capitolo terzo

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Era un locale sul mare, bello da vedere e pieno di gente è divertimento. I tavolini erano ombrelloni della spiaggia, la discoteca era situata sulla sabbia e anche la pista da ballo. Più in là sul cemento c'era il bar, dove passai tutta la serata. Passai tutta la serata a bere e a guardare gli altri ballare e parlare, quando nella mia depressione successe qualcosa. Stavo per andarmene quando una voce mi disse:
"Te ne stai andando? Di già?"
Mi girai sorpreso e vidi un ragazzo alto forse un metro e novanta, un po' muscolo, con la barba un po' rossiccia, i capelli corti e castani e due occhi verdi smeraldo. Mi fissò con quegli occhi pieni di curiosità.
"Sì, torno a casa, non c'è più motivo di stare qui." Risposi
"Non è vero, un motivo c'è e sono io."
Annebbiato dall'alcool non diedi peso a quelle parole così mi sedetti e mi offrì un drink.
"Piacere sono Nick."
"Piacere Daniele, ma chiamami Daniel."
Parlammo del più e del meno, della nostra vita, gli raccontai della perdita della mia quasi moglie Elisabetta, mi ascoltò sfogarmi e iniziai a provare qualcosa. Mi sentivo bene con lui, provavo le stesse sensazioni di quando ero con Elisabetta.
Mi parlò della sua vita, che era un poliziotto, che aveva vent'ottanni ed era di Padova. Tra una risata e una birra si fecero le cinque del mattino così ci ritirammo. Dopo quella sera non lo vidi mai più.

Uno strano amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora