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Jimin stava dormendo ormai da qualche ora, pensando che nessuno si fosse accorto di ciò che aveva fatto.

Neanche lui sapeva perché, improvvisamente, gli fosse venuta voglia di ballare; ma aveva iniziato a farlo, lasciandosi trasportare da una melodia che solo lui poteva sentire.

Hoseok e Gunhee erano addormentati sul divano, l'uno abbracciato all'altro, con ancora la televisione accesa.

In tutta la casa regnava il silenzio, solo la luce della televisione accesa si poteva vedere, ma avendo un volume impercettibile all'orecchio umano, non vi era altro.

All'improvviso un rumore di vetro infranto fece svegliare tutti. Proveniva dalla stanza di Jimin e Gunhee si affrettò ad alzarsi dal divano, seguito a ruota da Hoseok.

Un urlo li fece preoccupare ancora di più, era la voce di Jimin che chiedeva, tra i singhiozzi, di lasciarlo stare.

La porta era stata chiusa a chiave dall'interno, ma con un po' di forza, e rompendola, Hoseok riuscì ad entrare.

La scena che gli si parò davanti lo lasciò pietrificato; una figura tutta vestita di nero stava tenendo il castano per i capelli,mentre lo riempiva di calci. Jimin stava piangendo e si stava contorcendo dal dolore che quei gesti gli stavano provocando.

Gunhee, vedendo che l'altro non riusciva a muoversi, fece il numero della polizia per poi avventarsi contro quell'uomo, che riuscì a fuggire dopo aver tirato un pugno nell'occhio del coraggioso.

Hoseok si precipitò ad abbracciare Jimin, che stava respirando a farica e velocemente, mentre Gunhee spiegava la situazione ai poliziotti tramite telefono.

"Stanno arrivando, ed anche un'ambulanza. Jimin... come stai?", gli chiese dopo aver riattaccato.

Ma Jimin sembrava non riuscire a parlare, aveva in mente solo quella persona, i suoi calci e le sue parole.

💋Dreams /YoonMin/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora