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Ogni spinta era brusca, come lo è di solito. Louis era bloccato, il corpo gli faceva male, gli facevano male i marchi che Harry lasciava sulla sua pelle, però anche così gli piaceva il dolore. Gli piaceva essere punito da lui, gli piaceva che lo graffiasse, che lo mordesse, e che gli schiaffeggiasse il culo perché così era più eccitante la situazione. Fa male, è sempre doloroso, gli brucia molto dentro di sé, ed è per quello che i suoi occhi ora stavano lacrimando. La musica era molto alta, quindi poteva gemere forte se avesse voluto, e lo faceva solo perché Harry amava ascoltarlo gemere.

Mai aveva considerato quanto gli piacesse che Harry gli facesse male, mai si fermò a pensarlo... Mai fino a quel momento.

[...]

Dopo quella notte entrambi persero la verginità, si ignorarono per alcuni giorni. Si evitavano al vedersi, morivano di vergogna per tutto. Le finestre delle loro stanze erano una di fronte all'altra, ragione per la quale si spiavano senza che l'altro si desse conto. Erano le 2 di notte quando Harry vide che la luce della stanza di Louis era accesa, e si arrampicò per l'albero che divideva entrambe le case, spuntando sul balcone del suo amico. Colpì il vetro e Louis aprì subito, quasi impaurito perché non si aspettava di vederlo lì.

"Che ci fai qui? Sono le 2 di mattina, stup-"

Harry non gli lasciò finire la frase, perché si scagliò verso di lui unendo le loro labbra quasi disperatamente. Louis rispose subito al bacio, però presto realizzò ciò che stavano facendo e con le mani sul suo petto lo spinse, allontanandolo da sé.

"Che fai? No! Avevamo detto che sarebbe stato solo una volta. Vattene!"

"Louis, sono duro" disse Harry suonando disperato. "Stavo pensando a te, e sono duro"

"Bene, fatti una sega. Non venire qui"

"Però-"

"No, Harry. Non scocciare, vattene"

Harry diede retta al suo amico, andò a casa sua... E si masturbò.

Una sera si diedero un appuntamento per parlare della situazione. Loro avevano promesso che niente sarebbe cambiato e che avrebbero continuato ad essere amici, non importa cosa. Logicamente qualcosa cambiò tra di loro e nessuno voleva perdere l'amicizia dell'altro. Fecero pace, promettendo che tutto sarebbe continuato come prima.

Poi, quello stesso fine settimana, Harry lo invitò a giocare alla play o a guardare una film a casa sua e poi sarebbe potuto rimanere a dormire se avesse voluto. Quello lo facevano sempre, forse non era male tornare ad avere l'abitudine che avevano prima che succedesse 'quello'.

Dopo aver giocato e guardato un film, buttarono due materassi per terra. I due si stesero sotto le coperte, parlarono un po', e poi spensero le luci.

Louis non poteva dormire, era inquieto perché Harry gli provocava cose inspiegabili. Non sapeva perché, però l'idea di averlo così vicino a se e non poter fare niente lo angustiava. I materassi erano separati, però uno al lato dell'altro. Harry cercava di pensare ad altre cose, però sentiva il respiro di Louis molto vicino.

Era passata mezz'ora da quando hanno spento le luci, e Louis notò che Harry si muoveva in maniera nervosa nel suo letto. Finì per girarsi verso dove si trovava Louis; il castano notava il caldo respiro sulla sua nuca, segno che erano a scarsi centimetri di distanza. Cercò di ignorarlo, però non ci riuscì. Il suo respiro cominciava a farlo eccitare. Timidamente si portò una mano al proprio membro, notando che stava cominciando ad indurirsi, e cominciò ad accarezzarsi, cercando di non farlo molto forte affinché Harry non se ne accorgesse.

sHe ~ Traduzione Italiana (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora