~Masochistico mare~

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La trilogia conclude con questa, la quarta, tra desiderio appena nato e tramontato in fretta. Rabbia? No, questa è la vita, ti alzi al mattino e ti accorgi d'esser sconfitta. Che hai tanto da capire ed ancor più da imparare, che non è facile galleggiare se non sai nuotare. Che se avessi il salvagente, saresti a galla, in superficie e che invece vai a fondo se hai un masso legato alle caviglie. E mi piace annegare nel mio mare masochistico, che pur potendo risalire, starei qui, è fantastico! Ho sognato sempre di viver nell'abisso, nascosta al mondo, ma non a tritoni e sirene, lo confesso. E gli abitanti di Atlantide mi ospitano, mi danno da mangiare, mi mettono cerotti sul cuore che non s'attaccano e anch'essi salgono e galleggiano. Poi m'affollano e spintonano, son senza ossigeno e mi annegano. Scappar nel fondo di un mare nero, non mi dà la certezza del sollievo. Respiro fittizio, in bombole al napalm, mi par il sacrificio di una balena, portata alla riva dall'onda sadica, sferzata di verghe e d'alghe sudicia. Senza più muoversi, resta spiaggiata e ripensa all'abisso, alla sua voglia innata, di nuotare libera, tra isole e melma, una pinna nell'acqua ed una sulla terra, bocca sempre aperta, per raccogliere plancton e dar casa al pesciolino e al suo rosso manto... Dormi megattera, cullata da cavalloni, del tuo viaggio ricorda solo i contorni, le perse occasioni: quel pazzo che ti ha lasciata in taxi, almeno non ti ha fatta tornare a casa su gli alti tacchi, lo stralunato, in tuta da astronauta ti ha fatto attendere il suo passaggio mai arrivato e tu aspettavi beata. I suoi riverberi ancora ti appannano, vorresti berteli, ubriacartene all'orlo. Dimentica tutto e riparti da zero, non più desideri, amore e odio nero. Che tanto alla fine non fa così male, sei solo spiaggiata mentre intorno hai l'abisso del masochistico mare.

~Oggi mi gira male. Questo pezzo è dedicato alla stessa persona dei tre precedenti, ma racchiude un po' di frustrazione random dovuta ad altre cose. Sopportatemi.

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