26

205 14 2
                                    

Mi svegliai con il sorriso stampato in faccia.

Sapevo a cosa era dovuto.
Avevo passato una notte bellissima dopo tanto tempo.
Zack era così, riusciva a distogliere i miei pensieri da mio fratello e da mio padre anche solo per un secondo, e mi bastava per stare bene.

Mi svegliai lentamente, misi una mano affianco a me, nella parte del letto dove si trovava lui, ma non c'era.
Però, proprio dove doveva esserci lui, c'era un piccolo pacchetto bianco legato con un nastrino rosso.
C'era un bigliettino.
Sopra c'era scritto 'Per la piccola Kennedy (la mia leonessa)'.
Sorrisi.
Sciolsi lentamente il nastrino e aprii la scatolina.
Dentro c'era una collanina a forma di mezzaluna fatta di argento e al centro c'erano una fila di diamantini. Era bellissima.
Non avevo parole per descriverla.
Zack mi aveva fatto un regalo.
Non me lo sarei mai aspettato.
Dovevo dire che aveva davvero dei bei gusti.

La indossai subito.
Presi il telefono, volevo chiamarlo per ringraziarlo del regalo.
C'era un messaggio, da parte sua.

'Sky sono dovuto andare dai miei fratelli. Ho passato una bellissima serata e mi sono divertito tantissimo.
Spero che il regalo ti piaccia.
P.s. Bel pigiama! -Zack'

Risi, si stava riferendo al pigiama che indossavo con le paperelle.

E poi volevo ringraziarlo a parole. Non con uno stupido messaggio.

L'indomani sarei dovuta partire per Milano. Sinceramente la voglia di andarci stava passando.
Ma dovevo farlo per me, per Richard, per noi.
Dovevo capire cosa provavo.
A tutti i costi.

***********
Avevo appena preso l'aereo.
Avevo paura. Non so di cosa precisamente, ma avevo paura.
Forse di andare in qualche posto da sola. Forse di sapere come avrebbe reagito Richard appena mi avrebbe vista. O forse solo di sapere la verità.

Dormii per tutto il tragitto.
Sapevo dov'era casa di Richard, quell'estate mi ci aveva portata.

Arrivai all'aeroporto e presi un taxi.

Mi trovavo davanti alla sua casa dove viveva con il suo coinquilino.
Così mi aveva detto.

Scesi lentamente dal taxi, lo pagai e mi avviai per la palazzina.

Salii le scale.
La sua casa era l'ultima in cima.
Arrivai davanti al suo portone.
Presi le chiavi di riserva da sotto lo zerbino e aprii la porta.
Il cuore batteva fortissimo.
Volevo vederlo, mi mancava.
Forse rivederlo mi avrebbe fatto capire che lo amavo ancora.

Entrai lentamente.
Volevo fargli una sorpresa.
Pensai che forse non era a casa però le luci erano accese, quindi doveva esserci lui o il suo coinquilino.

Sul tavolo nella sala da pranzo vidi due bicchieri di vino e due piatti.
Probabilmente aveva già cenato dato che erano le 20:30 di sera.

Sentii delle voci provenire dalla sua stanza.

Era con qualcuno? Forse era solo il suo coinquilino. E forse mi facevo troppe paranoie.
L'ansia cresceva in me.
La paura di vedere con chi fosse era alta.
Ma dovevo smetterla di stare in ansia per una stupidagine.

Passai vicino alla stanza del coinquilino.
Però sulla porta notai invece una cosa che mi fece capire che quella stanza non era affatto di un ragazzo.
Sulla porta c'era scritto 'Ellis'.

Mi avviciniai velocemente alla porta della stanza del mio ragazzo e notai che era socchiusa.
Sentii altre voci.
Anche se credevo che stavano facendo tutt'altro che parlare.
Una voce sembrava proprio quella di una ragazza.

Spalancai la porta con tutta la rabbia che avevo in me.

Le lacrime si accumularono nei miei occhi.
Come aveva potuto.
Non dovevo mostrarmi debole davanti a lui.

Uniti da uno Skate (completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora