quattro

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Avete presente quella canzone di Ligabue? Quella che qualche tempo fa spopolava in radio diventando l'inno di molti italiani? Si, pensateci, quella che faceva: " É venerdì! Non mi rompete i coglioni..." Bene, ora é anche il mio mantra, peccato, però, che c'è sempre qualcuno che di venerdì é pronto ad ignorare questa implicita, ma ovvia richiesta e, purtroppo, oggi lo ha fatto mia madre...
Sono in reparto aspettando che la spada di Damocle cada sulla mia testa, mia madre ha ben pensato di organizzare per il mio ritorno una " cenetta intima con pochi amici", usando le sue parole, ma so esattamente cosa sta architettando...infime manipolatrice!
A casa dei miei genitori si soffre molto per la mia situazione di scapolo convinto, ma, soprattutto, per la mancanza di nipotini, a quarant'anni passati sarebbe anche ora di mettere su famiglia, ma con chi? Non riesco proprio a trovare quella giusta...ed è qui che entra in gioco la mia intraprendente mamma, ogni occasione é buona per tentare di organizzare un blind date con figlie di amici o conoscenti...E stasera é proprio una di quelle occasioni...
Sbuffo e mi accascio sulla sedia della mia scrivania, proprio non ho voglia di rendermi complice di questa pagliacciata, rimugino un po' e alla fine, per non pensare al supplizio di stasera, mi alzo, mi tolgo camice bianco e mi infilo la casacca dell'ospedale, ho deciso di raggiungere Giocasta in sala operatoria, assistere all'asportazione di un ameloblastoma mi darà sicuramente uno scossone.

"Ed ecco riemergere dall'oltretomba un'anima perduta...." Giò mi canzona appena entro in sala senza, però, smettere di lavorare.
" Dai, sei simpatica come un mal di denti il giorno di Natale." Ribatto posizionandomi al suo fianco.
" Ti va di farmi da secondo?" Mi chiede secca facendo cenno ad una ferrista di passarmi un divaricatore.
" Ma si...dai..." Prendo lo strumento ed inizio ad assisterla.
" Che mi dici? So che hai avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con la Croce." Mi dice Giò sorniona.
" Già, che tipa! Ma come lo sai?"
" Ho sentito la miss parlare con un infermiere al bar, dice che le piaci...e che si divertirà un mondo con te."
" Stiamo proprio a posto..." Dico aspirando il sangue nel sito chirurgico.
" Mi sa che ti sei trovato un'amica." Sghignazza mentre sciacqua con soluzione antibiotata la zona.
" Fai meno la spiritosa, ha un qualcosa che mi inquieta..."
" Ti avevo avvisato!"
" Comunque... toglimi una curiosità, ma come fai ad operare con quella pancia da orso Baloo?"
" Come sei delicato! Con un po'di contorsioni, ma ci riesco, anche se questo dispettoso scalcia come un ossesso."
" Avete già il nome?" Le chiedo passandole una siringa di fisiologica.
" Onestamente non ne abbiamo idea... Raffaele vorrebbe evitare di chiamarlo come suo padre."
" Perché?"
" Perché quel pover uomo si chiama Sulpicio."
" Eh?"
" Sulpicio, tipico nome della città di Taranto, ma ormai in disuso."
" Infatti, qualcosa di più moderno ci sta."
" Ma siamo senza idee."
" Le bambine che dicono."
" Beh...si può dire che hanno idee tutte loro."
" Tipo?"
" Tipo... Aladdin...amano quel cartone animato..."
Non riesco a trattenermi dal ridere, peccato che tra le nostre mani sta un poveraccio in sedazione cosciente che, nonostante la lucidità alterata, si sta ascoltando tutti i nostri discorsi.
" Dai, Giò, torniamo seri, finiamo il lavoro."
" Hai ragione...passami una sutura quattro zeri che chiudo, ho finito."

Che serata del Ca**o! Sono seduto a cena con degli amici dei miei genitori e rispettive figlie single, mi sembra una puntata di quel vecchio show televisivo: " il gioco delle coppie", peccato che le aspiranti pretendenti siano nubili per ovvi motivi...la prima é bella da perdere il fiato, ma al posto del cervello sembra avere una bolla d'aria, la seconda é la tipica depressona gattara che viste stile mormone, la terza avrà almeno sessant'anni! Ma dove l'hanno pescata questa!? Sto per mandare giú l'ennesimo bicchiere di vino per cercare di anestetizzare i miei neuroni ed ignorare così questo supplizio quando sento il suono del campanello.
" Vado io!!!" Cinguetta mia madre.
" Sarà mia sorella... É sempre in ritardo!" Afferma la depressona sollevando appena gli occhi dalla tavola.
" Si, sarà mia figlia minore, vive in un mondo tutto suo, per lei non esiste che il suo lavoro...da una famiglia di artisti come noi non so come possa essere uscita una crumira così!" Afferma una signora seduta al fianco della gattara, la guardo un po' interdetto, si atteggia da sofisticata di questo accidente con quel taglio di capelli alla Louise Brooks mal riuscito.
" Artisti?" Chiedo.
" Oh sì!" Esclama impettita. " Io sono una poetessa, mentre mio marito è un compositore jazz."
" E le sue figlie?"
" La nostra Moira..." Dice indicando la depressa. " É attrice di teatro d'espressione, mentre l' altra..."
" Buona sera a tutti!" Una voce alle mie spalle interrompe la conversazione, resto impietrito, non...non può essere...mi volto verso l' ingresso e quasi mi cade la mandibola al suolo per lo stupore! Merda! Ma é la Croce!
" Oh, Tris! Possibile che sei sempre in ritardo!?" Squittisce acida Moira.
" Beh...sai com'è sorellona, quando hai un lavoro serio come il mio é ovvio che ti capita di trattenerti più del dovuto in reparto." Ribatte Beatrice accomodandosi su di una sedia al mio fianco.
Moira la guarda stizzita, ma non osa rispondere, si vede che tra le due c'è un certo astio.
" Ehi! Ma tu guarda chi c'è!" Esclama la Croce voltando verso di me. " Il mio bel Dottore...ma tu guarda com'è piccolo il mondo..." Dice ammiccante.
" Ma...voi vi conoscete?" Interviene mia madre con un sorriso a trentadue denti.
" Certo! Io ed Ettore siamo colleghi! É suo figlio, quindi..."
" Si, é lui il mio ragazzo..."
" Allora capisco perché é così carino...é tutto sua madre..." Tris mi guarda con due occhi indagatori mentre mia madre arrossisce come una scolaretta.
" Ciao, Beatrice..." Mi decido a salutarla.
" Ciao anche a te, allora, come vanno le lezioni?" Chiede portandosi alle labbra carnose un bicchiere di vino rosso.
" Bene, bene, i ragazzi sono molto partecipi, seguono praticamente tutti..."
" Davvero? Beh... mi fa piacere, quando insegnavo io non erano così costanti, ma come dar loro torto...sono curiosi."
" Curiosi?"
" Certo! Dopotutto perché perdersi le lezioni del famoso dottor Lover..." Mi dice avvicinandosi al mio orecchio.
" C-cosa?" Chiedo scosso dalle sue parole.
" Oh! Non lo sai? I ragazzi ti chiamano dottor Lover, dottor amante per intenderci, dopotutto non sei tu il grande amatore di studentesse?" Dice sogghignando.
Resto pietrificato, non posso crederci! Sono...sono lo zimbello di tutto il reparto!

Come quattro zeri sul cuore (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora