XXXIII - WIEDER OHNE KONTROLLE

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Wieder ohne kontrolle significa "Nuovamente senza controllo" in Tedesco

HANYA

Salvare Simon era stato più semplice di ciò che pensavamo, forse troppo.
Era questo che continuavo a pensare mentre percorrevamo il tragitto che ci avrebbe portato dal branco anziano.
Alexander a causa del veleno non aveva mangiato per tre giorni, Simon era stato tenuto a digiuno per altrettanto tempo, ed io ero l'unica che aveva ricevuto cibo.
Avevo messo da parte qualche scorta, ma era troppo poca per i successivi due giorni di viaggio che ci aspettavano.

Ci fermammo soltanto una volta per riposare qualche ora, e per il resto del tempo non facemmo altro che camminare in silenzio.
Nessuno di noi aveva troppa voglia di parlare.
Simon teneva dentro di sé la rabbia per come era stato trattato e, nonostante non lo volesse ammettere, si sentiva in debito con me ed Alexander per averlo salvato.

Il pensiero che ci fosse qualcosa di strano, però, continuava a frullarmi per la mente.
Erano chiamati i distruttori eppure, qualche leggera minaccia a parte, di distruttore non avevano avuto granchè.
La loro regina sembrava più una cozza con Alexander, ma qualcosa mi diceva che certamente non era finita lì.
Le guardie avrebbero potuto raggiungerci, incatenarci e punirci per ciò che avevamo fatto, invece la pace regnava sovrana all'interno dell'infinito bosco.

L'aria si faceva leggermente più pungente alle prime luci dell'alba, e l'umido scendeva fastidioso durante la notte.
Nelle ore diurne riuscivamo a respirare un'aria accettabile, anche se il freddo intenso dell'inverno si faceva sentire quasi sempre.

Dopo due interminabili giorni, Alexander iniziò a dire che eravamo vicini, e dopo qualche altro chilometro arrivammo ad una piccola cittadina poco al di fuori del bosco.

<<Dove ci troviamo?>> Chiesi, sollevata dall'aver raggiunto la meta.
Le gambe mi andavano a fuoco e giurerei di non aver mai percorso così tanta strada tutta insieme.
Ero sfinita, e un bel posto dove riposare era l'ideale in quel momento.

<<Siamo dagli anziani.>> Rispose, fermandosi dove numerose case a schiera si estendevano colorate e ben curate. <<La casa là in fondo è quella dell'Alfa.>> Indicò una piccola casa azzurra a qualche centinaia di metri da noi.

Ci avvicinammo con calma, come se anche i miei due accompagnatori fossero privi di tutte le forze, anche se non l'avrebbero ammesso neanche per tutto l'oro del mondo.
Le finestre erano di legno verniciato di bianco, e al di fuori piccoli vasi di fiori erano appesi, dando un'aria molto più primaverile di quello che in realtà era.
Delle candele spente circondavano l'intera casa, facendola sembrare leggermente più macabra di tutto il resto della cittadina.

<<Ci siamo.>> Disse Simon, passando avanti a bussando leggermente alla porta, anch'essa di legno, come se avesse paura di fare troppo rumore.

Lo zaino alle mie spalle cominciava a pesare, ma tutti ci davamo il cambio, e non volevo essere trattata diversamente solo per il mio essere una donna.
Dentro si trovava il libro del cristallo.
L'avevamo portato nella speranza di ricevere informazioni utili per il risolvimento dell'indovinello o per capire come trovare l'oggetto magico apparentemente impossibile da trovare.

La porta si aprì lentamente, cigolando ad ogni millesimale movimento.
Una donna di bassa statura, anziana e con uno sguardo vagamente stanco si affacciò e ci fissò lentamente, uno dopo l'altro.

Non abbassò lo sguardo nemmeno quando posò gli occhi su quelli di Alexander, che erano come sempre freddi e impenetrabili.

<<Chi siete?>> La sua voce non tradì alcuna emozione.
Era priva di tono e ricca di decisione. <<E che cosa volete? Riposte chiare, brevi e concise, o chiudo immediatamente e vi do in pasto al branco.>>

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora