·Capitolo 15·

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L'orso aveva gli occhi puntati su di loro e annusava l'aria. Non  ancora attaccato, cosa positiva, ma i ragazzi se ne stavano lì immobili ugualmente. Olympia giurò di sentire Dorian trattenere il respiro mentre lei elaborava velocemente un piano di fuga. L'animale aveva cominciato intanto ad avvicinarsi strascicando le zampe sulla neve, come a voler prolungare l'agonia e sottolineare chi era il padrone tra i presenti. Scoprì le zanne ancora di più e ringhiò.
-Dimmi che hai in mente qualcosa da fare- sussurrò Dorian rigido come un bastone di legno. Sembrava pensare che se non si muoveva e non parlava, l'orso non si sarebbe accorto di lui. Olympia voltò delicatamente la testa verso il ragazzo e lo osservò. Con una mano, senza alzarla troppo per evitare di innervosire l'animale, gli fece il segno di aspettare. Il quadrupede aveva già saziato i suoi istinti violenti, uccidendo tutti gli altri uomini, e c'era una probabilità che se loro non avessero fatto niente per istigarlo, questo se ne sarebbe semplicemente andato. L'animale cominciò a girare attorno a loro; con passi lenti e quasi calcolati si avvicinò a Dorian. Si fermò vicino alla sua gamba e il ragazzo cominciò a sudare freddo. L'orso annusò l'arto del giovane, ma sembrò trovarlo poco interessante perché si ritrasse. Continuò poi a girare attorno ai ragazzi fino ad avvicinarsi ad Olympia. La ragazza era quasi completamente sicura che l'animale avrebbe annusato brevemente anche lei e poi se ne sarebbe andato, lasciandoli liberi di tornare a castello. Il quadrupede avvicinò il muso alla gamba della regina e subito emise un suono roco e poco promettente. L'orso si tirò indietro quel poco che bastava per sollevarsi sulle due zampe posteriori ed attaccare; si lanciò verso la ragazza con l'intento di farla a pezzi.
-Via!- urlò Dorian al fianco di lei. L'adrenalina cominciò a fluire velocemente nel corpo di Olympia e con un balzo si spostò di lato. L'animale atterrò sulle zampe e si girò pronto a colpire nuovamente. Era a pochi centimetri da lei, quando la ragazza cercò di creare una barriera di ghiaccio per tenerlo lontano. Non fece in tempo a chiamare in azione i suoi poteri, però, che la vista le diventò nera e sentì di perdere l'equilibrio. Per pochi istanti non vide o sentì più niente; l'oscurità la circondava e la teneva stretta tra le sue grinfie, limitando ogni suo tentativo di riemergere. Non sapeva quanto tempo fosse passato, sta di fatto che quando riaprì gli occhi si ritrovò davanti le fauci dell'animale. Era distesa sulla schiena e fitte pungenti si diffondevano dalla parte posteriore del cranio, probabilmente causate dall'impatto col suolo di poco tempo prima. L'orso aprì ancora di più la bocca cercando di ferirla. L'istinto di Olympia era quello di difendersi utilizzando il ghiaccio, ma dopo l'episodio precedente non sapeva quale sarebbe stato l'esito di tale azione, perciò fece l'ultima cosa che poteva: alzò le braccia, poggiò le mani ai lati della bocca dell'animale e cercò di trattenerlo. L'orso cominciò a ribellarsi immediatamente, provando a chiudere la bocca ma, fortunatamente, le mani di Olympia erano posizionate in un punto strategico; le ossa della mascella cercavano di slittare su di loro in modo da chiudersi e prendere tra i denti gli arti della ragazza, ma la presa di lei lo impediva. Tra i vari scatti della testa dell'orso per liberarsi e i tentativi di Olympia di spingere via l'animale del sangue misto saliva cominciò a colarle addosso. Girò la testa disgustata, cominciando a sentire il dolore delle ferite sulle mani. Doveva toglierselo di torno e alla svelta; non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto ancora, visto il peso che stava tenendo coi muscoli delle braccia e, se avesse ceduto, l'animale l'avrebbe dilaniata. Provò a spingerlo con tutte le forze che aveva, in modo da potersi alzare e affrontarlo, ma nell'arco di un battito di ciglia l'animale era sparito. Si alzò sui gomiti e cercò di capire cosa era successo. Fu in quel momento che vide l'orso a parecchi metri di distanza e Dorian con un grosso tronco in mano. Olympia si alzò in fretta in piedi, slittando coi piedi sulla neve ghiacciata e si mise a fianco del ragazzo.
-Come hai fatto?- gli chiese in un misto di affanno e sorpresa, guardandosi le mani cosparse da lesioni più o meno profonde.
-L'ho colpito con il tronco- rispose semplicemente lui. Dalla sua voce trasudava incredulità e una punta di orgoglio, come se non credesse nemmeno lui di esser riuscito a sconfiggere una bestia del genere. I due si guardarono attorno per pochi istanti per capire cosa fare e poi cominciarono ad avviarsi velocemente verso palazzo. Si erano appena girati, quando sentirono un grugnito alle loro spalle. Voltandosi lentamente, videro l'animale che scuoteva la testa, cercando di riprendersi dalla botta, e rimettersi in piedi. Immediatamente puntò gli occhi selvaggi sui due ragazzi, con la promessa che questa volta li avrebbe fatti a pezzi entrambi.
-Che facciamo ora?- chiese Dorian guardandosi attorno –scappiamo?-.
-No, sarebbe inutile ci seguirebbe- affermò Olympia tenendo gli occhi puntati sul quadrupede che si avvicinava. Con la coda dell'occhio vide il ragazzo chinarsi, per poi rimettersi dritto con arco e frecce in mano. Porse le frecce alla ragazza e prontamente ne incoccò una con obiettivo l'orso. Stava per lasciarla andare quando Olympia lo fermò: -Non ucciderlo-.
-Come non ucciderlo, scusa? Questo ci vuole mangiare- fece Dorian, indicando con la testa l'animale.
-Si, ma non ucciderlo. Indeboliscilo o distrailo, ma niente di più- gli intimò la ragazza. Lui la guardò con sconcerto, esasperato, ma fece quello che gli aveva chiesto: scoccò la freccia che andò a conficcarsi a pochi centimetri da una zampa dell'animale. Questo inizialmente si tirò leggermente indietro, impaurito dal colpo, ma poi ricominciò ad avanzare verso di loro. Nelle mani di Olympia erano rimaste tre frecce; tre possibilità di sconfiggere l'animale. Dorian prese un altro dardo e lo scagliò più vicino all'orso cercando di farlo desistere. Non funzionò neanche quella mossa, così il ragazzo tese l'arco di nuovo e mirò la zampa anteriore. La freccia centrò il bersaglio, ma l'orso in tutta risposta si infuriò. Si alzò sulle due zampe, rugliò e poi partì all'attacco. Si mise a correre verso di loro e presto i metri che li separavano diventarono pochi. Dorian si girò velocemente verso Olympia.
-Quanti colpi ci rimangono?- le chiese.
-Uno- rispose secca lei. Lui lo prese e con mani abili preparò il colpo. Si spostò davanti alla ragazza, un po' per farle da scudo e un po' per avere libero spazio di manovra. L'orso era ormai davanti a loro e Olympia vide i muscoli di Dorian tendersi; l'animale saltò pronto ad uccidere e il ragazzo scagliò l'ultima freccia.

Iced - La Regina Dei GhiacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora