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La sveglia suona impietosa intimandomi di aprire gli occhi, lentamente scivolo attraverso le lenzuola per raggiungere il comodino e spegnere quell'aggeggio infernale che mi sta fracassando letteralmente i timpani, Dio che palle! Sono già le sette e mezza e tra un'ora devo essere  in reparto...mi metto a sedere sul materasso e inspiro a pieni polmoni...il reparto...sembra passata una vita, anzi é passata una vita da quando sono partito, l'uomo che é andato via due anni fa non sono io, o almeno, spero di non esserlo più.
Accendo il cellulare e vado in cucina per preparare il caffè, ma appena entro sento vibrare il telefono, SMS da Giò...la mia ormai grande Giò...

Da: Giocasta
A: me
Pronto per rientrare? Io non ancora ad averti nuovamente tra le scatole...ci vediamo sulla scalinata dell'ingresso principale del policlinico, il caffè lo offro io!

Ok, allora niente caffè per ora, poso la moka che avevo preso mentre leggevo il messaggio e mi siedo qualche istante per riflettere mentre mi preparo una fetta biscottata con la marmellata. Giocasta é l'unica persona che mi é sempre stata accanto, sin da quando era una studentessa ed io il suo tutor, questo sí che é successo una vita fa! Addento il primo pezzo e lascio che il dolce sapore mi invada la bocca, speriamo che la mia giornata abbia lo stesso " gusto", ho paura dell'impatto che avrò al mio rientro in ospedale, soprattutto dopo quello che mi ha raccontato Giò in questi mesi, la voce di quello che é successo si é sparsa rapidamente e si sa...in certi ambienti si mormora molto...ma, in tutta onestà, non è questo ciò che mi preoccupa realmente, le chiacchiere della gente sono l'ultimo dei miei problemi, ciò che realmente mi terrorizza é trovarmi faccia a faccia con lei, con i suoi occhi, ho paura di scorgere ancora il rancore nel suo sguardo un tempo innamorato...lei... Sara...la mia Sara...
Mi alzo con poca convinzione e cerco di farmi coraggio, devo affrontare questo ritorno, devo riprendere possesso della mia vita qui senza lasciare che il passato mi influenzi, soprattutto i miei sentimenti che, nonostante il tempo, nonostante le distanze, covano ancora nel mio cuore.

Avvolta in un cappottino rosso fuoco che a malapena nasconde la pancia al sesto mese di gravidanza, Giocasta parla concitatamente al cellulare con qualcuno e quando riattacca alza i suoi bellissimi occhi scuri al cielo.
" Nervosa già di prima mattina?" Giò si volta verso di me e appena i nostri sguardi si incrociano le labbra color ciliegia si allargano in meraviglioso sorriso.
" Ola, Ettore!" Strilla correndomi incontro e saltandomi al collo.
La stringo a me piú che posso nonostante l'ingombro della nuova vita che cresce in lei.
" Sembri un pianeta! " Esclamo liberandola dalla mia presa.
" Spiritoso... allora, com'era la Spagna?"
" Bella, anzi bellissima, ma l'Italia è l'Italia e in Italia c'è tutto il mio mondo..." Le dico accarezzandole la guancia fredda per via del venticello invernale.
Giocasta mi prende sotto braccio e ondeggiando sui suoi immancabili tacchi dodici mi trascina letteralmente verso il bar dell' ospedale.

Le scale si perdono verso l'alto ed io trattengo il respiro ad ogni scalino che salgo, ho quasi paura di entrare in reparto e appena ne varco la soglia ecco che l'odore di disinfettante colpisce il mio olfatto, così familiare, così lontano nel tempo...
Cammino e passo dopo passo incontro volti noti che mi salutano con entusiasmo o semplicemente con un sorriso, ma so cosa pensano realmente di me, io per tutti sono e sarò sempre lo stronzo che ha sedotto una studentessa timida ed impacciata per poi lasciarla in lacrime e con due corna da cervo quanto l'oggi ed il domani!
Sospiro e mi dirigo verso l'ufficio del direttore con davvero poca intenzione di volergli parlare, lo so che mi deve restituire il mio " ruolo", ma proprio non me la sento di interfacciarmi con chiunque abbia a che fare con questo reparto, ogni persona che incontro sembra guardarmi con biasimo, non sono nemmeno le nove e già ho voglia di tornare a casa!
Busso alla porta dell'ufficio del Sommo, ma nessuno risponde, certe cose non cambieranno mai! Il direttore ha sempre così tanto da fare che spesso dimentica gli appuntamenti, alzo gli occhi al cielo rassegnato e mi incammino verso la stanza di Giò, per oggi mi piazzerò lí in attesa che mi sia riassegnato il mio posto, appena mi incammino, però, qualcosa mi inchioda al pavimento, una voce, la sua risata...la sua cristallina risata mi arriva dritta al cuore, sapevo che era lí, che dopo la laurea le avevano proposto un tirocinio e poi una borsa di studio per un dottorato di ricerca, ma non ero preparato a vederla così presto, non ero proprio preparato a vederla! Come un'adolescente impacciato cerco riparo in qualche angolo del corridoio sentendomi tremendamente idiota, ma proprio non ce la faccio a fare l'uomo maturo, ho paura di lei, del suo giudizio, mi infilo in una rientranza e aspetto, Sara attraversa il mio campo visivo senza accorgersi della mia presenza, ride e scherza con delle persone a me ignote, la vedo serena, finalmente, ma non so perché non riesco ad esserne felice...forse perché so che non è grazie a me che ha trovato il suo equilibrio, cammina con eleganza, il suo passo é deciso ed è impossibile per me non rendermi conto che é cresciuta, due anni possono davvero trasformarti, questo lo so bene, ma il suo solo incedere mi dice che della piccola Sara che ho lasciato con il cuore in mille pezzi non resta più nulla...lei ora è Sara, una Sara che non è più la mia...
Resto come un coglione, si è proprio questo l'aggettivo esatto, poggiato al muro del corridoio a riprendere fiato e a sistemare un po' le idee, in apparenza nulla sembra essere cambiato, ma ogni centimetro quadrato di questo posto mi sembra totalmente estraneo, ma sono convinto che questo senso di estraneità non è dato solo dai cambiamenti che hanno stravolto il reparto in se, ma é dato soprattutto da me, quello davvero diverso qui sono io ed ora devo farmi coraggio e riprendere la mia vita da dove l'avevo lasciata... sperando che prima o poi tutto vada per il meglio...

Come quattro zeri sul cuore (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora