, mangiare a Camden Lock, visitare Stanfords a Covent Garden, nella libreria di viaggio più grande del mondo e dove era stata appunto con Avery, che aveva commentato su quanto i libri sugli scaffali dal 1853 la facessero sentire un'archeologa con in mano dei fossili.
Il ricordo le fece venire i lacrimoni agli occhi.
Avery.
Fu sul punto di analizzare qualcos'altro, salvo d'un tratto bloccarsi e sentirsi risuonare in mente, tramite la voce della sua coscienza, un interrogativo attinente alla riflessione avuta antecedentemente: ho degli amici e chi sono?
A Uxbridge, nel quartiere di Londra, nel borgo londinese di Hillingdon e nella contea di Middlesex, dove era nata, cresciuta, viveva la sua famiglia e finiti gli studi al liceo era scappata a gambe levate per vivere il suo sogno di iniziare una vita nella metropolitana inglese, aveva lasciato Zaheera e Willow. Avevano legato alla scuola superiore poiché aventi qualche materia in comune, oltre al dettaglio di non essere né facenti parte del gruppo popolare né di quelli presi di mira dai club sportivi composti dai figli dei genitori, il cui lavoro era ben lontano dall'essere umile. Erano invisibili, il ché alle volte era peggio dell'essere al centro dell'attenzione perché in una delle due categorie.
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Tienimi Per Mano
ChickLitAvery Miller è persuasa della teoria che ci siano due rudimenti basilari per una sana esistenza: cucinare sapendo fare un ottimo uso dell'incredibile varietà di cibo di cui disponeva il pianeta terra e mangiare altrettanto superbamente, andando in b...