nove

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Sono uscito dalla doccia con la speranza che l'acqua potesse aver lavato almeno un po' il nervosismo che ho addosso, ma non è stato proprio così, sospiro e con indosso solo un asciugamano mi metto davanti allo specchio nel tentativo di radermi decentemente ed essere presentabile per il salasso di questa sera...la cena a casa dei miei é arrivata troppo in fretta!
" Ettore..." Stefania si affaccia dalla porta del bagno con un pizzico di imbarazzo. " Io... ecco...se non hai più bisogno di me andrei...buona serata e cerca di non stressarti troppo." Nonostante ci fossimo ripromessi di non farlo capitare nuovamente, oggi non ho proprio resisto alla tentazione, avevo bisogno di sfogare la tensione e quale miglior modo di farlo se non del sano sesso ristoratore.
" Ok, grazie del pomeriggio, Ste, ci sentiamo." Rispondo senza neanche voltarmi a guardarla, lei, d'altronde, non aggiunge altro ed esce quasi in punta di piedi...se ci penso, mi rendo conto di quanto Stefania sia cambiata, dopo l'incontro-scontro con Sara e la brusca interruzione della nostra storia, non è più stata la stessa, ha perso la sua indole battagliera, ha smarrito completamente la sua determinazione...
Mi sciacquo il viso per togliere i residui di barba e vado a vestirmi, entrando in camera da letto vedo la mia alcova ancora disfatta, una parte di me é perfettamente cosciente che questa é una situazione estremamente provvisoria, ma, purtroppo, un'altra sente una estrema necessità di questi contatti brevi, ma intensi...
Apro l'armadio e scelgo un completo blu con una camicia bianca, nonostante la serata non sia proprio il mio ideale di sabato, io preferisco non perdere il mio stile formale dai tratti casual, é come se la mia immagine mi facesse da scudo contro le " intemperie" degli eventi, se sembro un professionista tosto, forse lo posso essere davvero...
Quante seghe mentali che mi faccio...
Indosso il cappotto e mi decido ad uscire, sono in anticipo, lo so, ma credo anche che sia il caso di passare un po'di tempo con i miei genitori, ultimamente devo dire che con loro sono stato parecchio scostante, forse perché gli ho voluti tenere fuori dalla faccenda di Sara...non ho idea di come avrebbero reagito nel sapere che avevo avuto una storia con una mia studentessa...
Parcheggio nel vialetto di casa loro e scendo, le luci sono tutte accese e questo indica che mamma é in piena attività, avrà cucinato, come sempre, per un reggimento! Ammetto che un po'la capisco, lei organizza queste...chiamiamole "cena", per non dire pagliacciate, perché ha bisogno di vedermi sistemato, io sono il suo unico figlio e, con l'età che avanza per lei soprattutto, crescere il suo timore che quando lei e papà non ci saranno più io possa ritrovarmi solo... oltretutto ha sempre avuto il desiderio di essere nonna e ammetto che vorrei davvero accontentarla, un figlio, anzi due, li vorrei anche io...
Suono e dopo pochi istanti l'uscio si dischiude e mi trovo il viso di mia madre rubizzo per la fatica... oggi, molto probabilmente, avrà esagerato più del solito!
" Oh, tesoro, già qui?" Mi chiede.
" Si, perché non posso andare a casa dei miei genitori fuori dall'orario di vista?" Ironizzo .
" Certo che puoi venire, entra che fuori si gela...ti preparo un caffè!"
Appena varco la soglia della cucina poco ci manca che mi venga un infarto... sembra il cenone di Natale!
" Ma, mamma, non credi di aver esagerato?" Chiedo estrefatto.
" Certo che no...é un' occasione speciale..." Dice lei sibillina.
" Una che?" Mi informo allarmato.
" Nulla, tesoro, nulla, ma perché non vai a salutare tuo padre in biblioteca? Sono certa che gli farà piacere."
Mi allontano dalla cucina con la brutta sensazione che mia madre mi stia tendendo un'imboscata, ma cerco di scacciare il pensiero e mi infilo in biblioteca, dove trovo papà seduto in poltrona e smarrito nei suoi pensieri in compagnia di un sigaro cubano nella penombra rischiarata dalla tenue luce del camino.
" A furia di fumarli finirai al creatore!" La mia voce richiama la sua attenzione e papà mi accoglie con quel suo mezzo sorriso da uomo tutto d'un pezzo.
" Sono sopravvissuto a tua madre, non sarà questo ad uccidermi!" Esclama ironico.
" Preferirei che ti togliessi questo vizio..."
" Anche io, ma é più forte di me. Come mai così in anticipo?"
" Avevo voglia di vedervi..."
" Il figliol prodigio torna all'ovile!"
" Dai, pà, sono serio, volevo stare un po'con voi, sono mancato per due anni."
" Lo so, volevo solo fare un po'di spirito."
" Tranquillo... comunque hai visto la mamma? Ha preparato così tanta roba da sfamare tutta Italia!"
" Non me lo dire, é da ieri che cucina."
" Santa pazienza...ma che le é preso?"
" Dai che lo sai..." Mi incalza mio padre.
" Si, hai ragione, lei morirebbe pur di vedermi sistemato..."
" Già, sopra dopo quello che hai passato prima di andar via...doveva essere una cosa speciale, se ti ha spinto ad allontanarti per così tanto tempo..." Mio padre spegne il sigaro nel posacenere sul tavolino e mi osserva con serietà, mentre io sono così stupito da non riuscire a formulare una frase di senso compiuto.
" Ma... come...come?" Farfuglio ancora attonito.
" Giocasta..." Mi risponde semplicemente. Avrei dovuto immaginarlo, se si tratta della mia vita, Giocasta non può fare a meno di intromettersi.
" E che vi ha detto? Perché immagino che la mamma sappia ."
" Sa anche lei, ovvio... comunicazione sappiamo praticamente tutto, che la lei in questione era una tua giovanissima studentessa, che nonostante l'amassi immensamente hai avuto paura della vostra differenza di età e che per questo l'hai tradita con quella spocchiosa di Stefania, che, dal canto suo, vi ha messo i bastoni tra le ruote..."
Ok, sa tutto in pratica!
Sospiro con una certa amarezza e chino il capo per l'imbarazzo.
" Perché ve lo ha detto?" Sussurro.
" Perché glielo abbiamo chiesto noi! Un genitore sente quando il proprio figlio soffre e la tua partenza improvvisa fu per noi una dolorosa conferma."
Guardo mio padre di sottecchi, mi sento una persona insulsa che non ha avuto neanche la decenza di mettere al corrente la sua famiglia Delle proprie decisioni.
" Papà... secondo te sono un codardo?"
" No...ma non hai avuto la forza di perseverare nelle tue scelte e questo non è ciò che io e tua madre ti abbiamo insegnato, lo ammetto, all'inizio una donna così giovane non ci sarebbe stata a genio piú di tanto, ma, se l' avevi scelta vuol dire che doveva essere una gran brava persona..."
" Lo é...." Ammetto.
" Ettore, ora, però non è più tempo per piangersi addosso...devi andare avanti con la tua vita! Anche se molto a modo suo, tua madre vuole aiutarti, anche se questa ragazza non è proprio il tuo genere, almeno provarci, lo dico per il tuo bene...lo vedo che c'è ancora qualcosa che non va..."
Sto per dirgli che é più forte di me, che dimenticare Sara mi é impossibile, che neanche il sesso ha più lo stesso sapore, ma non ci riesco, é come se fossi in trance... trance che viene infranta dal suono irritante del campanello.
Ha inizio la mia terapia d'urto!

Come quattro zeri sul cuore (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora