Capitolo sette

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I piedi di Camila affondavano nella sabbia umida, perché Lauren aveva scelto di costeggiare la battigia, preferendo il terreno più modellabile (grazie all'effetto erosivo dell'acqua) a quello ricoperto a dune scottanti.

Tenevano le infradito nelle mani, lo zainetto era assicurato sulle spalle di Lauren, il cappello ancora fissato sulla testa di Camila e gli occhiali presenza fissa sul naso della corvina. Tutti gli sguardi sconosciuti che incrociavano, le ispezionavano con fare circospetto, bisbigliavano qualcosa al marito o all'amica, e riprendevano a camminare, lanciando sporadiche occhiate nella loro direzione. Lauren avvertiva gli sguardi su di loro, ma proseguiva con disarmante incuria. Era felice di quegli occhiali e di quel cappello, che andasse a fanculo la gente e la loro opinione critica!

Nessuno avrebbe mosso un commento favorevole rispetto alle loro scelte, perché le persone non sanno uscire dagli schemi, non vedono niente oltre lo strato di normalità che ha forgiato la società con i suoi ideali. Un paio di Rayban erano oggetto di complimento, ma degli occhiali acquisitati economicamente, senza marca che spiccasse sulla montatura, erano soggetto di scherno. Lauren era sicura che se la Rayban avesse prodotto degli occhiali identici a quelli che sfoggiava ora lei, allora tutti li avrebbero guardati con meraviglia e non disgusto. Le persone non danno peso a com'è l'oggetto, ma a chi l'ha fatto. E questo, purtroppo, vale anche fra noi uomini, in tante circostanze. Gli ideali della società, il veleno delle sane relazioni.

«La sabbia è così...» Camila cercò un aggettivo che si confacesse alla sensazione strabiliante che stava provando adesso, ma niente rispecchiava il suo stato d'animo «Così sabbiosa.» Emise infine.

Lauren alzò le sopracciglia e giunse le labbra in una linea che voleva simboleggiare stupore, ma al contempo non riuscì a nascondere la perplessità che le scavava la fronte corrugata «Già.. Sai com'è... è sabbia.»

«Si, esatto!» Esultò felice Camila, sembrando l'unica a capire il significato della propria asserzione.

«Bene. Sabbia sabbiosa, chiaro.» Mostrò il pollice Lauren, facendo ciondolare il capo verso il basso, rivolto sui piedi scalzi imbrattati e poi nettati dalla risacca del mare.

Camila solo adesso si rese conto di quando assurda poteva suonare l'affermazione alle orecchie di chi come Lauren passava tutte le estati in riva al mare, ma per lei era diverso. Almeno, negli ultimi anni lo era stato.

Sorrise, sentendo le guance avvampare, ma non per il tepore genuino del sole «Scusa. È che.. Mi ero dimenticata alcune sensazioni. Sembra di viverle per la prima volta.» Si strinse nelle spalle.

Lauren scosse la testa e sorrise nelle sua direzione, confortante.

Camila aveva riscoperto il piacere autentico di trascorrere una giornata al mare, attorniata da ragazzini scalpitanti, donne intente a ungersi con l'olio abbronzante distese su una moltitudine di asciugamani, madri che, al contrario, spalmavano la protezione UV sulle spalle già scorticate dei figli. Si era dimenticata dei sassolini che incidevano la pianta del piede, dei castelli di sabbia continuamente minacciati dalle onde che si allungavano sempre di più, quasi a voler stimolare le urla paurose dei bambini che si accovacciavano e riparavano la costruzione con le braccia esili.

Le piaceva tutto. Tutto! Perfino la sabbia che si raggranellava fra le dita dei piedi, la metteva di buon umore.

I suoi occhi esaminarono minuziosamente l'ambiente. Voleva ricordare tutto, appuntare ogni dettaglio nel diario imperdibile della memoria.

Until TomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora