-Uh, ma guarda un po' chi abbiamo qui- esclamò la ragazza con un sorrisetto di vittoria. Olympia stava studiando l'intruso con un sguardo a metà tra il sorpreso e l'infastidito. Una parte di lei, quella senza freni inibitori, suggeriva di farla finita subito con quella storia e di uccidere in modo lento e doloroso la persona indesiderata; l'altra parte invece, quella razionale, che ponderava i pro e i contro di ogni situazione, le rammendava che quel pomeriggio le cose non erano finite bene a causa della sua impulsività e che era meglio aspettare e portare in sede di processo l'estraneo. –Cosa ne devo fare di te?- chiese Olympia, più a se stessa che a qualcuno in particolare, piegando la testa di lato.
-Fai quello che sai fare meglio, Altezza- sbottò in risposta Dorian con aria arrogante.
-Oh, ma questo desiderio di morte da dove arriva?- esclamò Olympia sfiorandogli il viso con un dito. –Qual è la causa di tutto questo odio che vedo nei tuoi occhi?- Dorian si ritrasse bruscamente con la mascella contratta e il muscolo in essa che pulsava. Non voleva parlare; continuava ad osservare la ragazza immobile con uno sguardo carico d'ostilità. –Bene, se non vuoi parlare, ti porterò di fronte al trono-
-Non ho paura di te- sbottò lui secco.
-Questo lo vedremo- promise Olympia girandosi. Andò vicino alla cassettiera e ne estrasse un sacchettino di pelle rossa. Lo aprì e lo svuotò sul palmo della mano; poi ritornò vicino a Dorian con la le dita strette a pugno. Lo sguardo del ragazzo era sempre velenoso ma ora era diventato anche vigile.
-Non vuoi collaborare e lo capisco ma, per tua sfortuna, hai scelto la persona sbagliata da istigare-. Detto questo la regina aprì la mano davanti al viso dell'ex-guardia e soffiò: una nube di polverina azzurra si levò in aria e colpì il viso del ragazzo ancora prima che lui potesse accorgersene. Per un istante, Dorian sembrò immobilizzarsi ma, subito dopo, la testa gli cadde in avanti con gli occhi chiusi.La sala del trono era buia e silenziosa in modo inquietante quando Olympia entrò seguita da due guardie; erano le uniche due sentinelle disponibili a notte fonda. La regina camminava a grandi falcate mentre le guardie erano nettamente più lente: si muovevano impacciati, appesantiti dal corpo Dorian privo di conoscenza. Lei si sedette sullo scalino che rialzava il trono e guardò le guardie depositare il ragazzo ai suoi piedi.
-Andate- ordinò ai due della sicurezza senza nemmeno guardarli.
-Ma, signora, potrebbe riattaccare...-
-Ho detto fuori!- urlò di rimando lei con un tono che avrebbe fatto scappare con la coda tra le gambe anche il più temibile dei guerrieri. Le guardie si dileguarono velocemente e lei rimase da sola con Dorian. Rimase in attesa che si svegliasse per alcuni minuti e, alla fine, lui cominciò ad aprire gli occhi. Dorian passò alcuni secondi a guardarsi un po' attorno e, quando capì dove si trovava, si mise in ginocchio di scatto.
-Bene, hai ripreso conoscenza finalmente- disse Olympia abbracciandosi le ginocchia con le braccia.
-Non vuoi testimoni, è per questo che non c'è nessuno qui?- chiese lui, ormai completamente sveglio, esaminando la stanza.
-Questa è una cosa tra me e te, non serve avere gente inutile che faccia da pubblico-
-E ti è anche molto più comodo così... puoi fare di me quello che vuoi senza avere degli spettatori pronti a criticare o a fermarti. Non hai paura che, senza le tue guardie, possa finire male per te?- ribatté Dorian, sfrontato. Olympia sospirò e si alzò in piedi.
-Se ti temessi, non saresti stato qui già da molto tempo- affermò la ragazza, sicura di sé. –Ora, cosa ti ha portato a volermi pugnalare?-. Dorian rise; non fu una risata forzata o amara, ma una vera e propria risata, come se la regina avesse fatto una battuta di spirito
-La domanda che forse ti dovresti porre è perché qualcuno non ci ha provato molto prima ad assalirti nel sonno-
-Senti non sono in vena di giocare agli indovinelli- sbottò Olympia spazientita.
-E quando mai lo sei?-. Il ragazzo stava cercando di guadagnare tempo; se avesse parlato, la regina avrebbe messo in atto subito la sua sentenza. Olympia lo ignorò.
-Dimmi un po', sei in contatto con Eden? È per questo che sapevi che di notte avrei dormito profondamente?- indagò.
-Di cosa stai parlando?- chiese Dorian con aria confusa. Sembrava realmente allo scuro dell'infuso per dormire che Eden le portava ogni notte, ma Olympia non ci cascò; Dorian poteva essere semplicemente molto bravo a mentire. Per niente era riuscito ad entrare a castello con l'inganno, pensò amaramente la ragazza.
-Vedi, so che Eden mi dava la polvere di papavero ogni sera con la scusa di farmi dormire tranquillamente quindi, quello che ti sto chiedendo è: eravate d'accordo su come agire per eliminarmi non è vero?- Olympia si accucciò davanti a lui, alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi. Nonostante non fosse piccolissima di statura, era comunque più bassa del ragazzo, anche da in piedi. Dorian non rispose e Olympia vide che sembrava ancora confuso riguardo le sue parole. –Forse non sono stata chiara. Tu e la mia balia siete gli infiltrati e avevate un piano, ovvero quello di drogarmi e uccidermi. Sfortunatamente per voi, io ho visto Eden mentre comprava la polvere di papavero e tu hai intuito che l'altra sera non ero in camera perché non mi hai visto entrare, quindi vi siete messi d'accordo per attuare un piano B. Eden è scappata creando un diversivo mente tu sei rimasto qui per uccidermi. Ho saltato qualcosa?- chiese la ragazza alla fine del suo resoconto. Dorian, ancora una volta, si mise a ridere.
-Hai una fervida immaginazione, bisogna dartene atto- concesse il ragazzo ancora ridendo. Olympia, dal canto suo, era tutt'altro che divertita.
-Non so se ti rendi conto che non sei in una situazione favorevole- minacciò Olympia –se mi dici dov'è la mia balia, prometto di trattenermi-
-La tua balia non c'entra niente con tutto questo- confessò serio il ragazzo.
-Se stai cercando di coprirla...-
-Eden non è scappata, l'ho semplicemente tolta di mezzo- Dorian disse questa frase come se stesse parlando di verdura al mercato, scrollando le spalle.
-L'hai uccisa?- la ragazza era basita.
-Ma no! Non farei mai del male a quella donna. È stata l'unica che mi ha sempre trattato bene da quando sono arrivato qui: mi portava da mangiare durante i turni di notte e si preoccupava del mio benessere quando non ero di pattuglia. Io ha differenza di qualcun altro non metto in mezzo persone innocenti- il ragazzo sembrava sincero, ma ad Olympia non sfuggì la frecciatina.
-Ma io l'ho vista in giardino quella sera con quel venditore...-
-Ho chiesto io a lei di procurarmi della polvere di papavero con la scusa che non stavo dormendo bene per via dei turni di notte. Tutto sarebbe filato liscio se tu non ti fossi messa in mezzo- il ragazzo inizialmente sembrò bloccarsi ma poi assunse un'espressione rassegnata –il mio piano iniziale era di drogarti e consegnarti al popolo, ma poi tu hai cominciato ad indagare e sapevo che non avevo più tempo e dovevo agire in fretta. Ho messo fuori gioco Eden e l'ho portata nelle segrete perché sapevo che lei ti avrebbe protetto a costo della sua stessa vita. Per tutti gli Dei, tu non ti rendi nemmeno conto di quanto ti voglia bene quella donna- disse scuotendo la testa incredulo –non avevo intenzione di ucciderti ma poi ti sei comportata in modo talmente impulsivo e brutale durante l'assemblea che ho realizzato che il mondo sarebbe stato meglio senza di te- quando ebbe finito tutti i pezzi erano al suo posto, o quasi.
-Ora è tutto chiaro, quello che mi manca è: cosa ti ha spinto a fare ciò?- chiese la regina sempre stando accucciata di fronte a lui e stringendo gli occhi.
-Davvero non te lo ricordi?- ribatté Dorian come a dire che era la cosa più ovvia del mondo. Ad un cenno negativo della ragazza quello rispose a denti serrati: -Tu hai ucciso mio padre!-. La voce del ragazzo tremava e aveva gli occhi lucidi. Olympia constatò quanto fosse stato repentino il cambiamento d'umore di Dorian; da sfacciato e prepotente ad adirato e addolorato in meno di un secondo. –Non ti sei nemmeno degnata di ucciderlo con le tue mani... l'hai semplicemente spedito al fronte e lasciato che fosse qualcun altro a fare il lavoro sporco al posto tuo-. Quando queste parole lasciarono le labbra del ragazzo, un ricordo si manifestò nella mente di Olympia come una visione.
-Il minatore- sussurrò la ragazza alzandosi in piedi.
-Già, il minatore- ripeté in modo dispregiativo lui –stava cercando di portare a casa del sale per la ferita di mia madre e tu l'hai liquidato come nulla fosse. Quando qualche giorno dopo arrivò la notizia a casa, giurai di vendicarlo, fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto-
-Beh, evidentemente il tuo piano è fallito- appurò Olympia –e ora tu stai per seguire tuo padre... esattamente come un bravo figlio. Devo ammettere che c'è molto di lui in te. Forse era meglio se prendevi da mamma quella volta - disse e cominciò a passeggiare intorno al ragazzo in ginocchio. –Partirai con il carico di domani. Per la creatività con cui ti sei cacciato in tutto questo, ammirevole davvero, ti concedo di tornare a casa, salutare i tuoi familiari e prendere con te alcuni beni di tua scelta- spiegò ritornando di fronte a lui.
-Dovrei ringraziarti?- sbottò Dorian di rimando.
-Sei fortunato che la pena sia solo questa- lo intimò lei –se provi ad uccidere le guardie o a scappare sappi che ti verrò a cercare anche in capo al mondo e, quando ti troverò, desidererai di essere morto. Questa è una promessa-
-Parole al vento, mia cara- la provocò il ragazzo e Olympia si spazientì.
-Ti consiglio di centrare il cuore della guardia questa volta e di non limitarti a... aspetta come l'avevi chiamata?- fece finta di pensarci su – ah già, la vena succlavia- Olympia si avvicinò pericolosamente a Dorian – perché vedi quella mira ti servirà per quando verrò a cercarti- gli sussurrò all'orecchio prima di guardarlo negli occhi. –Un altro punto che potresti centrare è la carotide o la giugulare proprio qui, sul collo- bisbigliò sempre più lievemente appoggiando le labbra fredde sul collo di lui. La pelle del ragazzo era calda, bollente quasi, e sentiva i muscoli tesi e i battiti del suo cuore accelerati. Quando Olympia inspirò quello che sentì fu un profumo di muschio e di bosco, una fragranza insolita ma che la faceva quasi sentire a casa. La ragazza stava per staccarsi, confusa dalla piega dei suoi stessi pensieri, ma Dorian l'anticipò e si scostò bruscamente. Quando i loro occhi si incontrarono, quelli di lui erano fiammanti di rabbia mentre quelli di lei erano freddi ma allo stesso tempo sfrontati: lei stava giocando con lui, ma non sapeva quanto quel gioco fosse effettivamente a suo favore. Olympia fu la prima ad interrompere il contatto visivo per girarsi e andare a sedersi sul trono. Chiamò le guardie e queste arrivarono in un nanosecondo.
-Portatelo via. Il signor Dorian domani partirà per le vacanze- ordinò Olympia compiaciuta guardando le guardie prendere il ragazzo per le braccia e trascinarlo fuori.——————-
Scusate il ritardo di questa settimana, ma ho avuto problemi con la rete internet 😿.
Spero che il capitolo vi piaccia ;)
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Iced - La Regina Dei Ghiacci
FantasyUna maledizione, una principessa rimasta senza genitori sin da piccola, un debito da pagare, magia e un cuore di ghiaccio. Ma cosa può succedere se trovi una persona che non abbia paura di sfidarti? E se questa persona possiede un fuoco dentro in...