L'odore della tuta di pelle invadeva prepotentemente le narici di Olympia. Si muoveva in fretta, ben consapevole di cosa doveva fare. Non voleva fare rumore per non destare sospetto nelle persone a castello, ma ogni volta che faceva un passo, la pelle scricchiolava. La ragazza era quasi irriconoscibile per via dei vestiti molto diversi che portava in quel momento rispetto a quelli che indossava di solito. Il suo obiettivo non era quello di insospettire le guardie ma, se l'avessero vista, probabilmente quella sarebbe stata la loro reazione. Anche se era partita con l'idea di essere invisibile, ormai ci aveva rinunciato: gli stivali rimbombavano sul pavimento di marmo e il cappuccio nero calato sulla testa non era usuale per una persona che passava di lì. Non appena mise piede nella sala del trono, una miriade di immagini si affollarono nella sua mente. Il primo ricordo che le si parò davanti fu l'episodio di qualche tempo prima; Dorian che la guarda supplicandola di non accettare l'alleanza con le streghe e lei che lo ferma per non avere ostacoli nei suoi piani. Con una scrollata di testa Olympia lasciò andare l'immagine. Non era quello il momento per essere sentimentali e provare rimorso, emozione, tra l'altro, insolita per lei. Una vota al centro dell'immenso salone fu un altro ricordo a lampeggiarle in testa, fulmineo. Quella rimembranza, questa volta, però, era importante, perché era stata proprio questa a confermare la sua teoria elaborata sulle pagine del diario di sua madre.
14 anni prima
Il sole era accecante e la sua luce si rifletteva su tutte le superfici lucide del salone. Era una piacevole giornata tiepida e la luce era così calda ed accogliente che quasi sembrava invitare ad uscire e a godersela. Ma alla bambina non piaceva molto uscire e giocare, no. A lei piaceva stare nella biblioteca di suo padre e ammirare le infinite parole nere scritte nei libri, passare le giornate immersa nell'odore dell'inchiostro e della carta invecchiata, al filo di una piccola lampada che, con la sua luce fioca, riusciva ad illuminare appena la stanza chiusa da pesanti tende di velluto rosso scuro. Alla bambina non piaceva giocare con i bambini che a volte si presentavano a casa, figli di visitatori dei suoi genitori; preferiva piuttosto restarsene rinchiusa in una qualche stanza con il suo animaletto da compagnia. Quel giorno però suo padre aveva occupato la biblioteca per una qualche riunione importante e lei non aveva avuto modo di entrarvi, prendere un libro e sedersi sul soppalco, completamente disinteressata da cosa stava succedendo qualche metro al disotto dei sui piedi. Fu così che si ritrovo nell'immenso salone, il fermaglio tra i capelli color rame che brillava come tutte le altre superfici metalliche della stanza. La ragazzina fissava affascinata il trono che si ergeva di fronte a lei; la incantava il modo in cui la luce veniva catturata dagli intarsi della scocca dorata e come poi veniva riproiettata in tutta la stanza. Un dettaglio attirò in particolare la sua attenzione: una pietra rossa brillava più delle altre dalla sommità del trono, quasi vicino al soffitto della stanza. La piccola piegò lievemente la testa, osservandola attentamente. «Che ci fai in questa stanza polverosa, piccola mia?», chiese la madre entrando nella stanza. La bimba piegò appena la testa per guardare la donna e poi scrollò le spalle, tornando a guardare ciò che prima aveva attirato la sua attenzione. «Esci, no?», continuò la madre chinandosi di fianco a lei per guardarla negli occhi. La bambina scosse impercettibilmente la testa, continuando a guardare di fronte a sé. La donna seguì il suo sguardo e aggrottò le sopracciglia: «Cosa ti sta interessando così tanto?». La ragazzina alzò un braccino, indicando. «La pietra... che cos'è?», pronunciò la piccola con vocina flebile e la donna si mise a ridere di una risata armoniosa e piena d'amore. Dopodiché, la donna prese in braccio la bimba e si avviò verso il trono. Ad ogni passo, i capelli scarlatti della madre rilucevano di riflessi rosso fuoco. La donna si sedette sulla poltrona regale con la piccola sulle ginocchia. «Quella gemma, piccola, è una pietra molto importante e molto antica; è una specie di chiave di volta. Da piccola mi raccontavano sempre che è una sorta di scrigno su cui fanno affidamento molte forze potenti. Se vuoi una sera te la racconto prima di andare a letto».
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Iced - La Regina Dei Ghiacci
FantasyUna maledizione, una principessa rimasta senza genitori sin da piccola, un debito da pagare, magia e un cuore di ghiaccio. Ma cosa può succedere se trovi una persona che non abbia paura di sfidarti? E se questa persona possiede un fuoco dentro in...