31.

190 8 0
                                    

(Ezra Miller in Luis)

"Sveglia dormigliona!?!" urlò una voce acuta.

Ero felice che alcune cose non fossero cambiate.

"Dai sorellina sveglia sveglia! È mattino ed è ora di andare a scuola!" urlò la ragazza davanti al mio letto.

Sbuffai e mi misi la coperta sulla testa coprendomi completamente.

"Ah si?" oh no... Avevo istigato l'ira di Avery.

Mi preparai all'impatto.

"Rampa di lancio" urlò e si buttò con un tonfo sul mio letto facendomi gemere dal dolore.

"Avery!!!" urlai in preda all'isteria.

"Mi hai istigato" disse mettendosi comoda sopra di me.

"Non respiro! Dovresti perdere un po' di chili balenottera azzurra." dissi alzandomi di colpo facendola cadere.

Mi sgranchii le schiena.

"Ah ah, tanto lo sai anche tu che sono più magra persino di te!" disse. Ed era vero. Nonostante io fossi davvero leggerissima, quella che sembrava anoressica era Avery.

Se ne andò dalla mia camera permettendomi di scegliere i vestiti per la scuola.

Quella mattina sebravo uno zombie.
Decisi di mettermi un leggins nero con un felpone gigante abbinato, non mi andava proprio di vestirmi o di fare lezione o di camminare o di vivere in generale, la felpa che indossavo era talmente grande che potevano entrarci benissimo due me. Almeno era comoda. Feci una crocchia disordinata cercando di domare i miei riccioli rossi ribelli.

Non mi truccai neanche.

Qualcuno suonò il clacson e così mi avviai verso la macchina di qualunque essere umano abbia suonato.

Entrai e mi girai di lato per vedere chi fosse la persona.

Spalancai la bocca e gli occhi. E lui cosa ci faceva qui?

"Buongiorno principessa, oggi ti trovo particolarmente raggiante..." mostrò il suo sorriso in grado di poter illuminare tutto il paese.

Quegli occhi verdi e quella bandana dai colori vivaci.

"Luis..." strabuzzai gli occhi "t-tu cosa ci fai qui?" domandai.

"Si, sto molto bene grazie per avermelo chiesto" sorrise mettendo in moto la macchina "comunque sono qui perché tuo fratello mi ha detto di controllati" disse guardandomi con la coda dell'occhio.

"Si. Certo. Come no." alzai un sopracciglio in cerca di spiegazioni.

Rise "i miei hanno divorziato e visto che mia madre ha una casa qui e lavora da Starbucks mi sono trasferito con lei, visto che beh, con mio padre il mio rapporto non è dei migliori." sospirò "però tuo fratello veramente mi ha chiesto di sorvegliarti" disse ridendo.

Mi unii a lui. "Aspetta tua madre non sarà mica la signora Gioahnna?!" andavo spesso da Sturbuck.

"Precisamente"

Arrivammo a scuola.

"E come hai fatto a sapers dove si trovava casa mia?" dissi dirigendomi al mio armadietto.

"Hai dato l'indirizzo a tuo fratello, e lui lo ha dato a me, così almeno di qua conosco qualcuno" sorrisi. "Va bene io vado al mio armadietto, a dopo"

"Ciao Luis".

Poggiai i miei libri e mi avviai verso l'aula di letteratura.

Dopo 5 minuti arrivarono tutti gli altri studenti seguiti dal prof.

Uniti da uno Skate (completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora