Capitolo 4

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«L'idea dei lucernari è stata geniale.»

Brad guardava con la testa reclinata indietro i finestroni orizzontali nella copertura, che era ben oltre un paio di metri d'altezza, muniti di vetrate fisse e talvolta pure apribili, dal compito di offrire aria e luce all'ambiente sottostante. Ritraevano il cielo azzurro terso, con il passaggio occasionale di quei cumuli bianchi segni del bel tempo e del sole raggiante sorto da qualche ora. Aveva visto con i propri occhi l'edificio prendere forma, sebbene non fosse stato presente durante lo sbancamento, ovvero il vasto scavo quanto le misure dell'edificio e il posizionamento delle fondamenta, con la seguente aggiunta di pilastri, travi e solai, era orgoglioso dei progressi dei carpentieri negli ultimi sette mesi.

Lo considerava il gioiellino in comune con Marcus e gli era grato ogni giorno per averlo reso partecipe nell'iniziativa della società in affari, benché l'amico fosse consapevole della somma di denaro da dover tirare fuori e lo avesse per questo motivo invitato a prendere la decisione più giusta e ponderata per sé stesso, Brad aveva impiegato meno di un minuto ad accettare. Aveva fiducia in Marcus, nelle sue capacità e il senso di ammirazione per averlo preso in considerazione, al posto di tanti altri campioni con una storia di MMA dietro, la fierezza di essere stato scelto, lo aveva spinto a cogliere al volo l'occasione.

Mancava poco all'apertura. Gli operai avevano in fine aprile e inizi maggio realizzato le chiusure verticali con i muri di tamponamento e i muri divisori all'interno, lasciando unicamente libere le aperture di porte e finestre ai lati che avevano poi sigillato nelle settimane a seguire quando erano arrivati in cantiere gli infissi scelti.

«Perché è stata tua?» Il divertimento nella voce di Marcus che trasparì anche attraverso il telefono con il quale erano in chiamata, lo fece ridacchiare.

Se Brad l'inizio di un'avventura, un nuovo capitolo di vita, lo aveva costretto a restarsene a Londra impaziente di vedere i frutti di un lavoro di squadra che tanto aveva a cuore, per Marcus era giunto il momento di fare le valigie e partire insieme a Jane alla scoperta delle isole e degli arcipelaghi più belli al mondo all'inizio dell'estate e dopo il compleanno della piccola Zoe. Dalla Sicilia a Santorini, da Palawan nelle Filippine a Bora Bora nella Polinesia Francese.

Lui era quasi invidioso, sapere di star parlando col suo amico che soggiornava a Bora Bora, nella splendida laguna separata dall'Oceano da una barriera corallina tra le più belle del mondo e tra immersioni, sport acquatici, escursioni e alla scoperta dei sentieri e dei percorsi che si inoltravano tra valli tropicali e palme giganti. E senza contare l'incredibile colore delle sue acque incontaminate che bagnavano le spiagge romantiche e di notte la volta celeste, che zampillava di minuscole lucine che parevano gioiellini incastonati in una grande pietra blu scura.

«No, perché è semplicemente brillante.»

«Dovrei ringraziarti allora.»

«Gradirei un souvenir proveniente da quei meravigliosi posti in giro per il globo che ti stai premurando di visitare insieme alla tua compagna, che tra parentesi, è più gentile di te.»

«Se è così gentile chiedi a lei di farti dei regali.»

«L'ho già fatto e non mi deluderà.»

«Perfetto, così li butterò giù dall'oblò dell'aereo nel volo di ritorno.»

Qualcun altro s'intromise nella discussione. «No che non lo farà!» La voce di Jane non era mai stata più limpida, sonora e divertita e Brad ebbe la sensazione che Marcus stesse sorridendo. «Perché se oserà toccare i miei ricordini per voi, sarà lui a non scartare nessun regalo da parte della sottoscritta.»

Brad soppresse una risata sul punto di sgorgargli dal petto, sentendo lo sbuffo del suo amico e intuendo a malincuore, seppur con una nota divertentissima, quali fossero questi regali destinati solo a Marcus dalla scienziata.

Tienimi Per ManoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora