«Il posto accanto al finestrino è mio.» Fece sapere Avery, principalmente a Katie e appena trovò i sedili nella fila a destra, indicati dai biglietti al momento dell'acquisto digitale, selezionando il posto a sedere in treno desiderato e prenotando in anticipo, berciò: «Trovati!» Scavalcò quello in cui da sé orchestrò che avrebbe dovuto sedersi l'altra ragazza, infilò il suo zaino al di sotto e il borsone a mano di medie dimensioni nella cappelliera sopra le poltrone, andando a sedersi. «Oh, comodo. Non me l'aspettavo.»
Accarezzò compiaciuta il rivestimento arancione della struttura, imbottita e fornita di schienale e braccioli resistenti in ambo i lati. Bethany la imitò nel depositare il suo bagaglio a mano accanto al suo, infine adagiò la borsa nel posto vuoto e sedette di fronte a dove Avery era sprofondata comodamente.
«Che avresti conosciuto la mia famiglia?»
Non per l'esattezza in questo contesto, ma ad ogni forma la risposta al quesito retorico di Katie era indubbiamente positiva. L'avevano convinta, finalmente, ovvero: le avevano stonato la testa negli ultimi due giorni sino alla totale e incondizionata arresa, avvenuta più a causa dell'esasperazione di come insieme formassero un duo composto di tiranne autoritarie che per la genuina voglia di fare un viaggio. L'importante, per Katie e la nonna, tuttavia, pareva essere la sua presenza, al di là di come l'avessero obbligata, ricattata e con un buon gioco di parole atta a manipolare la più astuta, spericolata ma coraggiosa essenza composta al novantanove per cento da sprezzante ironia.
Il 29 agosto, data riportata sui biglietti digitali e dei quali era stata Katie a occuparsi di fare loro avere ieri nei propri telefoni per salire nel vagone del treno a Londra alla stazione di Paddington e in direzione Uxbridge, ma con scalo a West Drayton e da lì avrebbero continuato viaggiando in autobus, per Avery poteva dirsi l'inizio di un'altra avventura. Era passato molto tempo dall'ultima volta in cui era salita su un treno con sua madre e l'impatto fu scioccante in termini di cambiamenti, non solo della moderna velocità, espressa da questo incredibile mezzo di trasporto, ma soprattutto dagli interni della cabina di prima classe; sedili nuovi di zecca; vagoni puliti e ordinati e un tavolozzo con due gambe, certo non molto grande e largo, tuttavia sufficiente per mangiare e poggiare gli snack portati da casa nel suo zaino.
Dagli anni novanta, primi anni duemila, era pressoché cambiato tutto e Avery non smetteva di guardare con occhi meravigliati, bocca schiusa e continue esclamazioni di sorpresa.
«Mi avete promesso gelati e caramelle, ma fino ad ora non vedo nessuno dei due. E comunque, resto del parere che avresti dovuto portare con te la tua ragazza e non me.»
«Perché temi di non piacere o che in pagella ti diano il voto che viene prima della sufficienza.» Bethany sorrise deponendo il capo, rivolto al paesaggio fuori dal finestrino, nell'apposito poggiatesta. «Ma tu piacerai, credimi.»
Avery conficcò le unghie sui braccioli, aggrottò la fronte e strinse i denti, ma non per impedirsi di rispondere sgarbatamente alla donna, oramai l'aveva capito che non le sarebbe riuscito neppure se lo avesse voluto e sottoposta a uno sforzo. Bensì perché odiò con tutta sé medesima provare quell'urticante senso di calore misto a imbarazzo nel petto, di fronte la sua assoluta convinzione e, anche perché, non sapeva come bloccare quelle sensazioni e rigirarle a suo favore.
«E Danielle non è la mia ragazza! Non ancora...» Katie avvampò, pronunciando l'ultima frase, prima di tornare alla carica e voltarsi nella sua direzione. «Perché non ti occupi del tuo, di ragazzo? Se non ricordo male, eri in videochiamata con lui e ci sei rimasta anche mentre andavamo a prendere la nonna.»
«La nostra è solo una relazione di sesso.»
Katie scoppiò in una programmata risata di scherno, indispettendola, tornando seria in un secondo momento quasi immediato e sfidandola a dimostrare il contrario: «Per favore, la maggior parte delle volte che ti ho vista in braccio a lui non era per la questione sesso!»
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Tienimi Per Mano
ChickLitAvery Miller è persuasa della teoria che ci siano due rudimenti basilari per una sana esistenza: cucinare sapendo fare un ottimo uso dell'incredibile varietà di cibo di cui disponeva il pianeta terra e mangiare altrettanto superbamente, andando in b...