Capitolo quindici.™

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Arrivati a scuola la prof. di italiano mi richiama «Buongiorno Dartés»
«Buongiorno professoressa» le sorrido mentre lei fissa Simon
«Simon cosa ci fai qui?»
«Ciao mamma, ho accompagnato Emy a scuola» resto a bocca aperta la mia prof. ha un figlio figo da paura e... Emy smettila immediatamente, mi dico, con tono serio
«e tu a scuola?»
«entro alle 9.00» mi sorride, oddio smettila di sorridermi così o sverró.
«Datés in classe la campanella é già suonata!»
«Ciao Simon»
«Ciao Emy»
«Forza a scuola anche tu signorino»
«Ciao mamma a dopo» lo vidi lasciarle un dolce bacio sulla guancia [però a me non l'ha dato uff..] Emy smettila stai esagerando ora con questi pensieri.
Da quando sono entrata in classe sono più che distratta, la mia mente viaggia sulla mia nuova conoscenza e su quanto possa essere bello. «Datés... Dartés le sto parlando, Dartés...» la prof. di italiano mi richiama insistentemente, ma non riesco a distogliermi dai pensieri «Dartés mi dice di cosa sto parlando?» oh di suo figlio non credo perché altrimenti me ne sarei accorta
sollevo lo sguardo «mi scusi ero distratta» le sorrido
«è dall'inizio dell'ora che sei distratta»
«mi scusi»
«Interrogata»
«MERDA» sussurro
«può ripetere prego?»
«temo di non essere sufficentemente preparata»
«allora è 2 e la prossima volta stia attenta»
«oh no! vengo all'interrogazione»
«Dartés stia attenta durante le lezioni è l'unica che ha tre voti nelle mie materie e non voglio rovinarle la media»
«oh la ringrazio immensamente» suona la campana, raccolgo i miei libri e sto per uscire dall'aula
«Dàrtes?»
«si?» aspetta che escano tutti e inizia il suo discorso
«Simon è un ragazzo fragile, l'ho dovuto crescere da sola e non conosce l'odio, non fargli del male, non farlo soffrire, non ha mai avuto tanti amici perché ci siamo spesso trasferiti, non sono un'insegnante di ruolo. Sai? Quando ti pensa è sempre nella sua camera che disegna il tuo volto, tuoi occhi» oddio è la cosa più dolce che avessi mai sentito
«ma io l'ho conosciuto soltanto ieri»
«Quando ci siamo trasferiti, il tuo papà ci ha parlato di voi e spesso ti vedeva uscire di casa non fa altro che parlarmi di te e non sai quante volte avrebbe voluto fermarti e conoscerti, ma è timido e teme che lo avresti respinto, ti arrabbi se ti dico che lui cercava sempre i tuoi compiti in classe nella mia borsa?» spalanco gli occhi
«oddio davvero?» sorrido
«si gli piace la tua scrittura e il tuo modo di raccontare e descrivere le situazioni»
«oddio grazie»
«Emy non devi dire a Simon che ti ho detto tutte queste cose, in realtà tra qualche mese arriva la mia promozione e saró di ruolo quindi non dovremmo più trasferirci e ci tengo alla felicità di Simon e tu portesti essergli amica e farlo felice»
«sarà il nostro segreto prof.» le sorrido
«Quale segreto?» spunta Simon e il mio cuore inizia ad avere forti palpitazioni e ora cosa invento
«oh nulla parlavo con la prof. di un compito per domani»
«mh voi due mi nascondete qualcosa»
«Ma cosa dici? Dai su andiamo e lasciamo tua mamma correggere in pace» slautiamo la prof. che mi fa l'occhiolino.
«Teddy?»
«Ohi Emy»
«Tutto bene? Oggi non ti ho visto a ricreazione..»
«Si ero con Sara, tu?»
«Tutto bene, stiamo tornando a casa vieni con noi?» guarda alle mie spalle
«ciao Simon»
«ciao Teddy»
«Simon, ma tu non frequenti questa scuola come mai sei qui?»
Simon si blocca «i-i-io..»
«oh Teddy, ma di cosa ti impicci lascialo stare, la sua mamma è la mia professoressa e ci siamo incontrati,» sorrido a Simon «tu vieni a casa con noi?» chiedo a Teddy
«No Emy, aspetto Sara e poi vado da lei, sei arrabbiata?»
«No testina, se piace a te piace anche a me anche se si tratta di Sara» ci salutiamo e andiamo via.
Torniamo a casa «vuoi salire?»
«ma no dai!»
«dai tanto starai da solo fin quando non torna tua mamma appena la senti arrivare scendi, ora sali a tenermi compagnia?»
«d'accordo» mi sorride
«prendiamo l'ascensore sono stanca» preme il pulsante e mi prende lo zaino
«se sei stanca questo te lo porto io su»
«grazie, ma tu hai gia il tuo»
«ce la faccio tranquilla» mi sorride e il mio cuore accelera
«Simon...»
«dimmi Emy» e ora che gli dico? che l'ho chiamato soltanto perché amo pronunciare il suo nome.. NO
«grazie»
«e di cosa?»
«sei gentile con me» mi sorride e sembra quasi in inbarazzo...

To be continued...

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