capitolo settimo

17 0 0
                                    

"Ci vediamo fra quattro giorni, mi raccomando tu devi fare le mie veci. Se vogliono me digli che tu eri stato mio alunno e hai avuto me come giuda e mentore. Per qualunque cosa chiamami e mandami un messaggio a fine giornata con tutti i pazienti e le relative malattie e ricette che gli hai prescritto."
"Sì, Daniel. Tranquillo, ho tutto sotto controllo. Fai buon viaggio e goditi la conferenza."
"Bella battuta."
Dovevo andare a un seminario a Milano per sentire le nuove scoperte tumorali che avevano fatto e dovevo essere aggiornato. Avevo lasciato per la mia volta Roberto, il mio tirocinante a fare le mie veci e avevo paura che combinasse qualche disastro.
Ero appena arrivato a Milano mi sistemai in albergo e così decisi dopo di visitare la città. Ero in direzione Duomo quando uno mi urtò e gli caddero dei fogli a terra. Io mi fermai per aiutarlo a raccoglierli. Alzai lo sguardo e vidi questo ragazzo che forse poteva avere la mia età, un po' più grande. Era alto, muscoloso, castano con due occhi verdi che ti ci potevi specchiare. Il suo volto era mi familiare quando a un certo punto.
"Daniel?" Disse questo ragazzo.
"Sì." Dissi atterrito.
"Ti ricordi di me?"
Rimasi un attimo in silenzio a fissarlo quando:
"Sì, sei Nick. Il ragazzo di quest'estate."
"Com'è ti sei dimenticato di me?"
"No, mi ricordo. Ma senza barba sei diverso."
"Ho deciso di cambiare un po'. Cosa ci fai qui a Milano?"
"Domani ho un seminario e sto fino al quattro aprile. Tu?"
"Ah bene. Devo andare a portare questi fogli in questura da un nostro collega che si è trasferito qui a Milano e devo stare a sorvegliare un convegno a Milano e così il questore mi ha dato quattro giorni liberi. Vuoi venire con me? Consegno questi fogli e ci prendiamo un caffè da qualche parte."
"Va bene, tanto non ho nulla da fare." Risposi sorridendo.
Dopo aver consegnato i fogli ci sedemmo a un bar li vicino. Parlammo della nostra vita, di quello che ci era successo ed era come la prima volta quando ci siamo visti.
Mi accennò del fatto che molto probabilmente si sarebbe trasferito da Padova, perché non si trovava bene nella questura dove lavorava. Si fecero le otto e mezza quando ci alzammo dal tavolo.
"Beh, il mio numero ce l'hai. Io ho il tuo. Ci vediamo domani quando finisci il seminario, ci andiamo a prendere qualcosa da bere. Almeno non passi questi quattro giorni completamente da solo." Disse Nick sorridendo.
"Allora ci vediamo domani, ti chiamo appena finisco." Risposi.
Arrivata la mattina del giorno dopo andai nel luogo dove si teneva il seminario. Mi sento afferrare dal braccio, mi girai ed era Nick.
"Ma mi segui?" Domandò Nick.
"No, in verità qua si tiene il mio seminario." Risposi imbarazzato.
"Allora ci vediamo qui alla fine del seminario tanto sto qui fino alla fine è ci andiamo a prendere qualcosa."
Finito il seminario mi feci trovare dove mi aveva detto lui. Lo vidi arrivare con la divisa e mi faceva quasi strano. Andammo in un locale A bere a caso. Dopo cinque schootini e due birre eravamo tutti e due ubriachi, forse io un po' di più.
"Vogliamo continuare a bere nel mio hotel? Se no qui diventiamo fenomeni da baraccone." Chiese Nick.
"Sì, forse è meglio." Risposi ridendo.
Entrammo nella sua camera e fece uscire una bottiglia di vino. La bevemmo e dopo quella bottiglia eravamo più ubriachi di prima.
Eravamo tutti e due seduti sul letto quando a un certo punto sentii qualcosa dentro di me e decisi di baciarlo. Lui ci stava al bacio così iniziammo a limonare.
La mattina dopo mi svegliai di botto con un mal di testa. Ero in ritardo e tra un'ora iniziava il seminario e il mio hotel era dall'altra parte di Milano. Svegliai Nick.
"Nick, svegliati tra un'ora c'è il seminario. Dobbiamo andare. Ah e mi daresti le chiavi delle manette."
Eravamo ammanettati l'uno con l'altro. Io non mi ricordavo nulla di ieri sera. Ma non mi pentii amaramente di ciò che era successo.
"Buongiorno."
Dopo quel 'Buongiorno' ci baciammo e io ci stavo tranquillamente. Mi tolse le manette.
"Abbiamo il seminario tra meno di un'ora e io mi devo cambiare."
"Prendi i miei vestiti. Dopo il seminario saliamo nel tuo hotel e me li ridai."
"Sei sicuro?"
"Sì, se no non te lo avrei mai detto."
Ci cambiammo velocemente e scendemmo dall'hotel di corsa. Riuscimmo ad arrivare in tempo al seminario.
Finito il seminario andammo insieme al mio hotel. Ci stammo lì fino a tarda notte parlando di ciò che era successo la notte scorsa.
"Nick, non mi pento di ciò che è successo la notte scorsa. Mi pento di doverti lasciare e non sapere più quando ti ricontrerò." Dissi
"Mi mancherai, Daniel."
"Anche tu, Nick."
Così prima di andarsene ci baciammo per questo lungo addio.
"Ci sentiamo." Disse Nick.
"Certo." Risposi.
Rimasi tuttala notte sveglio ripensando a ciò che gli ho detto e a ciò che è successo e mi sentivo sempre più confuso.
Arrivò la mattina dopo, ci incontrammo alla stazione. Ci salutammo per l'ultima volta per poi non rivederci più. Quando salii su quel treno mi sentivo come se avessi lasciato qualcosa lì in quella cittadina.

Uno strano amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora