capitolo undicesimo

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"Mi raccomando, io arrivo alla stazione di Firenze alle sette. Se fai tardi stanotte a letto passi i guai."

"Allora farò tardi apposta."

"Ti amo."

"Ti amo anch'io."

"Allora stacco da lavoro alle sei e mezza, quindi il tempo di uscire e raggiungere la stazione. Dovrei farcela." Pensai tra me e me. Fra meno di dodici ore Nick sarebbe arrivato e si sarebbe trasferito a casa. La cosa mi spaventava, ma allo stesso tempo mi emozionava moltissimo. Ero eccitato ed entusiasta del suo arrivo. I pensieri negativi erano tutti svaniti, lo volevo solo abbracciare.

"Daniel ti ho portato la mia paziente." Disse Enrico.
"Quante volte ti ho detto che devi bussare prima di entrare?!" Risposi con tono di rimprovero..
"Sì, scusami.
"Falla entrare."
"Lei è Giulia, la paziente che deve fare l'operazione alla vagina che ti dissi."
Entrò dalla porta questa donna alta, magra con dei bellissimi occhi verdi e dei capelli lunghi nero pece. Era una donna bellissima e al sol guardarla rimasi sorpreso da tanta bellezza.
"Piacere Daniel, sono il chirurgo che ti opererà." Dissi sorridendo.
"Piacere, Giulia." Rispose.
"Vabbè io vado che ho un altro paziente, a dopo." Disse Enrico andandosene.
"Bene, Giulia. Spiegami un po' la sua situazione."
"Sì, dottore. Sono andata dal suo collega, il dottor Greco, col mio fidanzato per una consulenza di coppia dal momento che al letto l'attrazione sessuale era svanita. Dopo aver seguito i consigli del dottore le cose andarono meglio. Ma quando decidemmo di avere un figlio le cose non andavano. Pensavamo fosse una cosa nostra, ma alla fine con diverse analisi che abbiamo fatto entrambi abbiamo scoperto che io ho un problema al mio utero e che devo fare un'operazione per avere dei figli."
"Benissimo Giulia, mi porti i suoi esami che ha fatto. Mi farò avere attraverso i miei colleghi la sua cartella clinica. Studierò il caso e le farò sapere se è un'operazione che lei può fare oppure no."
"Perfetto, dottore."
"Noi ci vediamo domani così mi porta tutti i referti medici che ha."
"Allora a domani, dottore."
"A domani."
Quando lasciò la stanza in me nacque una sensazione strana che neanch'io sapevo descrivere. La osservai andarsene con quelle sue gambe lunghe e bellissime.
Passai il pomeriggio a cercare la sua cartella clinica. Si fecero così le sei e mezza, staccai da lavoro e andai in stazione.
Arrivai giusto in tempo. Il treno di Nick era appena arrivato. Scese dal treno con quattro valigie piene ed enormi. Appena ci vedemmo ci abbracciammo.
"Non hai fatto ritardo, ma la pagherai a letto comunque." Mi sussurrò nell'orecchio.
"Ti amo." Gli sussurrai all'orecchio.
Andammo a casa, ci sistemammo. Lo aiutai a sistemare tutte le sue cose e nel frattempo arrivò sera. Decidemmo di ordinare la pizza e vederci un film.
"Ci vediamo Titanic?" Disse Nick.
"Nah, l'ho visto una centinaia di volte." Risposi.
Così spulciammo tutti i film che avevo a casa fin quando ne trovammo uno.
"Che cos'è questo film?" Urlò Nick.
"Come si chiama?"
"Ci vediamo a casa."
"Non l'ho mai visto."
"Vabbè proviamo a guardarlo, se fa schifo ne prendiamo un altro."
Seguiva tre coppie, una era omosessuale di due ragazzi: uno poliziotto e l'altro un disoccupato.
"Daniel, siamo noi due."
"Io non ho una madre che coltiva erba."
"No, è vero. Tu sei un criminale direttamente."
Stoppammo il film.
"Sì, sono un criminale. Ora cosa fai mi arresti?" Risposi con aria di sfida.
"No, molto meglio."
Dopo quella frase Nick si alzò e andò in camera a cambiarsi. Dopo due minuti uscii dalla stanza con la sua divisa.
"Vieni qui, criminale."
"Agente, mi ha scoperto."
"Mani in alto. Ti dichiaro in arresto per aver istigato un pubblico ufficiale."
"Agente, sono tutto suo. Mi metta le manette e mi porti in cella."
Mi mise le manette e dopo ciò con violenza mi sbattè sul divano. Da lì iniziò una lunga notte di sesso violento e passionale.
Dopo quella notte conobbi una parte selvaggia e violenta di Nick che mi piacque moltissimo.

Uno strano amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora