Ma come siete bravi a trafiggere quel che resta della mia carne! Non basta mica prenderla a schiaffi, dovete affondare le vostre lame! Come primitivi: le clave, senza arrestare il flusso di sangue perché a voi piace berlo direttamente dal calice del mio teschio. Orsù venite e abbeveratevi, l'ho tenuto per voi al fresco! Ce n'è per tutti gl'invitati! Snervatemi e usate le vene come cannucce, sfibratemi di muscoli, son buoni intinti nel vermiglio. Leccatene le gocce dal pavimento! Nulla deve andar perso, sarebbe uno spreco immenso! Perché è questo il controsenso, sbranarmi viva mentre tento il riassetto.
Cammino bipede, trascinando il bradipo che porto dentro, ma in voi c'è sempre malcontento. Attenti all'infarto, è dietro l'angolo, che senso ha aver sempre il dente scheggiato di amianto? Poi mi dici, "Metti una maschera, indossa il tuo orgoglio! Togli quel continuo pianto!", ma cos'è l'orgoglio, se non acciaio di falsa forza che indosso quando son smorta? Non è simbolo d'insicurezza? Ti mostro tutta la mia certezza, tutta d'un pezzo son fatta, non do corda, son superiore, intanto crepo in corpo dal terrore. Morbosa paura di star sola, di non esser da nessuno compresa, d'esser presa per pazza e scusa, lo sono forse, ma non certo perché voglia, non certo perché son codarda. Sopravvivenza, è così che si chiama, eppure altri verranno ancor alle spalle e infliggeranno pugnalate fino a spezzarsi polso e falange. Non ti vado a genio? Avrò bevuto il tuo stesso liquido amniotico. Ti faccio pena? Esco anche dai tuoi lombi, quindi datti una regolata. Non sono all'altezza? Metterò i tacchi. E tu, non vuoi ascoltarmi? Metti le cuffie come tappi. Se vedi che non mi sono arresa, allora mettimi in attesa, intanto ascolta musica, così fa più scena. Tanto questa scema ruba tempo al suo lavoro per parlarti, ma che importa, Elettra, accontentati, tu pretendi tanto. E tanto che pretendo, che adesso sarai contento, esci a gettar spazzature ed esci dalla mia vita, pure! Tanto non sei né il primo, né l'ultimo, né mi hai capito, come pensavo. Sei un telefono bloccato dopo che hai digitato tre volte il pin errato. Ho bisogno di un po' di pace e con questo chiudo il mio cuore a chiave.*tranquilli, sto bene, ma ce l'avevo sulla punta della lingua. Dovevo sfogarmi. :)
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Sbocchi Ematici
PoetryEmorragie di pensieri implosi che a tentoni cercano sbocchi. Non c'è da capire, ma da perdersi, Son sbocchi ematici, non convenzionali versi. *Scusate per l'indecifrabilità dei deliri che scrivo qui. Questo libro è nato proprio per questo. Son cose...