twenty-one chapter

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E ho scritto le parole più grandi di me
Ci pioveranno addosso come grandine
T'ho fatto d'ombrello,
adesso che il tempo s'è
fatto più bello non ti servirò
Mi hai fatto d'ombrello,
adesso che il tempo s'è
fatto più bello non mi servirai.

Ho scritto pagine, pagine sai

Fuori c'è un sole grande spero lo vedrai Un po mi penserai, ma saremo lontani
Un giorno t'alzerai e ci vestiremo uguali
Io metterò gli occhiali che mi hai regalato

E tu t'incazzerai di nuovo con il tuo capo
E ti farai coraggio per restare a galla
Non piangerai sulla mia spalla.

"Ti amerò per sempre.."
furono queste le ultime quattro parole che rilasciarono le labbra secche del moro, prima di uscire da quella casa e incamminarsi verso l'aeroporto, con il cuore tra le mani e gli occhi pieni di lacrime.
Se Federico era felice così, lui non glielo avrebbe impedito, era giusto così.
Benjamin aveva portato con sé due giorni fa solo il cellulare e dei soldi per il biglietto di ritorno, un biglietto che avrebbe voluto prendere il più tardi possibile.
Non era pronto a lasciare andare Federico, il suo ricordo anche se con dolore lo avrebbe portato sempre con sè, era stato il suo primo amore e come dice il detto il primo amore non si scorda mai, non lo avrebbe mai dimenticato.
Prima di lui c'erano state nella sua vita solo storielle di poco conto ma da quando aveva incontrato quel paio di occhi azzurri dentro di lui qualcosa era scattata, non seppe mai cosa, ma dal primo giorno voleva proteggerlo, osservarlo e voleva il biondo accanto a lui giorno per giorno e non solo per lavoro.
Benjamin provava ad odiare Federico, voleva odiarlo per aver trovato già qualcuno al suo fianco, voleva odiarlo per il bacio di due sere fa, ma non ci riusciva, non riusciva a provare odio per la persona che amava, odiava però se stesso per aver rovinato tutto tempo prima, si odiava perché forse a quest'ora sarebbero stati ancora insieme, a baciarsi e sussurrarsi che andava tutto bene e non come ora separati.
Benjamin provò inutilmente a non piangere sul volo diretto a casa, ma ogni minuto che passava sentiva un peso addosso, una sorta di vuoto e malinconia, quella sensazione dove ti senti a metà tra il piangere e il voler urlare, dove ti senti fragile come un bicchiere di vetro ma insensibile, quasi come se non ti toccasse più nulla.
Benjamin si sentiva così, impassibile ma fragile, sull'orlo di una crisi di pianto e di una sfuriata.
Non voleva messaggiare Zambo per informarlo della situazione, non si sentiva ancora pronto a raccontare quanto successo e di dire ad alta voce che questa volta tra lui e Federico era davvero finita.
Alle 22 in punto Benjamin era atterrato a Milano, con fatica dopo essere sceso dall'aereo aveva preso un pullman ed era tornato a casa, occhi bassi, sguardo fisso e corpo stretto nella felpa nera, chiunque lo avesse visto in quel momento non lo avrebbe riconosciuto.
Milano non gli era mai sembrata tanto buia e vuota prima di quel giorno, si sentiva come sconosciuto in quel posto, quel posto che era come casa sua.
Fu proprio quando aprì la porta di casa sua che scoppiò in un pianto liberatorio, un pianto che aveva trattenuto fin troppo.
Una rottura non ha niente di poetico.
Non è un coltello nel petto, una morsa al cuore o il non riuscire a respirare.
Non si tratta sempre di un bel ragazzo che piange seduto nel suo bagno alle tre della mattina.
Una rottura vera non ha niente a che vedere con i libri che leggiamo.
Non ci passi sopra con un semplice pianto o con del gelato al cioccolato.
Non puoi avere il cuore spezzato un giorno e stare bene il giorno dopo.
Una rottura ti rompe, ti lacera, ti distrugge ma puoi aggiustarti.
Ci vuole tempo, dolore, tanta forza di volontà e probabilmente non ci passerai mai completamente sopra.
Una rottura non è mai qualcosa di bello.

Non avete minimamente idea di ciò che per sta succedere, tenetevi pronte🐞🐞🐞

love is love, fenji Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora