XXXII - GLÜCKLICHE RETTUNG

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Glückliche rettung significa "Salvataggio fortunato" in Tedesco.

ALEXANDER

Non avevo idea di quanto tempo fosse passato, ma sembrava davvero un'infinità.
Immagini di varia natura continuavano a fluttuarmi nella mente come un film a rallentatore.
Vidi i visi di tutte le mie vittime, nonostante credessi di non averne mai memorizzato nemmeno uno.
Vidi le loro famiglie piangere per il lutto subito, mentre io ruggivo al chiarore lunare, felice soltanto di aver la pancia piena.
Vidi Hanya, alle volte sentii persino la sua voce, ma non sapevo con certezza se fosse reale.
Mi pregava di svegliarmi, mi diceva che lei e Simon avevano bisogno di me.
Il sonno mi teneva stretto, si era ormai avvinghiato alla mia anima senza che io potessi fare niente, e non sembrava volermi lasciare andare.
Vidi Kahana, il suo viso sorrideva e le sue labbra cantavano le stesse melodie che sentii anni prima, quando i nostri corpi nudi si fondevano sotto le stelle.
Nonostante non volessi ricordarlo, la vidi quando tradì il mio branco per salvare il suo, e così ricordai il motivo per cui odiavo i distruttori, per cui odiavo lei.
Anche se lei per me era solo un passatempo, il mio branco era stato messo in pericolo per mano sua.
Sentii la sua voce, famigliare ma allo stesso tempo sconosciuta, che mi tranquillizzava, mi parlava di un veleno e mi diceva che tutto sarebbe andato per il meglio, che me lo doveva.
Sembrarono anni, ma in realtà non era passato così tanto tempo.

Quando aprii gli occhi, la luce naturale mi colpì come un pugno allo stomaco, facendomi rimpiangere di averlo fatto.
Non ricordavo nient'altro che Kahana, e in qualche strano modo sapevo che era stata lei a salvarmi.
Gemetti di dolore, anche se non era ben localizzato solo in un posto.
Sembrava che cento lame avessero trapassato la carne, arrivando ad ogni muscolo e ferendolo irrimediabilmente.
Tutto il corpo mi doleva, e anche solo muovere un dito sembrava una fatica troppo grande in quel momento.

<<Non è ancora il momento.>> La voce di Kahana risuonò limpida accanto a me, e una mano si posò sui miei capelli.
Odiavo il contatto fisico non richiesto, e il suo davvero non mi andava a genio.

<<Leva...>> La mia voce uscì aspra e graffiata, quasi irriconoscibile.
Deglutii, prima di provare nuovamente a parlare. <<Levami le mani di dosso.>>

<<Shh!>> Il tocco della sua mano svanì, lasciando un beato vuoto.
Purtroppo, in pochi secondi tornò sulla nuca, sollevandola leggermente. <<Bevi un po' d'acqua.>> Il bordo di una tazza mi sfiorò le labbra, e non potei rifiutare.
La gola mi stava letteralmente andando a fuoco dalla sete. <<E poi, Xander, che ne diresti di mostrarmi quei tuoi bellissimi occhi? Ne ho sentito la mancanza, durante questi anni.>>

Aprii gli occhi con riluttanza, solo per mostrarle che tutto l'odio che le riservavo era molto più di ciò che credeva. <<Cazzate.>>

<<Non sono cazzate, Xander, credimi. Ti ho amato, davvero. Pensi che...>>

Non riuscii a sentire una sola parola in più. <<Mi hai amato? Dio, che razza di bugiarda.>>

<<So che ti ho ferito, ma...>> La sua mano scese sul mio petto, e solo in quel momento notai che era nudo e con una fasciatura bianca sulla spalla sinistra.
La mano continuò a scendere, fermandosi nel bordo della coperta. <<Andiamo, vuoi dirmi che non ti sono mancata?>>

Le bloccai la mano nell'esatto momento in cui superò la coperta, scendendo più in basso e carezzando l'inguine, e con uno strattone la scostai.
Le forze sembravano tornare gradualmente, e il dolore non era più così fitto. <<Kahana, credimi, se solo ne avessi le forze ti staccherei la testa in questo esatto momento.>>

La sua mano restò a mezz'aria, e il suo viso non tradiva l'imbarazzo che provava.
Aprì la bocca per parlare, ma la tenda che serviva da porta si aprì, e un uomo entrò.

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora