Parte 17 십질

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Appena esco di casa, vengo accolta dalla luce del sole e dall'aria fresca di Busan che sfiora la mia pelle come i brusii di sottofondo dei passanti.

Tengo stretta a me la mia borsa e inizio ad incamminarmi, affrontando un'altra giornata, totalmente diversa dalle altre: Jungkook non fa più parte della mia vita.

Nonostante Taehyung si sia offerto più volte di accompagnarmi al lavoro con la sua auto, ho dovuto rifiutare.

Camminare per le strade mi mette tranquillità e ora come ora ne ho proprio bisogno.

Stamattina mi sono svegliata e guardata allo specchio, ritrovandomi due grosse occhiaie ricoprire i miei occhi: un orrore.

Dopo una decina di minuti arrivo finalmente all'edificio ed entro, ritrovandomi solo poche persone all'interno, compresi i miei colleghi.

Vedo Daniel seduto al mio bancone, mentre sistema alcuni libri e io lo saluto con un cenno, senza degnarmi di guardarlo più di cinque secondi.

Mentre mi sistemo al mio posto, lo sento schiarirsi la voce di fianco a me e so già di cosa vuole parlare.

«Come va?», domanda a bassa voce.
Alzo le spalle, leccandomi le labbra secche e rimanendo neutra e immobile alla mia posizione.

Come se non bastasse, all'entrata della biblioteca intravedo un Jungkook entrare e io scuoto la testa, cercando di scacciarmelo via dai miei pensieri.

Stringo i pugni e poggio lo sguardo sul computer già acceso, iniziando a leggere i messaggi che arrivano nella mia e-mail.

«I-Io vado un attimo al secondo piano», borbotta Daniel e io annuisco, disinteressata.

Pochi minuti dopo sento un libro appoggiarsi delicatamente sul bancone.
Ma il quasi sordo rumore che crea l'oggetto mettendosi a contatto con il mobile attira la mia attenzione e alzo gli occhi.

È Jungkook.

Appoggio la schiena al mio schienale, i nostri sguardi completamente incollati come quel libro che ha appena appoggiato e spiaccicato contro il bancone.

Tamburella nervosamente le dita contro il libro e io sospiro.
«Buongiorno», dico, afferrando il libro, «Mi dia la tessera».

Jungkook rotea gli occhi al cielo e avanza il busto verso il bancone, cercando di avvicinarsi di più a me, «Elaine, possiamo parlare?».

«Ho bisogno della sua tessera per il libro», alzo il libro e lo giro per vedere la copertina di essa.

Oh, fantastico.

«Perchè cavolo hai portato qua il mio libro preferito?», gli chiedo, leggermente scazzata, sfogliando le pagine e notando che è davvero il mio, alcune frasi sottolineate con l'evidenziatore e con delle frasi scritte in matita negli spazi bianchi.

«Volevo riportartelo», dice, indicandolo, «Perfavore, possiamo parlare?».

«Vattene», sibilo, riappoggiando il libro sul bancone in modo violento. Sospiro e riappoggio lo sguardo sul computer, fingendo di fare qualcosa di interessante e ignorando l'immagine di Jungkook che non mi toglie gli occhi di dosso, accanto a me.

«Elaine, potres-», mi volto verso Daniel che a sua volta è voltato verso Jungkook.

«Chi si rivede», sorride beffardo Jungkook, facendomi roteare gli occhi.
Daniel si avvicina a me e mi passa alcuni libri senza il codice di riconoscimento al lato, perciò inizio a sistemarli, tanto per fare qualcosa.

«Qual buon vento ti ha portato qui, Jungkook?», sento Daniel chiedere al ragazzo ancora in piedi di fronte al bancone.

«Cose che non ti riguardano», sputa quest'ultimo, «Oh, già, dimenticavo che ci sei anche tu, complice di Aeri, eh?».

Poso subito lo sguardo verso di loro, confusa.
«Ma che stai dicendo?», dalla bocca di Daniel uscì un'amara risatina.

«Oh, andiamo, sappiamo entrambi che avete progettato tutto», gesticola Jungkook, alzando un po' di più la voce, «Bastardo», sibila a denti stretti.

[Flashback, due mesi fa]

Daniel's point of view

«Sei sicuro di quello che hai intenzione di fare?», domanda Aeri, buttando a terra la sigaretta e schiacciandola con il tallone.

Annuisco, riposando il mio cellulare nella tasca dei miei jeans.

«Cosa ti ha fatto di male lui?».

La sua domanda rimane in sospeso tra di noi, mischiandosi con l'aria a sua volta mischiata con il fumo della sigaretta che Aeri ha appena fumato.

Ignoro la sua domanda e rimango in silenzio. Ella non si arrende e inizia a camminare avanti e indietro lungo la stradina.

«Non credi che sia troppo? Cioè, stiamo rovinando una coppia, Dan».

Roteo gli occhi al cielo e assottiglio gli occhi, osservando i piccoli passi che fa per camminare avanti e indietro, le braccia tese dietro la schiena e il capo rivolto verso le sue scarpette.

È l'esca perfetta per Jungkook.
Cadrà sicuramente ai suoi piedi, tradirà Kim Elaine e finiranno per lasciarsi.

Sorrido al pensiero di quel bastardo che perde tutto e l'emozione prende il soppravvento di me che mi ritrovo a sorridere a trentadue denti.

Aeri si blocca e mi guarda negli occhi, «Non mi innamorerò di lui, no?».

Scuoto la testa e la ragazza ritorna a stare per i fatti suoi, mentre entrambi attendiamo in un angolino dove possiamo vedere Jungkook uscire di casa e dirigersi al lavoro.

Non sono neanche io sicuro se Aeri non si innamorerà di Jungkook, insomma, sin dal liceo è sempre stato il primo in ogni cosa.

«Eccolo».
Aeri mi distrae dai miei pensieri ed entrambi fissiamo Jungkook uscire dal suo appartamento e attraversare la strada, diretto verso al suo lavoro.

Spingo leggermente Aeri in avanti, «Non deludermi».
La ragazza annuisce debolmente e inizia ad incamminarsi dopo che Jungkook è entrato al negozio dove lavora.

«Ho aspettato fin troppo questo momento, Jeon Jungkook», afferro la sigaretta che tengo in tasca e l'accendo con l'accendino.

Inizio a fare il primo tiro e giro i tacchi, iniziando a camminare verso la direzione opposta, verso la biblioteca, dove mi aspetta Elaine.

[Fine flashback]

Elaine's point of view

Appoggio la mia schiena contro il muretto e sospiro.
Sono fottutamente stanca di tutto.
Ma che diavolo prende alla gente?!

Mi passo una mano tra i capelli e più penso a quello che Jungkook ha appena raccontato su Daniel che ha progettato tutto questo, mi viene la pelle d'oca.

Sento la porta dell'edificio aprirsi e richiudersi e dopodichè dei passi avvicinarsi verso di me.

Con il capo chinato, riconosco Jungkook, per via delle Timberland che sta indossando.

«Non pretendere che io ti perdoni», sussurro, senza degnarmi di guardarlo negli occhi.

Dalle sue labbra esce uno sbuffo, «Volevo solo sapere come stavi», afferma.

«Come vuoi che stia? Non fingere di non essere colpevole, hai fatto la tua parte, cadendo ai piedi di Aeri».

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto e io sento un groppo in gola.
La mano di Jungkook afferra il mio polso, «Elaine, torniamo a casa».

Mi faccio trascinare da lui, per l'ennesima volta, dal diavolo con le ali da angelo, che mi rovinerà la vita per sempre.

❝CHEATING.❞  jjk [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora