L - DAS LETZTE OPFER

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Das letzte opfer significa "L'ultimo sacrificio" in Tedesco.

ALEXANDER

<<Il tempo passa.>> Sospirai, guardando Edna in modo frustrato. <<Ed io non ne ho più così tanto.>>

Si avvicinò e mi posò una mano sulla spalla. <<Riusciremo a salvare anche te.>> Sorrise. <<Vedrai.>>

<<Il sacrificio si terrà tra poco, ed io domani notte sarò ormai morto.>> Abbozzai uno sguardo disinteressato. <<Ciò che importa è salvare Simon ed Hanya, ok?>>

<<No, Alex, non è ok.>> Il suo sguardo si fece più duro, ma riuscii ugualmente a cogliere una punta di dolcezza. <<Salveremo tutti. Torneremo a casa e voi non vi caccerete nei guai per almeno... Non so... Almeno fino alla mia morte!>>

Ridacchiai, annuendo lentamente. <<D'accordo, ci proveremo.>> Ma non riuscii a guardarla negli occhi.

Nella mia testa mille pensieri si attorcigliavano tra loro, ma tutti avevano un solo punto in comune: salvare Hanya prima di morire.
Dovevo mantenere la mia promessa. Dovevo salvarla e proteggerla anche a costo della vita.
Più passavano le ore e più mi sentivo debole e stanco, e la trasformazione avvenuta per provare ad uccidere mia madre avevano peggiorato la situazione.
Sembravo essere stato travolto da un treno a tutta velocità, ed era una situazione strana per un animale abituato a non sentire mai dolore ad alcun muscolo.
Stavo morendo, e nessuno poteva evitarlo.
La priorità doveva restare Hanya, e non accettavo repliche di alcun tipo.

Il druido che stava svolgendo i sacrifici per far sì che il potere dei prescelti si esternasse del tutto era Alaris, la donna identica in tutto e per tutto ad Hanya.
Avevamo passato tutto il giorno a parlare e a sperare, con mia grande sorpresa, che mia madre si salvasse per far sì che tutto andasse come organizzato, dal momento che i sacrifici erano connessi anche a lei.
Alaris ci aveva spiegato tutto il piano, ma non era mai entrata nei particolari.

Mentre passeggiavo intorno alla grande quercia, la vidi inginocchiata in un angolo.
Con le mani giunte ed il mento verso il cielo, muoveva la bocca ripetutamente, ma non riuscivo a scorgere nient'altro che sussurri incomprensibili.
Gli occhi erano chiusi ma dalla parte esterna di entrambi gli occhi uscivano delle piccole lacrime che arrivavano fin sotto l'orecchio, prima di disperdersi tra i lunghi capelli neri.
Mi soffermai qualche secondo a pochi metri di distanza, e sospirai.
Era talmente simile ad Hanya che guardarla non faceva altro che peggiorare la mia già pessima situazione: mi sembrava di averla lì, ad un palmo dal naso, ma in realtà non era lei.
Provavo una strana sensazione.
L'anima e il cuore sembravano dolermi ogni qualvolta un sorriso mi nasceva sul volto mentre notavo le infinite somiglianze.
Avrei voluto andare ed abbracciarla, stringerla forte per farle capire quanto mi fosse mancata, ma poi mi ricordavo che in realtà lei non era con me, e tutto il mondo pesava nuovamente su di me.
Non l'avrei più rivista, però l'avrei salvata.

<<Puoi allontanarti?>> Chiese, mantenendo la stessa postura. <<La tua aura è troppo negativa, disturbi le mie preghiere.>>

<<Disturbo le tue preghiere con la mia aura?>> Chiesi con un pizzico di sarcasmo, giusto per essere sicuro di aver capito bene.

Lei sospirò e aprì gli occhi, guardandomi e lasciandomi senza fiato.
Se non fosse per gli occhi...
Non pensarci, Alex. La salverai, questo è ciò che conta.

<<Perché la tua aura è nera?>> Chiese ancora. <<Perché sei così triste? Ci aiuteremo a vicenda a salvare Hanya. Cosa non va?>>

<<Non c'è niente che non vada.>> Mentii. <<Ti stai preparando per il rituale?>>

<<Esatto. Sto pregando i druidi antichi. Il potere dei prescelti viene donato da loro.>>

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora