XXXV - REISE IN DIE VERGANGENHEIT

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Reise in die vergangenheit significa "Viaggio nel passato" in Tedesco.

HANYA

Un'ora prima... (Prima parte)

L'aria intorno a me era umida e densa.
Mi trovavo in un piccolo ma accogliente salotto, con un divano e due poltrone rivestiti di un tessuto con ricami di rose di vari colori sopra uno sfondo bianco sporco.
Un tavolo di legno che sembrava vecchio almeno cinquant'anni si trovava al centro della stanza, e sopra di esso c'erano varie e probabilmente saporite pietanze che avevano provato ad offrirmi più volte, nella vana speranza che io accettassi.

Sapevo di essere in trappola, ma non dove mi trovassi.
Il muro era tutto grigio e sporco e, nonostante l'arredamento, il tutto risultava più inquietante di quello che sembrava voler trasmettere.
Quel posto aveva l'apparenza di una prigione allestita a salotto.
Non eravamo prigionieri, ma mi sentivo esattamente come una delinquente in manette.

La stessa donna che avevamo trovato nella stanza di quel villaggio apparentemente deserto continuava a camminare avanti e indietro davanti al divano in cui eravamo seduti io e Simon. Quest'ultimo era ancora privo di sensi, ma il suo respiro regolare mi tranquillizzava, almeno per il momento.

<<Dov'è Alexander?>> Chiesi con tono più acido del solito.

<<Perché continui a chiederlo in continuazione?>> I suoi ricci voluminosi si spostavano insieme alle sue lunghe e snelle gambe.

<<Perchè nessuno mi ha ancora risposto. Voglio sapere dove si trova.>>

Non sapevo quanto tempo era passato da quando l'avevo sentito mentalmente l'ultima volta, ma da quando quella donna era apparsa, avevamo perso ogni contatto.

<<Senti, Hanya, non è importante dove lui si trovi. Credimi quando ti dico che la tua vita è molto più semplice senza di lui.>> Un brivido intenso riempì ogni singola vertebra, gelandomi il sangue. <<E poi non sta a me dirtelo. Purtroppo, per quanto sembri il contrario, io non comando niente in questa storia.>>

Fu una sensazione strana, mai provata prima, ma al pensiero che Alexander potesse essere in pericolo, un piccolo e buio angolo della mia mente colmo di ragnatele e quasi impossibile da raggiungere, si accendeva di rabbia intensa.

<<Se gli avete fatto qualcosa, io...>>

<<Hanya, non c'è bisogno di uscire gli artigli.>> Rise sconnessamente, quasi come se fosse obbligata ad essere gentile con me. <<Se tu e Simon collaborerete, nessuno avrà bisogno di far del male al tuo amichetto felino o alla tua amichetta bionda.>>

Amichetta bionda...

<<Eris?>> Chiesi, la voce leggermente tremante.

<<Si chiama così? Non lo so, tesoro, so soltanto che loro due ci servono, ma faremo a meno di usarli se voi due ci aiuterete.>>

<<Che aiuto volete?>> Chiesi tra i denti, anche se il solo pensiero di aiutare chiunque tenesse in ostaggio Alexander o Eris mi faceva una tale rabbia da farmi tremare le mani.

<<Presto tutto ti sarà spiegato, Hanya.>>

<<Sempre se il tuo amico si sveglia.>> Taylor apparve alle sue spalle con passo molto più sicuro di quello che aveva avuto ogni volta che lo avevo visto, indicando con un dito Simon.

<<Taylor! Grazie al cielo sei qui! Presto, dobbiamo salvare Alex!>> Dissi felice di vederlo e carica di adrenalina.
Ma lui scosse la testa, sorridendo.

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora