Parte Seconda
-È morta?- chiese Aveline con allegra speranza. Dorian si mise a ridere mentre sua madre, Blythe, rimase seria.
-È solo svenuta. Non scherzare su queste cose- sbottò la donna severa.
-Accidenti!- esclamò la sorella a metà tra lo scherzo e la serietà.
-Piuttosto di stare lì a gongolare, perché non mi dai una mano?- la punzecchiò Blythe. La ragazza arricciò la bocca ma si adoperò per fare quello che la madre le aveva chiesto. La donna, d'altro canto, era concentrata sul suo lavoro: aveva le sopracciglia aggrottate e sembrava trattenere il respiro. Dorian non si era mosso negli ultimi dieci minuti; se ne stava ancora lì, con le mani sulle braccia di Olympia per tenerla ferma, nonostante la ragazza avesse ormai perso i sensi. Guardò la ferita sul fianco della regina. Aveva i bordi neri, come se la pelle fosse stata bruciata, e il sangue che continuava a uscirne sembrava più scuro e denso del normale, ma il ragazzo non commentò. Non ne sapeva niente di medicina e magia e pensò che fosse meglio non impicciarsi. Poi la madre ruppe la stoffa della camicia da notte ancora di più, scoprendo la porzione di pelle tutt'intorno alla lesione. Quello che vide Dorian lo sconcertò; anche se non ne sapeva niente in materia, capiva quando qualcosa non andava e quello era decisamente il caso. Una ragnatela di righe grigio scuro si diramava dalla ferita e sembrava estendersi mano a mano che i minuti passavano.
-È normale che le venuzze attorno alla pugnalata siano così nere?- chiese alla madre, avvicinandosi per esaminarle meglio. La donna passò una mano sopra alla pelle chiara e sottile della regina.
-No- disse con fermezza –anche se, ormai, non so più cosa sia normale e cosa non lo sia- aggiunse tirandosi indietro sospirando e alzando le sopracciglia.
-Che vuoi dire?- domandò Dorian girandosi per osservare la madre.
-Questa ragazza avrebbe dovuto essere già morta con tutti i fluidi che ha perso finora ma, evidentemente, non lo è- spiegò lei guardando il figlio dritto negli occhi –non ho mai visto niente di simile e, francamente, non so cosa fare- ammise in fine ritornando ad analizzare la lesione di Olympia. Dorian la osservava affascinato; sua madre era sempre stata brava a guarire le persone e, per questo motivo, molta gente si affacciava alla loro porta chiedendo i suoi servizi, benché abitassero in mezzo al nulla. In quel momento un rantolo distrasse il ragazzo dai suoi pensieri. Abbassò subito lo sguardo per capire da dove venisse e vide Olympia strizzare gli occhi, segno che la madre aveva toccato con troppa foga l'area lesa.
-Madre, la sua resistenza non può essere dovuta alla natura magica della regina?- propose Dorian.
-Può essere. È come se il suo corpo la stesse curando ma, allo stesso tempo, ci fosse un agente più forte che la sta corrodendo dall'interno sicché nemmeno il suo fisico riesce a tenere il passo o fare abbastanza per farla stare meglio-. Detto questo, Blythe toccò il liquido viscoso che usciva dalla ferita e lo esaminò tra le dita. Avvicinò l'indice al naso e, non appena il suo cervello registrò l'odore, il suo viso si illuminò. –So cosa le sta succedendo- esclamò alzandosi e prendendo un panno e una ciotola di legno. Dorian la osservò in attesa di risposta. –La cosa che la sta uccidendo è un veleno- disse alla fine la madre.
-Ne sei sicura? Come fai a saperlo?- chiese sorpreso il figlio.
-Perché l'ho visto anni fa sulla mensola di nonno John. È una tossina molto particolare, che ha un odore inconfondibile e acido e colpisce solo ed esclusivamente gli essere magici, mentre per gli umani è innocuo- spiegò velocemente Blythe mettendo la ciotola vicino alla ferita –questo spiega perché da una parte lei stia morendo, ma da una parte sia ancora viva... il veleno si sta diffondendo nel suo corpo ma, simultaneamente, il suo corpo lo sta anche trattenendo-. Finito di parlare, la donna si mise subito all'opera: prese due panni e li usò come protezione per le mani e poi cominciò a spingere sui bordi della ferita. Anche se la ragazza era priva di sensi, mugugnò in segno di dolore. Blythe le gettò un'occhiata ma non si fermò; continuò a spremere tra i lamenti della ragazza. Dopo aver coperto interamente il fondo della ciotola dove stava raccogliendo il liquido, la donna si fermò e scosse la testa.
-Che c'è madre? State bene?- chiese Dorian preoccupato. La donna annuì ma sembrava ugualmente preoccupata.
-Con questo metodo non riesco a togliere più veleno di così- sussurrò parzialmente sconfitta –bisognerebbe aspirarlo fuori-. Alzò lo sguardo guardando i suoi figli con una domanda implicita.
-Te lo puoi scordare, mamma. Se fosse per me lei sarebbe già morta e fuori di qui- alzò le mani Aveline.
-Lo faccio io- si propose Dorian.
-Ne sei sicuro?- chiese la madre.
-Hai detto che è innocuo per gli umani e che non c'è altro modo- aspettò un cenno d'assenso della madre per continuare –ho visto cose ben peggiori, quindi...- lasciò la frase incompiuta sedendosi sulla sgabello dove prima sedeva Blythe. Non ci pensò due volte; prima avesse fatto quella cosa e prima sarebbe finita quella situazione surreale. Appoggiò la bocca sulla pelle lesa e succhiò più forte che poteva. Sentì i lamenti di Olympia e un liquido amaro invadergli la bocca. Quando non ne poté più, si stacco dalla ferita e sputò il liquido nerastro nella ciotola che gli porgeva sua madre solo per poi ricominciare tutto daccapo. La regina continuava ad agonizzare, ma Dorian non si fermò. Fu solo dopo pochi minuti che la ragazza smise di emettere suoni di dolore e Dorian si staccò. Il respiro della regina era regolare e il ragazzo osservò con fierezza che anche le venuzze nere erano scomparse. Dorian lasciò il posto alla madre che ordinò immediatamente alla figlia di prendere una stalattite di ghiacciò dalla tettoia esterna e cominciò a preparare ago e filo. La donna appoggiò il pezzo di ghiaccio sulla pelle di Olympia per addormentare la pelle e poi cominciò a cucire. Una volta finito di suturare la ferita, Dorian prese la ragazza in braccio e la portò nel suo letto: era l'unico giaciglio libero giacché la sorella era stata categorica sul non cedere il suo e la madre, avendo problemi di schiena, aveva bisogno di un posto comodo dove dormire. Il ragazzo poi tornò in cucina, si risciacquò la bocca per bene, mise un soprabito pesante addosso e uscì nella tempesta di neve che infuriava.
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Iced - La Regina Dei Ghiacci
FantasíaUna maledizione, una principessa rimasta senza genitori sin da piccola, un debito da pagare, magia e un cuore di ghiaccio. Ma cosa può succedere se trovi una persona che non abbia paura di sfidarti? E se questa persona possiede un fuoco dentro in...