·Capitolo 11·

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Toc toc.

Nessuna risposta.

Toc toc toc. Qualcuno stava bussando insistentemente alla porta. Olympia strizzò gli occhi, ma non si svegliò.

Toc toc. –Dorian- una voce chiamò da dietro la lastra di legno. Olympia girò la testa e aprì gli occhi. La luce del mattino era troppo forte e tenne le palpebre semi-chiuse. Era confusa; non ricordava dov'era. Perché mai dovrebbero chiamare un certo Dorian?, si chiese mentalmente. Si alzò sui gomiti e una fitta si irradiò in tutto l'addome. Il dolore. Il freddo. La corsa disperata. Le tre streghe. Ora ricordava tutto. Alla porta bussavano ancora. Dalla voce della persona all'uscio, doveva essere la madre di Dorian. La ragazza cercò di mettersi seduta ma qualcosa glielo impedì. Alzò la testa e quello che vide la sorprese: una testa dai capelli scuri era appoggiata sulla sua pancia dal lato del fianco buono. Dorian dormiva profondamente con una mano posata sopra il panno di cotone sulla ferita. Probabilmente la notte precedente doveva essersi addormentata guardando fuori dalla finestra e Dorian doveva averla seguita, preso dalla stanchezza di una notte insonne. Olympia avrebbe dovuto essere infuriata o quanto meno infastidita, invece era quasi divertita. La situazione era quasi ironica; lui che la odiava tanto ora la stava utilizzando come cuscino. Presa dalla situazione strana, si era completamente dimenticata della donna fuori dalla porta. Doveva svegliare il ragazzo, solo non sapeva come fare. Provo a schiarirsi sonoramente la gola, ma l'unico risultato fu un dolore al fianco e Dorian che mugugnava e si girava dall'altra parte.

-Dorian- sussurrò per fargli aprire gli occhi.

-Altri cinque minuti, mamma- bofonchiò lui in tutta risposta. Olympia alzò gli occhi al cielo non riuscendo a trattenere un sorriso. Bene; i rumori e le parole non funzionavano. La ragazza provò un'altra strada. Alzò la mano e con l'indice gli toccò la punta del naso. Lui fece un gesto come a voler mandare via un insetto, così Olympia riprovò. Il ragazzo si lamentò ma aprì gli occhi.

-Ma possibile che ci siano le mosche anche con il freddo?- cominciò a protestare alzandosi sui gomiti e stropicciandosi gli occhi. Gli occhi di Olympia incrociarono quelli assonnati del giovane. Il ragazzo successivamente mise a fuoco e inquadrò la situazione. Il sonno nel suo sguardo lasciò il posto alla sorpresa e all'imbarazzo.

-Io non...- stava per dire ma la ragazza lo zittì.

-C'è tua madre fuori- disse sottovoce indicando la porta. Dorian si girò verso l'entrata facendo fatica ad elaborare l'informazione ancora intontito dal sonno; dopo alcuni secondi però, si alzò di scatto e si sistemò i capelli e i vestiti sgualciti. Olympia si mise giù facendo finta di niente e osservò il ragazzo aprire la porta per far entrare la madre.

-Ce ne hai messo di tempo ad aprire, eh?- chiese la madre sorridendogli.

-Si, avevo... sonno- rispose il figlio passandosi una mano tra i capelli. La donna si strinse nelle spalle; sembrava non sospettare nulla. Si avvicinò alla cassettiera e vi appoggiò il vassoio che teneva in mano.

-Vi ho portato qualcosa da mangiare, se volete- spiegò indicando le vivande –e sono qui per controllare la tua ferita- aggiunse girandosi verso Olympia. I due ragazzi si guardarono con aria preoccupata: la madre vedendo il punto saltato avrebbe potuto capire qualcosa. Blythe si avvicinò ad Olympia, le scoprì il fianco e sollevò il panno di cotone. La ragazza si aspettò una reazione di stizza, ma la donna sembrava sorpresa.

-Com'è possibile?- chiese senza parole. La regina abbassò lo sguardo: sul fianco non c'era quasi più niente. Della ferita nera e sanguinolenta che aveva il giorno prima, era rimasta solo una cicatrice rossa e ancora infiammata. –Sembra che potrete ripartire per il castello prima del previsto- constatò la donna –le faccio male se faccio così?- chiese premendo un dito sul segno rosso. Olympia gemette forte di dolore. –Oh, le chiedo scusa. Sembra che la pelle si sia richiusa ma che i tessuti siano ancora lesi. Penso che potrete ripartire comunque oggi però-. Detto questo, si alzò e se ne andò. Finalmente Olympia sarebbe potuta tornare a casa.

Iced - La Regina Dei GhiacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora