XVI - RETTUNG

21.2K 1.1K 32
                                    

Rettung significa "salvezza" in tedesco.

ALEXANDER.

<<Come hai potuto?>> Edna mi spintonò per l'ennesima volta, mentre mi iniziavo a rendere lentamente conto che nonostante lei si arrabbiasse, mi insultasse o mi alzasse le mani, non riuscivo a provare rabbia nei suoi confronti.
Le volevo davvero bene, e questa cosa non la tolleravo.
Voler bene a qualcuno significava avere un punto debole, e i nemici non aspettano altro. 

Non ero ben voluto a causa delle orribili cose che avevo fatto e che continuavo a fare, perciò mi aspettavo un coltello conficcato nella schiena da chiunque.
O meglio, da chiunque tranne che da Edna. <<Avevi promesso!>>

<<Sei quasi morta per colpa sua!>> Alzai la voce il giusto indispensabile per farle smettere di colpirmi. <<Il minimo che può fare è soffrire un po' per guadagnarsi la salvezza.>> Incrociai le braccia al petto e mi riappoggiai sul muro, fissando la scena davanti a me.

Hanya era sdraiata esanime sul divano, circondata da tutti i membri del branco che la fissavano speranzosi. <<Piuttosto.>> Continuai. <<Nessuno si è reso conto che lei è così per via dello strozzalupo?>> Non avevo accennato a ciò che era successo in camera sua, e tanto meno al fatto che era riuscita a parlare con me telepaticamente nonostante io non fossi nel mio stato animalesco.

<<Certo che ce ne siamo resi conto.>> Edna sospirò, come in cerca di risposte.

<<E...>> Feci roteare una mano in aria, come per invogliarla a darmi delle risposte.

<<E non lo so, Alex! Ora l'unica cosa a cui riesco a pensare sono preghiere per far sì che non muoia.>>

<<L'ho salvata solo per quello, Edna. Voglio sapere chi diavolo è in realtà e se si sta prendendo gioco di te.>>

<<E' una brava ragazza, e scommetto che nemmeno lei sapeva questa sua debolezza, o di certo non l'avrebbe portata qua dentro lei stessa. Scopriremo il motivo per cui l'aconito le fa questo effetto! Mi consulterò con...>>

<<Taylor, giusto?>> Sorrisi di sbieco, mentre notai un leggero rossore nelle sue guance. <<Non dovresti amare qualcuno in segreto per così tanto tempo, soprattutto se è un umano. Tu hai ancora tanto tempo a disposizione, ma lui no. A meno che non...>>

<<No! Non trasformerò mai Taylor o qualsiasi altro umano al mio terribile destino. Noi siamo maledetti, Alexander.>>

<<Questo tu lo chiami essere maledetti? Sentire meglio, vedere meglio, correre più veloci di qualunque altro animale al mondo, guarire velocemente e...>>

<<E niente, Alex.>>

<<Dobbiamo smetterla di interromperci le frasi a vicenda.>>

<<Sei tu che non sai parlare civilmente! Che mi dici dell'eccitazione per la caccia, per ciò che proviamo quando sentiamo l'odore del sangue, o quando notiamo una preda. Potrei elencarti duemila altre cose, Alexander. Noi siamo maledetti, e proprio perché amo Taylor immensamente, non lo condannerò mai al nostro destino.>>

Sbuffai, riprendendo a guardare Hanya.
I lunghi capelli corvini scivolavano sul bordo del divano, arrivando quasi a toccare terra.
Le labbra, sempre così rosee e carnose, sembravano aver perso volume insieme al delicato colore, e sembravano abbinarsi perfettamente al cereo viso.
Nessuno se ne sarebbe mai reso conto, ma mentre tutti si facevano in quattro per salvarle la vita, io continuavo insistentemente ad ascoltare i battiti del suo cuore, come ad assicurarmi che non smettesse di battere.
I miei sensi erano costantemente in allerta, perché volevo risposte, e nonostante desideravo non averla più tra i piedi, sentivo che c'era qualcosa in più, qualcosa che dovevamo assolutamente scoprire.
Senza parlare del libro.

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora