·Capitolo 16·

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Il rumore della lama che fendeva l'aria riempiva il silenzio della stanza. Al suono del metallo contro l'aria, si aggiunse quello della mano che sbatteva contro il cuoio del polsino che faceva da protezione all'avambraccio. Olympia e Dorian stavano combattendo. Si trovavano nel centro addestramenti del castello, una gigantesca stanza con due pareti su quattro fatte di vetro che ospitava anche una specie di piscina naturale. Ad una parete in muratura erano appese svariate armi e addossati al muro stavano anche alcuni attrezzi da esercitazione. Erano passate settimane dalla prima sessione di allenamento e, dopo la fase di preparazione dei muscoli, si erano dedicati all'utilizzo delle armi e delle tecniche di combattimento. Olympia era migliorata molto (almeno questo era quello che le aveva detto Dorian) e presto il ragazzo si era reso conto di quanto fosse veloce la regina: aveva degli ottimi riflessi e a volte nel combattimento Dorian non riusciva a vedere alcune sue mosse. Sfortunatamente questa volta non fu una di quelle. La mano del giovane aveva intercettato il braccio della ragazza che, nell'impatto, aveva lasciato andare il pugnale il quale cadde fragorosamente a terra. Olympia non desistette però; ruotò quasi di centottanta gradi il busto con il braccio sinistro allungato pronto a colpire l'avversario. Dorian fece appena in tempo ad abbassarsi e schivare il colpo, che la ragazza era già partita con un calcio della gamba destra indirizzato al tronco del giovane. Lui le prese il piede e lo ruotò verso sinistra facendo girare anche l'intero corpo di Olympia che cadde a terra sulle ginocchia. Lei non si alzò subito in modo da poter ruotare sulla punta di un piede e tranciare le gambe dell'oppositore. Dorian non aveva calcolato della mossa ma fu in grado anche lo stesso di saltare per evitarla. Nel tempo che il ragazzo impiegò a compiere il balzo, Olympia si rialzò e si ripreparò ad andare all'attacco.
-Come va con gli incubi?- chiese Dorian con la voce leggermente affannata.
-Lo sai- rispose secca la ragazza. Aveva il fiato corto anche lei, ma meno di lui. Sorprendentemente aveva una resistenza di ferro, sepolta sotto anni passati a non allenarsi. –Continuano a svegliarmi alla notte-
-Ne sono consapevole, svegliano anche me che corro in camera tua a controllare il disastro- sbottò il giovane ironico. Stavano conversando come due amici seduti comodamente attorno ad un tavolo con davanti una tazza di tè, come se in realtà non stessero combattendo. Proprio in quel momento Dorian tirò fuori un coltellino piccolo da non si sa dove e cercò di colpire Olympia sul fianco. Lei blocco l'attacco, gli torse la mano e il pugnale tintinnò a terra. Dorian sorrise come se si aspettasse una mossa del genere e infatti utilizzando la presa che aveva sul braccio di lei la fece ruotare e cercò di intrappolarla. Quando capì quello che stava succedendo, Olympia utilizzò il peso del ragazzo e lo fece ruotare sulla schiena facendolo finire a terra. La ragazza lo lasciò andare e si tirò indietro per lasciarlo alzare. Lui si tirò su e si scrocchiò il collo.
-Sono diventata anche più brava di te, eh?- lo punzecchiò Olympia con fare altezzoso e compiaciuto.
-Uhm, vediamo come te la cavi con delle armi però- ribatté Dorian dirigendosi verso la parete con l'attrezzatura. Il sorriso di Olympia vacillò: odiava le armi. Erano pesanti e si stancava velocemente. Il ragazzo tornò con due spade lucenti e ne porse una alla regina. L'aveva fatto a posta. Dorian sapeva benissimo quanto Olympia detestasse le spade. –Su, fammi vedere quanto brava sei- la sfidò con un sorriso sardonico. Olympia sbuffò e si mise in posa. Non si sarebbe mai tirata indietro da una sfida. Cominciarono a duellare e presto il clangore delle spade che cozzavano tra di loro riempirono il silenzio che si era creato.
-Hai finito di leggere i diari?- chiese nel mentre Dorian. Olympia scosse la testa tutta concentrata nel non tagliarsi un braccio. –Trovato qualcosa?-
-No. Sembra che mia madre non abbia avuto problemi con le streghe fino a quando non sono venute per me- constatò parando con la lama il colpo di Dorian. L'impatto fu talmente forte che la ragazza perse forza sulla presa e, quando Dorian ruotò il braccio con l'intento di disarmarla, la spada le sfuggì di mano, volando a qualche metro di distanza. Ora era in svantaggio, così colpì con la suola spessa dello stivale la daga di Dorian, approfittando di un suo momento di distrazione, e questa raggiunse la sua. Ricominciarono a combattere corpo a corpo, ma ormai Olympia non era più veloce come prima a causa delle energie perse e il ragazzo stava avendo la meglio. Provò a bucargli la guardia, ma Dorian intercettò i suoi movimenti maldestri e la bloccò con la schiena premuta contro il suo petto e le mani di lei serrate tra li loro.
-Hai imbrogliato- affannò Olympia –lo sai benissimo quanto io sia incapace con le spade-
-E allora non dovevi vantarti, cara reginetta- parlò Dorian con la bocca che le sfiorava l'orecchio. La ragazza non si era resa conto di quanto lui fosse vicino finché non sentì il suo fiato sul collo e rabbrividì. Non voleva dargliela vinta, così Olympia cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di aiuto. Notò che erano finiti a pochi centimetri dal muro di fianco alla piscina combattendo, così la ragazza, prendendo alla sprovvista Dorian, appoggiò i piedi sul muro, fece alcuni passi e si diede la spinta per liberarsi e atterrare alle spalle del ragazzo. Sfortunatamente per lei, il giovane riuscì a trattenerla per un braccio così la tirò indietro, la sollevò e la intrappolò al muro tenendole braccia con una mano sola sopra la sua testa.
-Non ti vuoi arrendere eh?- sussurrò Dorian quasi con ammirazione.
-Mai!- promise Olympia strattonando le braccia –ora lasciami andare. Ho capito che hai vinto tu- sbottò irritata, dimenandosi. Dorian la teneva stretta e non sembrava voler cedere. Alzò lo sguardo e si ritrovarono a pochi millimetri di distanza. In quel momento entrambi si fecero seri e la ragazza smise pure di muoversi. I loro occhi si incontrarono e quelli del ragazzo brillavano di qualcosa che Olympia non riusciva ad identificare. Olympia si morse il labbro inferiore e il movimento catturò l'attenzione di Dorian, che spostò lo sguardo sulle sue labbra. Il respiro della ragazza si fece pesante; non sapeva cosa voleva. Aveva una gran confusione in testa in quel momento. Nella stranezza di quella situazione, vide che Dorian si stava avvicinando lentamente. Olympia si sorprese ad avvicinare la testa anche lei e a scoprire che voleva quel momento, qualsiasi cosa stesse per succedere. Li divideva due o tre millimetri, quando un pensiero saettò nella mente della ragazza: gliela stava dando vinta. Di nuovo. Fu così che decise di ritrarsi e si mosse bruscamente per costringere il ragazzo a lasciarla andare. Quello che non aveva calcolato però, era che Dorian non si aspettava nulla di tutto ciò. Il ragazzo, colto alla sprovvista, indietreggiò di qualche passo, portandosi dietro Olympia, e perse l'equilibrio. Un'altra cosa di cui la regina non aveva tenuto conto era anche la piscina. Nella foga dei movimenti Dorian scivolò e provò a tenersi al braccio della ragazza. Olympia però non aveva abbastanza forza per tenerlo e lo seguì franando giù con lui.
-No!- urlò, prima di cadere in acqua insieme, alzando una marea di schizzi.

Iced - La Regina Dei GhiacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora