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Merda! Entro in aula e cosa vedo? Una classe praticamente al femminile! Su venticinque studenti diciotto sono ragazze... sospiro e mi avvio verso la cattedra, nemmeno il tempo di sedermi che un brusio concitato si solleva dalla platea, quelle ochette mi hanno riconosciuto e so cosa si stanno dicendo sommessamente: " Ma quello non è il puttaniere che se ne andò con una studentessa?" Tipico delle ragazze, il pettegolezzo non poteva mancare!
Mi siedo e mi stiracchio il collo, non é stata una grande idea dormire sul divano ieri notte...pazienza, soffrirò stoicamente, mi schiarisco la voce ed inizio, ieri mi sono letto il programma, la mia predecessrice mi ha lasciato questa mattina sulla scrivania un foglio con gli argomenti già trattati, ma di lei nemmeno l'ombra, forse Giò ha ragione, è una tipa un po' rancorosa.
La lezione sembra non passare mai, ma alla fine sopravvivo quasi indenne alle occhiate di ardente curiosità dei ragazzi, mi sembra di essere stato messo alla berlina e appena escono dalla classe posso tirare un sospiro di sollievo, sospiro che, però, mi muore letteralmente in gola.
" Allora é vero che sei tornato..." Una voce proveniente dal fondo della classe richiama la mia attenzione, sollevo il capo e la vedo, seduta sui banchi a gradoni in terz'ultima fila, Sara mi guarda seria, i suoi occhi sono quasi imperscrutabili, ha la divisa dell'ospedale, é bellissima con quel color vinaccia addosso ed i suoi lunghi capelli castani sono tirati su da una coda alta che valorizza il suo elegante collo, oggi dovrebbe avere ventisette anni...
" S-Sara..." Mormoro pietrificato.
" Già...che mi dici?" Mi chiede secca.
" N-nulla..."
" Tutto bene? Com'era la Spagna?" Continua a chiedermi senza mutare espressione.
" Si, si, tutto ok, anche in Spagna...paese molto caloroso..."
" Bene, mi fa piacere..." E detto ciò salta giú dal banco e si dirige verso la porta. " Mi ha fatto piacere vederti, volevo salutarti...ci vediamo in giro...ah! Grazie per i fiori che mi mandasti alla laurea..." Sara esce dalla stanza senza aspettare una mia risposta lasciandomi come un idiota, é...é completamente diversa dalla mia Sara... Dio che cosa ho fatto? Non sarà colpa mia il suo comportamento gelido? Temo di sì...
Mi poggio alla cattedra con l' umore sotto i tacchi, mi sto rendendo davvero conto che qui é tutto orrendamente diverso, soprattutto le persone...

" Quindi vi siete parlati..." Afferma pensierosa Giocasta mandando giú un sorso di té bollente.
" Parlati si fa per dire..." Rispondo sconsolato.
" Dai, almeno é passata a salutarti."
" Secondo me stava valutando se ammazzarmi o meno."
" Che esagerato! Di certo non poteva farti le feste!"
" Lo so...se mi fermo un secondo a pensare a quello che é successo mi sento un verme."
" Beh...fai anche bene a sentirti così, ma non starci troppo a rimuginare, vai avanti con la tua vita."
" Fosse facile..." Mormoro.
" Finiscila di fare la vittima e tira fuori le palle, prima o poi dovrai conviverci con questa situazione, Sara resterà qui ancora molto."
So che Giocasta ha ragione, ma proprio non riesco a darmi uno scossone, mi sembra di essere un depresso cronico in astinenza da benzodiazepine...Questo break al bar dell'ospedale doveva tirarmi su dopo l' episodio di questa mattina, ma mi sento sempre più sotto tono, é stata una doccia fredda di realtà, finisco il mio caffè e resto qualche secondo in silenzio, silenzio che Giò decide di non infrangere.
Ci alziamo e ci avviamo verso il reparto, attraversiamo il cortile stringendoci l'uno all'altra per ripararci dal primo freddo di novembre, mentre ci avviciniamo all'ingresso il mio sguardo si posa sulla scala antincendio esterna ed un mare di ricordi mi invade la testa, quante volte Sara ed io ci siamo rifugiati su quei gradini? Sospiro e penso sempre di più che Giocasta abbia ragione devo iniziare davvero a convincermi di essere in grado di affrontare questa convivenza forzata.

L'unica cosa che in questi due anni non mi è mancata affatto é firmare scartoffie...la mia scrivania é già piena di cartacce! Santa pace, nemmeno il tempo di tornare che me le rifilano come acqua fresca! Passo l'intero pomeriggio ad archiviare, ordinare e vagliare documenti, quanto vorrei essere in corsia in questo momento, ma devo ancora essere reintegrato nell'attività clinica, mi sembra di essere chiuso in un fottutissimo limbo.
" Che palle..." Sospiro rassegnato.
" Che fa? Già si lamenta?" Resto in attimo spiazzato quando scorgo, poggiata allo stipite della porta, una donna.
" Chi lo vuole sapere?" Chiedo un po' sulle mie.
La donna si avvicina facendo risuonare sul pavimento il rumore ritmico dei tacchi dei suoi stivali.
" Io..." Sussurra sedendosi sul bordo della scrivania e accavallando le gambe fasciate in un paio di leggins in simil pelle.
" Io chi?" Sto iniziando ad irritarmi, chi sarebbe questa tipa!?
" Piacere, collega, sono Beatrice Croce, per gli amici Tris..." Dice tendendomi la mano affusolata.
" Ettore Antonacci..." Rispondo.
" Lo so...qui tutti sanno chi sei..." E ti pareva! Sono davvero lo zimbello del reparto!
" Almeno ci risparmiamo le presentazioni... allora,Tris, cosa posso fare per lei?"
" Inizia dandomi del tu..."
" Ok, poi? Non sei certamente venuta qui solo per presentarti."
" Vero, sono venuta per farti una proposta..."
" Ossia?"
Beatrice pianta i suoi grandi occhi verdi su di me e sorridendo mi dice: " Che ne diresti se ci dividessimo le lezioni? Sai, questo sarebbe il secondo corso che tengo e ci ho preso gusto..."
" Non so se la cosa mi interessa...sono appena tornato e ho voglia di riprendere possesso del mio ruolo...mi capisci vero?" Ghigno seccato.
" Certo che ti capisco, in fondo parliamo della stessa cosa, io non voglio cederti il mio di ruolo..." Beatrice non perde la calma mentre i miei nervi affiorano poco a poco.
Ci studiamo per qualche istante fino quando la mia ospite indesiderata avvicina il suo viso al mio.
"Sai..." Esordisce. " Devo ammettere che mi piaci, Dottor Ettore... credo proprio che mi divertirò con te, sarà un piacere sbarazzarmi di te..." Ed inaspettatamente mi lascia un bacio sulla fronte. " Buona serata, Dottore, ci si vede in corsia...ah! Quasi dimenticavo! Presentandomi ho dimenticato di dirti che sono una tipa ambiziosa quindi detesto perdere...capiscimi!" E scesa dalla scrivania si allontana ancheggiando.
Chissà perché ho la vaga sensazione che stanno per arrivare grossi guai...

Come quattro zeri sul cuore (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora