·Capitolo 14·

58 12 22
                                    

*INFORMAZIONE DI SERVIZIO*
Ci stiamo avvicinando alla fine della prima parte, quindi tra qualche capitolo, mi fermerò per sviluppare la seconda parte della storia. Presumibilmente non sarà una pausa lunga, ma questo dipende tutto dai miei impegni scolastici.
Comunque, pausa a parte, spero che questo capitolo vi piaccia e, come al solito, se c'è qualche problema fatemelo sapere nei commenti e se vi piace lasciate una stellina.
Vi lascio alla lettura e alla prossima ;)

All'esterno il cielo era ancora leggermente scuro; doveva ancora arrivare il mattino e la luce dell'alba non era abbastanza forte per spazzare via l'oscurità della notte. L'aria era pungente, ma non era un problema. Olympia si sentiva benissimo in quel clima. Erano passate alcune settimane dall'attacco delle streghe e ormai si era ripresa quasi completamente. Quella mattina si era svegliata preso, ancora prima che le domestiche andassero a bussare alla sua porta per svegliarla. C'era una ragione però per quel risveglio: quel giorno avrebbe iniziato l'allenamento con Dorian. Appena mise piedi fuori, si sentì rinvigorita. Non si era vestita particolarmente pesante e il vento freddo attraversava la stoffa sottile degli abiti per poi infiltrarsi nella sua pelle. La neve ghiacciata scricchiolava sotto i suoi stivali neri mentre camminava verso l'inizio del bosco, sbadigliando in modo tutt'altro che regale; non era abituata ad alzarsi così presto, soprattutto non dopo essere andata a letto tardi. Dorian la stava aspettando lì; aveva addosso una mantella corta e nera, con dei pantaloni morbidi (neri anch'essi) e degli stivali in cuoio spesso. Il ragazzo non la sentì avvicinarsi e quindi lei lo osservò mentre si strofinava energicamente le mani una contro l'altra per scaldarle e poi ci soffiò sopra. Olympia rese nota la sua presenza e lui si girò. Quando lei lo vide stringersi le braccia attorno al corpo per scaldarsi, alzò un sopracciglio. Lei indossava a mala pena una camicetta sottile di cotone e dei pantaloni di pelle: l'unica cosa che teoricamente era adatta al clima erano gli stivali e, infatti, li trovava fastidiosi. In confronto all'abbigliamento di Dorian lei sembrava che stesse per andare al mare.
-Beh, qualcosa mi dice che non suderai molto- sbottò lui emettendo una nuvoletta di vapore davanti alla bocca. Olympia fece un sorriso storto. Lei non sudava e basta: era una cosa che odiava dei comuni mortali, soprattutto perché il sudore normalmente comportava anche la puzza. La ragazza, però, non fece in tempo a finire quel pensiero che delle immagini poco adatte alla mente di una ragazza per bene le balenarono davanti agli occhi. Okay, non tutte le attività che portavano all'emissione di liquidi erano schifose, in fondo, pensò Olympia mordendosi l'interno della guancia e scrutando il ragazzo per vedere se aveva notato qualcosa di diverso. Questi, in tutta risposta, sbadigliò forte e si stiracchiò platealmente. Quando Dorian riposò gli occhi su di lei, sembrava confuso. –Uhm... cosa ne facciamo di te?- affermò lui con lo sguardo di uno che sa di più di quello che ammette e i pensieri della ragazza virarono verso una meta che non era assolutamente quello che il suo allenatore intendeva. Ma cosa mi sta succedendo?!, si sgridò mentalmente la regina, non capendo il perché della piega dei suoi pensieri. Ultimamente vedeva un doppio senso in tutto quello che le persone le dicevano, ma non si spiegava il motivo. Forse gli eventi dell'ultimo periodo l'avevano portata ad avere un piccolo esaurimento nervoso o forse i suoi ormoni stavano impazzendo... in ogni caso non era una buona cosa. Doveva mantenere la mente lucida per capire come affrontare il problema "streghe" e la ragione era la sua unica via di uscita. Con la mente ancora affollata di pensieri, vedeva Dorian muovere la bocca senza sentire quello che diceva, però. Lui all'improvviso si fermò e la guardò con aria interrogativa, come di qualcuno che attende un chiarimento.
-Come scusa? Non stavo seguendo- disse Olympia con aria svampita. Va bene, doveva ricomporsi e in fretta.
-Me ne sono accorto- ribatté il ragazzo arricciando le labbra –ti ho chiesto che cosa sai fare. Da quello che mi sembra di vedere non hai muscoli e non credo tu abbia neanche molta resistenza- affermò squadrandola.
-Sono brava ad arrampicarmi- rispose lei con un sorrisetto furbetto, alludendo all'episodio di tempo addietro dove era scesa dalla finestra della sua serra; sapeva che Dorian ne era a conoscenza e voleva punzecchiarlo.
-Ne sono consapevole ma, sfortunatamente per te, non ti sarà molto d'aiuto a meno che le streghe non diventino degli scoiattoli-
-Quindi cosa proponi?-
-Direi di iniziare con il farti sviluppare la resistenza. Senza quella non puoi nemmeno sperare di cavartela in un combattimento corpo a corpo- constatò Dorian guardandosi attorno. Quando guardò di nuovo la ragazza, questa sembrava in attesa di istruzioni con le mani dietro alla schiena da brava scolaretta. –Corriamo- disse indicando il bosco dietro di lui –è il miglior modo per iniziare-. Detto questo, si tolse la mantella rimanendo con una camicia a maniche a tre quarti in panno marrone con i polsi avvolti nelle sue immancabili fasce di pelle nera. Lui le fece il cenno di andare per prima e lei cominciò con una camminata veloce. Ben presto però si accorse che quello non era correre; infatti dopo appena due metri lui la incitò a stargli dietro. Si prospetta una sezione di allenamento interessante, pensò con rammarico Olympia.

Iced - La Regina Dei GhiacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora