·Capitolo 17·

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-Altezza...- la voce della domestica trasudava impazienza e urgenza anche da dietro alla porta. Olympia alzò la testa dal cuscino, sciogliendo le dita dai capelli del ragazzo e reggendosi sui gomiti.

-Che succede?- chiese ad alta voce in modo tale che la ragazza in corridoio potesse sentirla. Ansimava appena, ma cercò di non farlo sentire attraverso la sua voce.

-Ci sono delle persone che richiedono un'udienza immediata con lei-

-Non andare- sussurrò Dorian in modo che potesse sentirlo solo lei. La ragazza fissò lo sguardo negli occhi di lui; era una tentazione così grande, potersi prendere cinque minuti di pausa per quella sera.

-Di' loro di aspettare. Sono occupata adesso- provò la regina, tuffando la testa nel morbido guanciale. Dorian le appoggiò la testa nell'incavo tra collo e spalla, sfiorandole lievemente la pelle con le labbra e facendole venire i brividi.

-Purtroppo devo insistere, Altezza. Non credo che siano disposti ad aspettare- si giustificò la domestica. Il giovane sbuffò e il suo respiro le sollevò i capelli.

-Penso proprio di dover andare- disse Olympia al ragazzo costringendolo a spostarsi –Arrivo- aggiunse a voce più alta per farsi sentire dalla persona fuori dalla porta. Si alzò dal letto e prese il primo vestito che le capitò sotto mano. Si diresse in bagno e cominciò a cambiarsi. Il momento ormai era passato e non le andava di denudarsi di fronte a Dorian: le sembrava inappropriato ora. Quando riemerse dal bagno lo trovò disteso sul letto con le mani dietro alla testa; aveva gli occhi semichiusi e aveva rimesso Firefly sul letto.

-Ti aspetto qui- gli disse con voce mezza assonnata. Olympia aveva pensato che stesse già dormendo quando annuì ed uscì. Cercò di aprire il meno possibile la porta per non fare vedere alla domestica la scena all'interno e le fece cenno di farle strada. Mentre camminavano e scendevano le scale, la ragazza notò quanto fosse lugubre quella sera il castello, come se fosse stata risucchiata via tutta la luce dalle stanze per lasciare solo ombre troppo consistenti. Anche l'aria sembrava diversa, più fredda e densa del solito. Dopo pochi minuti, le due ragazze arrivarono ai piedi della scala e svoltarono verso la sala del trono. Era notte fonda e non si riusciva a vedere ad un palmo dal naso; penso addirittura che la domestica le avesse teso una trappola, dato che a primo sguardo non vide nessuno in quella stanza. Strinse gli occhi e mise a fuoco dei mantelli neri. Si girò verso la domestica per chiederle informazioni, ma questa si era già dileguata. Con un sospiro che trasudava già del fastidio per quella situazione, si avvicinò agli "ospiti". Mano a mano che andava loro incontro notava sempre più dettagli; erano tre innanzi tutto ed erano di media altezza. Non stavano parlando tra di loro ma quando udirono il rumore delle sue scarpe sul pavimento, si girarono.

-Cosa c'è di così tanto impellente da farmi chiamare nel cuore della notte?- fece in tempo a chiedere Olympia prima di alzare lo sguardo sui tre sconosciuti. Quando però vide chi erano, si ammutolì.

***

Dorian aprì gli occhi di scatto; doveva essersi assopito per alcuni minuti. Non doveva essere passato molto tempo considerando che Olympia non aveva ancora fatto ritorno e che l'oscurità della notte era tuttora illuminata dalla lampada ad olio della stanza che continuava a bruciare. Il ragazzo si alzò sui gomiti e si stropicciò gli occhi. Sentiva un piagnucolio provenire da lì vicino, così cominciò a scrutare la stanza alla ricerca della fonte. Fu in quel momento che vide la piccola volpe seduta sul suo addome che lo guardava con i suoi incredibili occhi ambrati. Era lei che stava piangendo, così il ragazzo le passò una mano tra le orecchie per tranquillizzarla. Non sembrò funzionare;  l'animaletto saltò giù dal letto e cominciò ad annusare la camicia che prima aveva addosso Olympia. Dorian non capiva bene cosa volesse Firefly, d'altronde non era lui quello esperto di animali, ma prese l'indumento in mano e se lo mise. Aprì la porta per andare a cercare la regina e la piccola volpe fece per seguirlo. Lui la prese in braccio e la portò nella serra. -È meglio se stai qui tu- le disse, sapendo che probabilmente l'animale non avrebbe capito. Fatto sta che, quando lui le mise una copertina sulla schiena, questa si accucciò e rimase esattamente dove lui l'aveva posata. Dopodiché il ragazzo prese gli scarponi ancora umidi e uscì dalla stanza. I suoi passi rimbombavano nel corridoio freddo e buio mentre si dirigeva senza esitazione verso la sala del trono. Non sapeva bene che fare, non conoscendo i famigerati ospiti in questione, ma a lui poco importava dell'apparenza. Entrò come un uragano nella stanza e vide quattro figure al suo centro. Riconobbe subito Olympia, dato che i suoi capelli catturavano la poca luce ancora presente, ma le altre tre erano a lui sconosciute. Si avvicinò e puntò la sua attenzione sulla regina.

Iced - La Regina Dei GhiacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora