"Basta" urla mia mamma spazientita mentre io e mio fratello ci rincorriamo per casa, attirando la nostra attenzione.
"Era lei che non si svegliava" ribatte mio fratello sulla difensiva. Il sangue mi ribolle nelle vene "E c'è bisogno di lanciarmi i cuscini addosso e bagnarmi la faccia?" urlo sull'orlo di una crisi di nervi.Certe volte mio fratello è proprio un bambino, non si direbbe che sia più grande di me. Sorrido pensando a quella volta in cui da piccolo tornò a casa piangendo dopo essere caduto rincorrendo un amico ed io mi occupai premurosamente di lui, nonostante avessi 8 anni e lui 10.
"Ti ricordo che siamo in ritardo genio, non facciamoci riconoscere dal primo giorno, e per di più nella nuova scuola" risponde mio fratello marcando le ultime parole.
"Faremo ancora più ritardo grazie al tuo fantastico modo di svegliarmi" guardo mio fratello toccandomi i capelli ormai bagnati.Controllo l'ora e quasi svengo: sono le 7.40, quindi ho venti minuti per prepararmi e arrivare in classe.
Entro nel bagno della mia camera e mi asciugo i capelli. Questa casa è davvero grande e mi piace avere una stanza tutta mia, da non condividere con quell'idiota di mio fratello, non oso ricordare tutti i pigiama party andati in fumo grazie a lui e alle sue stupide battutine per fare il simpatico con le mie amiche, fallendo miseramente.
Papà ha voluto comprare una casa più grande della precedente, avendo a disposizione la promozione data dal suo datore di lavoro, quindi ne ha approfittato insieme ai risparmi, per comprare questa casa che è quasi una villa.
La mia camera è bellissima e soprattutto molto spaziosa, e si trova al primo piano. Presenta una parete personalizzata da me, con vecchie fotografie, al cui centro c'è un grande e morbido letto e al lato una scrivania, di fronte a sinistra c'è la cabina armadio, e a destra c'è la porta del bagno. A sinistra c'è l'entrata della camera, mentre a destra c'è una porta finestra che si affaccia sulla piscina. Ho sempre voluto una piscina tutta mia, e ringrazio l'insistenza di mamma per aver convinto papà a comprarla.Corro nella mia camera e apro la cabina armadio, indecisa su cosa mettere. Opto per un jeans chiaro, aderente e leggermente strappato, e una maglietta bianca con una giacchetta leggera, non fa molto freddo. Riguardo alle scarpe le converse bianche sono perfette.
"Sono le 8.00, ringraziate che è il primo giorno e vi accompagno io" dice mia mamma severa, mentre mio fratello mi trucida con lo sguardo.
Arriviamo in ritardo di dieci minuti e fortunatamente nella scuola c'è molto trambusto, essendo il primo giorno anche delle prime, tiro un sospiro di sollievo sperando che il mio ritardo passi inosservato.
Mi guardo intorno, l'istituto è molto grande, e fuori c'è un grande cancello, il cui interno è occupato da un vasto spazio verde, dove ci sono auto parcheggiate e grandi fogli in bella vista riguardanti open day.
Inizio a sentirmi a disagio in mezzo a tutte quelle facce nuove, senza conoscere nessuno.Dopo essere entrata, mi dirigo in segreteria per farmi consegnare gli orari dei corsi, notando infelicemente matematica alla prima ora.
La classe dovrebbe essere sul primo piano, ho quasi paura di perdermi per quanto è grande l'edificio, intanto il ritardo è assicurato.
Mi blocco intravedendo finalmente l'aula di matematica; sono a qualche metro di distanza quando vedo un ragazzo uscire da essa, seguito da un professore con uno sguardo alquanto stizzito. "E se sarai ancora in ritardo prenderò seri provvedimenti" urla il professore, facendomi spaventare non poco del mio stupido ritardo.
In questo momento vorrei solo scappare, l'idea di fare una figuraccia davanti a una classe che non mi conosce mi spaventa.
"Non conviene che entri, è fuori di testa" mi dice il ragazzo appena cacciato, probabilmente componente della mia nuova classe.
"Per rimproverarti il primo giorno di scuola, ne avrai fatti di ritardi gli anni precedenti" rido io. "Perspicace la ragazza" ribatte e mi sorride di rimando. Ha gli occhi verdi e i capelli castani, è abbastanza alto e una faccia che non promette nulla di buono. Sembra il classico bad boy. Allungo la mano "Grace", lui mi guarda e sorride, senza stringermi la mano "non è importante" sorride, lasciandomi senza parole. Non sembra un bad boy, è un bad boy.
Alzo gli occhi al cielo e mi preparo a bussare "sei nuova?" mi chiede, e io annuisco.Busso alla porta e ho il cuore a mille, con fare sbadato abbasso la maniglia, sento una quarantina di occhi puntati addosso e non so come comportarmi. "Buongiorno" sussurro piano, sperando che i miei compagni abbiano sentito. Il professore mi guarda cordiale "Salve, lei dev'essere" si ferma e guarda sul registro "Grace Anderson, la nuova arrivata" continua. Annuisco e noto i bisbiglii della classe, che probabilmente non si aspettava una nuova compagna.
In questo momento spero solo di non aver fatto brutta impressione. "Bene signorina Anderson, vuoi presentarti alla classe?" mi guarda il professore apprensivo. In quel momento avrei voluto materializzarmi, è imbarazzante parlare davanti a tanta gente. "Mi chiamo Grace Anderson, ho 16 anni e vengo dalla California. Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti qui circa due settimane fa, spero di trovarmi bene." Dico imbarazzata, pensando a quanto suonasse stupida la mia ultima frase.Mi guardo intorno in cerca di un banco libero, e tiro un sospiro di sollievo notando che ce n'è uno vicino alla finestra in fondo all'aula.
"Ciao, piacere, io sono Jennifer Collins, puoi chiamarmi Jenn, o Jenny, come preferisci. Spero che diventeremo amiche" Mi fa un sorriso a trentadue denti la mia nuova compagna di banco, e sorrido anche io.
È una ragazza bassina e bionda, ha una treccia morbida che le cade lateralmente al viso, dandole più solarità. I suoi occhi sono piccoli e di un azzurro intenso.
"Spero anche io" sorrido ormai sollevata per aver trovato un'amica apparentemente simpatica.Ho scoperto che io e Jennifer abbiamo scelto di seguire gli stessi corsi, tranne geografia, materia che io non amo molto, e lo si può capire dal mio inefficace senso di orientamento.
"Se vuoi puoi pranzare con me e i miei amici" mi dice la mia nuova amica all'ultima di cinque estenuanti lezioni.
"Okay grazie mille" sussurro. Almeno posso farmi nuovi amici e non starò da sola come una sfigata."Ecco, lei è Grace, e loro sono i miei amici, Tayler, Megan, Shawn e Alexia" "piacere" diciamo in coro.
"Non potete immaginare chi ho visto nel corridoio" parla euforica Alexia, oppure Megan aiuto. "Jason"
"Ancora lui? Credevo che l'estate ti facesse ragionare, evidentemente mi sbagliavo" alza gli occhi al cielo divertita Taylor. "Divertente".
"Jason è la cotta di Megan da più di un anno, il bello è che a lui non interessa" ridacchia Jennifer, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Megan, seguita da una risata.
"E Grace, a te piace qualche ragazzo?" domanda Megan. "Nah, mi sono trasferita da poco, e per pensare all'allestimento della casa, in particolare della mia camera, non ho avuto molto tempo per uscire e conoscere il posto, e i ragazzi" ridiamo insieme.
I ragazzi sono molto simpatici, sono molto solari e divertenti, in particolare Tayler, che fa tantissime battute e mosse che fanno ridere tutti.Dopo aver pranzato ci congediamo.
"Grace, ti va di uscire questa sera con noi? Servirà anche per conoscere meglio la città" mi dice Jennifer.
"Va benissimo, a che ora?"
"Alle 8.00" "ci vediamo stasera".
Ci scambiamo i numeri e ci avviamo ognuno per la propria casa.Torno a casa dopo tanto tempo, l'orientamento non è il mio forte e non avevo ben chiaro dove fosse la mia casa, e mio fratello ti pareva che non mi lasciava sola.
"Grace come mai hai fatto tardi? La casa è a 10 minuti di distanza dalla scuola" domanda mio fratello, e a quel punto mi trattengo dal dargli uno schiaffo.
"Potevi aspettarmi e andavamo insieme" "Io? Aspettare te?" ridacchia.
Salgo in camera, non ne posso più, non voglio accendere nessuna lite.~~~~~~~
Ciao a tutti,
siamo due ragazze che hanno deciso di scrivere un libro insieme, sperando vi piaccia.
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Ci firmeremo ~Ros e ~Tess
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Un amore inaspettato [sospesa]
RomansaGrace è una sedicenne di Los Angeles, che per motivi familiari, è costretta a trasferirsi con la sua famiglia, a Londra e nonostante per lei sia tutto nuovo e diverso, è proprio questo paese che darà una svolta alla sua vita.. #175 in Storie d'amore...