Triplo carpiato e ancor continuo a capitombolare. È bello arrovigliarsi in se stessi, solo per non trovare un capo. Come quando passeggi e ti sloghi la caviglia perché fai una storta, prima o poi si riaggiusterà questa vita sporca. La raddrizzerò come un osso rotto troppo spesso, delirando come quando metti il gesso e ti lamenti perché non puoi andare in bagno, ogni passo emetti un urlo. Ho i denti che a un affondo, cederebbero veleno, allora perché me lo tengo dentro? Perché preferisco ingoiare mentre sento tremarmi il mento? Bruciarmi le interiora mi farà bene, sarà un dolore alla mia anima ma aiuterà a ricordare che non val la pena di far il passo più lungo della gamba, specialmente se è rotta, ma adesso non importa perché zoppico su opinioni differenti, indecisioni, dubbi che mi tagliano come fendenti. Mi piaceva sentirti parlare, quei sibili scivolarti tra i denti, ascoltarti. Lo schermo è spento da due giorni, non trovo il tasto, dannato telecomando del buon senso! E mi impasto la bocca, quella che non hai mai conosciuto, né avuto, fisso il led che mi guarda muto. Ma non è giusto credersi un sole, non è giusto quel che ho preteso, nemmeno mangiar da due piatti e non voler pagare il reso. Così mi rassegno e pazientemente aspetto, immobile nel gesso, l'abito che altre volte ho messo.
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Sbocchi Ematici
PoetryEmorragie di pensieri implosi che a tentoni cercano sbocchi. Non c'è da capire, ma da perdersi, Son sbocchi ematici, non convenzionali versi. *Scusate per l'indecifrabilità dei deliri che scrivo qui. Questo libro è nato proprio per questo. Son cose...