La fredda luce del mattino filtrava dalla grande finestra nonostante le pesanti tende bianche. Olympia si girò nel letto e con il piede sentì qualcosa di caldo e morbido appollaiato sull'estremità. Alzò il viso e vide Winter che ricambiava lo sguardo con i suoi occhi azzurri assonnati. La ragazza si riabbandonò sul letto e batté la mano sul materasso di fianco a lei. Sentì il materasso incurvarsi e, pochi istanti dopo, il lupo si accoccolò al suo fianco appoggiando il muso sul suo ventre.
-Winter, se vuoi dormire sul letto, basta chiedere- sussurrò lei grattando dietro alle orecchie del lupo. Lui emise un rumore profondo dalla gola in segno di risposta. Era tutto molto calmo quando qualcuno bussò forte alla porta. La regina si alzò di scatto e il lupo ringhiò in direzione della porta.
-Olympia, tutto bene?- era Eden e al suono della sua voce entrambi si calmarono.
-Entra pure Eden- la balia entrò con in mano un vestito. Lo appoggiò sulla sedia vicino alla porta e si avvicinò al letto.
-Tutto bene cara?- trasudava preoccupazione dalla sua voce.
-Si perché?-
-Non dormi mai fino a tardi. Il sole è quasi al suo apice-disse la donna spostandole una ciocca di capelli argentei dal viso.
-Davvero? Non me ne ero nemmeno accorta. Ultimamente non sto dormendo molto bene- ammise Olympia.
-Sei maldisposta?-
-No, piuttosto direi che sono, ehm... incubi-
-Incubi?- chiese sorpresa Eden e la ragazza annuì. –Allora stasera ti porto qualcosa per conciliare il sonno, va bene?- disse Eden tranquillizzandola.
-Non saprei che fare senza di te Eden- disse la regina con un tono che equivaleva alla gratitudine.
-Probabilmente i tuoi capelli sarebbero molto più annodati- fece Eden ridendo e invitandola ad alzarsi e prepararsi.
Parecchi minuti dopo Olympia emerse dalla sua stanza, pronta per fare colazione e gestire la sua giornata. A lato della porta c'era la "nuova guardia" e quando la ragazza lo vide, arricciò le labbra.
-Come mai qui?- chiese vagamente scocciata.
-Sono il responsabile del turno di guardia di notte. Devo restare vigile qui da quando lei entra alla sera fino a quando esce la mattina- rispose lui con aria solenne.
-E state qui tutto il tempo senza chiudere occhio?-
-Si-
-Non mentite, signor... qual è il vostro nome a tal proposito?-
-Dorian, Altezza, e non mento-
-Meglio, se mentite potrei farvi processare- disse quasi con aria di sfida Olympia. A quella quasi battuta Dorian strinse gli occhi, serrò la mascella e un muscolo cominciò a pulsagli nella mascella. La regina studiò bene la sua reazione: era alquanto esagerata per una sciocchezza simile. Sembrava che il ragazzo provasse una rabbia che a stento riusciva a mantenere. Forse quel giovane impertinente nascondeva qualcosa sotto quelle non tanto buone maniere. Olympia non fece a tempo a registrare quell'informazione che una domestica sbucò dall'angolo e le disse che gli ospiti la stavano aspettando per la colazione. La ragazza era confusa; non sapeva che qualcuno sarebbe arrivato a castello. D'altro canto ora poteva divertirsi a rendere quell'incontro un inferno dal momento che non le era arrivato nessun preavviso. A grandi passi, la regina si diresse nella sala da pranzo e fece la sua entrata in grande stile. Si sedette a capotavola e i commensali la salutarono educatamente. Le domestiche cominciarono a servire il cibo. Inizialmente la conversazione si mantenne neutra e Olympia non partecipò, ma quando arrivò il momento giusto, cominciò a fare frecciatine. Ben presto le persone attorno a lei divennero paonazze. Sapevano perfettamente di essere in fallo. Quando tutti ebbero finito di mangiare, gli ospiti si affrettarono ad uscire con la scusa che dovevano fare visita a degli altri nobili in città. Olympia fu ben contenta di lasciarli andare: non voleva sconosciuti in casa. Poi rivide nella sua mente il ragazzo al piano di sopra e si maledisse da sola. Come non detto, pensò. Con una piroetta girò su se stessa e si diresse verso il suo studio al piano superiore. Una volta arrivata davanti alla porta, vide Winter apparire dalla fine del corridoio; lei lo aspettò davanti allo studio e questo si stiracchio sonoramente ai suoi piedi. –Prego, fai con comodo- disse sardonica. La ragazza aprì la porta e aspettò di far passare prima il lupo. Prese un libro molto importante sul quale lavorava da un po', un bastoncino di grafite per le annotazioni e si sedette su una delle tante poltrone dello studio. La luce che entrava era abbastanza forte da illuminare perfettamente le parole scritte sulle pagine e Olympia si perse nella lettura.
***
Olympia aveva passato molto tempo rinchiusa nella sua biblioteca privata, probabilmente erano passate ore e, anche quando si era presentata la domestica per avvisarla del pranzo, lei aveva rifiutato ed era rimasta lì. Adorava la calma e la freschezza di quella stanza. La ragazza stava scrivendo un appunto a bordo pagina, quando si levò un trambusto fuori dal finestrone che dava in cortile. Si alzò dalla poltrona e si affacciò alla finestra; un gruppo di una quindicina di persone si ammassava e sbraitava senza controllo. Stette a guardare per alcuni minuti ma, a causa del vetro spesso, non riusciva a capire cosa stessero dicendo. La regina si decise; con grandi falcate si diresse verso la porta dello studio, la aprì e poi andò in cortile. Quando arrivò sentì che le urla era molto più forti di quello che pensava. Le guardie e alcuni uomini vestiti da sottili pezzi di stoffa marroncini stavano lottando tra di loro. Non sapeva cosa significava tutto quello ma questo non la fermò dal farsi avanti.
-Cosa sta accadendo qui?- urlò per farsi sentire sopra le urla. Appena il gruppo la sentì, tutto si fermò improvvisamente. L'uomo più vicino a lei si girò e si lanciò verso di lei con un coltello in mano. La regina agì in fretta e gli congelò i piedi in modo che l'uomo si fermasse a pochi passi da lei. Dopo il primo tentativo fallito, nessun'altro provò ad attaccare. Lei girò il viso verso una guardia: -Allora?-
-Non so, mia regina, sono entrati qui dicendo che dovevano eliminare un problema e hanno cercato di arrampicarsi su per la finestra della biblioteca- rispose in fretta il ragazzo avvolto dall'armatura. Olympia non ci stava capendo niente, quindi decise di chiedere ai diretti interessati. Ma prima mando tutte le guardie in perlustrazione del castello, eccetto Dorian: se la situazione fosse degenerata lei sapeva difendersi e poteva permettersi di perdere il novellino. Prima che i ribelli potessero anche solo prevedere la sua mossa, Olympia congelò loro fino alla vita, in modo che non potessero muoversi e dei gemiti di dolore si alzarono dagli uomini per via del ghiaccio.
-Bene, bene, bene, perché siete qui?- chiese al primo di loro che gli capitò sotto mano. Questi non si mosse di un millimetro. –Che gli dei possano dannarti, ragazzina-
-Ah, quindi devo ricorrere alle maniere forti...- la ragazza si guardò la mano e una punta di ghiaccio affilata si materializzò su di essa. La afferrò saldamente e la impiantò nello stomaco dell'uomo. Questo si piegò in due dal dolore, per quanto gli fosse possibile, e sputò del sangue sulla neve ai piedi di Olympia.
-Scusa non ho sentito bene- disse la regina piegando leggermente la testa di lato con aria innocente. L'uomo non rispose, ma lo fece un altro al posto suo: -Volevamo ucciderti, piccola presuntuosa-.
-E come facevate a sapere che ero nello studio, esattamente?- chiese con aria palesemente annoiata. Nessuno rispose ovviamente, così lei appoggiò la mano sulla schiena dell'uomo dietro di lei e fece uscire un puntone di ghiaccio dalla pancia di quest'ultimo, che si mise ad urlare. Alle spalle di tutti loro Olympia vide Dorian evidentemente adirato; era la seconda volta che aveva una reazione inappropriata per la situazione in cui si trovava, ma stavolta la ragazza ci passò sopra ritenendo tutto quello una cosa peculiare del carattere del ragazzo. L'uomo che aveva pugnalato all'inizio alzò la testa e rise. La regina si girò a guardarlo stupefatta e notò che aveva i denti sporchi di sangue.
-Ma davvero non capisci, saputella?- l'uomo la guardò con uno sguardo sia disgustato che altezzoso –non ti sei accorta che qualcuno ti sta tradendo, ragazzina?- allo sguardo confuso della regina, questi rise ancora.
-Fate attenzione Altezza!- urlò Eden dalla finestra della biblioteca indicando dietro la ragazza. Olympia si girò e vide che uno dei ribelli, che non aveva interrogato, aveva un pugnale in mano e lo stava per conficcare tra le sue scapole. Lei gli ghiacciò l'avambraccio e successivamente mosse la mano in modo che il ghiaccio, sotto il suo comando, torcesse il polso del ribelle. Il pugnale cadde a terra insieme a delle gocce di sangue tra le urla dell'uomo. Vide con la coda l'occhio dei movimenti oltre la sua spalla e si girò, pronta ad attaccare; quando però vide che era Dorian con l'arco pronto a scoccare una freccia per proteggerla, Olympia si calmò un po'. In quel momento arrivarono le altre guardie.
-Il perimetro è pulito, signora- disse una –anche l'interno, Altezza- aggiunse un'altra.
-Bene, portate via questi individui- comandò fredda la regina.
-Anche se elimini noi, qualcun altro ci proverà, Altezza- disse uno dei ribelli, pronunciando l'ultima parola con disprezzo. Olympia era di spalle e fece un gesto con la mano come per cacciare un insetto. Non era questo che la preoccupava, ma piuttosto chi fosse il traditore all'interno delle mura. E poi un altro tarlo si infiltrò tra i suoi pensieri: come mai Dorian aveva esitato dopo aver visto il ribelle pronto per attaccare?
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Iced - La Regina Dei Ghiacci
FantasíaUna maledizione, una principessa rimasta senza genitori sin da piccola, un debito da pagare, magia e un cuore di ghiaccio. Ma cosa può succedere se trovi una persona che non abbia paura di sfidarti? E se questa persona possiede un fuoco dentro in...