Cap 9: Andiamo via

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Alec mi aveva aperto gli occhi.
Io senza di Jake, riuscivo a stare. Era lui che tornava da me, non il contrario. Era lui che mi voleva.
Ma se mi voleva perché continuava a rifiutarmi, dicendo che le altre erano meglio di me e ignorandomi. Non sarei rimasta a guardare mentre si scopava mezzo mondo, e poi un giorno quando avrebbe deciso di mettersi la testa a posto sarebbe tornato da me.

NO. Non sarei rimasta ad aspettarlo, ero stanca. Se voleva divertirsi lo avrebbe fatto con qualcun'altra, non con me. Io avrei fatto lo stesso.
Non esisteva solo lui.

Io e Lia andammo al piano di sopra per prepararci. Quando mi diressi nell'armadio guardai tutti i miei vestiti, notai che alcuni erano ancora nuovi di zecca. 
Perlopiù quelli nuovi erano tutti sullo stile sexy ed elegante, cioè il contrario del mio. 

Nella vita non mi era mai importato di dover apparire, volevo semplicemente essere lasciata in pace. Sapevo di non volere ciò che le ragazze della mia età volevano, come attenzioni, gioielli, vestiti e regali. 
A me bastava rimanere nell'anonimato, vivere una vita serena senza incubi né demoni del passato che ti compaiono in sogno.

Toccai con le dita quei tessuti nuovi, mai stati utilizzati tranne in qualche rara occasione. 

Quella sera volevo divertirmi, volevo dimenticarmi di Jake. Sarebbe stato difficile, ma è poco quello che l'alcool ti impedisce di fare.
Allungai il braccio e presi i vestiti che avevo scelto. Quella sera sarei stata chi volevo essere, una normale diciottenne che andava ad un party e si divertiva senza pensare al giorno dopo.

Indossai una camicetta bianca con i bottoni aperti, lasciava vedere il reggiseno di pizzo nero che mi ero messa per l'occasione. Sotto avevo una gonna nera che mi fasciava fino a metà gamba, facendo risaltare le mie curve. Infine mi infilai degli anfibi neri e misi un po' di rossetto rosso scuro, legai i capelli in una crocchia disordinata e mi guardai allo specchio.

Ero sexy ma non solo, ero anche provocante. Non volevo cercarmi un uomo volevo solo...sentirmi normale.

Presi lo zainetto e il giubbino di pelle, mi guardai di nuovo allo specchio...
Quella ero io, ma avevo davvero voglia di rimettermi in gioco, di provare a vivere non solo appoggiandomi sugli altri, ma solo su me stessa?

Alzai di nuovo lo sguardo e mi vidi per l'ennesima volta allo specchio. Che stavo facendo?

Mi avvicinai al letto e mi sedetti, mi inchinai in procinto di slacciarmi le scarpe.
<Ti vuoi muovere?> pretese una voce alle mie spalle, quando mi voltai incontrai gli occhi di Jake. Mi alzai di scatto, non lo avevo sentito entrare, e incontrai i suoi occhi.
Il suo sguardo mi trapassò, non mi stava più guardando in faccia, stava guardando com'ero vestita.
E probabilmente non gli piaceva, lo capii dallo sguardo arrabbiato, la mascella rigida come tutto il suo corpo e le nocche bianche.

<Sono pronta adesso scendo> risposi con strafottenza,  mi risistemai decisa a rimanere vestita come avevo scelto. 

<No, tu di casa così non esci> abbaiò cercando di prendermi una mano. Ma fui più veloce.
Con uno scatto presi lo zainetto e il giubbino e mi lanciai verso il balcone.
Non era nessuno per dirmi come dovevo vestirmi, prima forse glielo avrei concesso ma adesso No. Era finito il tempo in cui mi sottomettevo a lui, ero stanca di far la vittima. 
Ero grande abbastanza da poter prendere le mie decisioni da sola, Jake voleva una figa da scopare e anche se con me non si era mai spinto tanto oltre io avevo capito che potevo avere di meglio.

Jake non mi voleva? Che andasse a farsi fottere.
Ero Emily Scott, ero sopravvissuta a una madre malata, al suo amante nonché mio stupratore. Ero nata per combattere e mai nessuno mi avrebbe messo più i piedi in testa. 
Jake nel bene o nel male sarebbe rimasto sempre importante per me. Lo sapevo io come lo sapeva lui. Solo che il tempo delle giostre era finito, ero stanca.

Pazza di luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora